Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

martedì 28 febbraio 2012

L' EMERGENTE: JANO ANANIDZE


L' IMPERO COLPISCE ANCORA

Jano Ananidze , scuola calcio Spartak Mosca è il giovane più interessante del panorama russo. Jano nasce nel 1992 a Kobuleti una piccola città georgiana ed è proprio qui che il ragazzo muove i suoi primi passi nel mondo del calcio. La svolta avviene nel 2004 quando viene acquistato dalla Dinamo Tibilisi, storica compagine georgiana vincitrice di una coppa delle coppe nel 1980. Nella capitale il giocatore, grazie anche alle prestazioni nella selezione giovanile della nazionale, inizia a farsi conoscere in tutta l’ex Unione sovietica tanto da scatenare l’interesse di club maggiormente blasonati come la Dinamo Kiev. Nel 2005 il talento di Kobuleti si trasferisce in Ucraina, dove viene designato come il nuovo Shevchenko. L’esperienza con le giovanili della Dinamo Kyev dura tuttavia solo due anni. Lo Spartak di Mosca si innamora del ragazzo e lo strappa alla società ucraina. Il primo agosto del 2009 Jano fa il suo esordio nella Prem’er Liga russa e solo ad ottobre dello stesso anno segna il suo primo gol in campionato diventando a 17 anni il più giovane marcatore del campionato russo di tutti i tempi. Punto fermo nello Spartak e nella selezione giovanile del suo paese il talento di Ananidze diventò oggetto di contesa tra la federazione georgiana e quella russa, la faida tra le due federazioni portò a pesanti accuse nei confronti del ragazzo reo di venir pagato dalla Russia per vestire la propria maglia: Jano smentì le accuse e gli scettici nel 2010 quando accettò la chiamata di Hector Cuper , all’epoca allenatore della selezione maggiore georgiana. Per i suoi tifosi Jano ricorda molto un Johan Crujff alle prime armi , la tecnica è l’abilità nel dribbling sono i suoi punti di forza mentre tatticamente risulta essere ancora acerbo. A 19 anni Jano Ananidze ha già convinto tutta la Russia, riuscirà nel convincere il resto del mondo?


Lorenzo Granatelli

lunedì 27 febbraio 2012

I DUBBI DI MORATTI E L' INTEGRALISMO DI LUIS ENRIQUE


LA ROMA VIENE UMILIATA A BERGAMO, L'INTER NON GUARISCE DA UNA CRISI INFINITA

In una venticinquesima giornata di Serie A che verrà ricordata soprattutto per il polverone alzatosi prima, durante e dopo Milan-Juventus, proviamo ad esaminare le situazioni più interessanti che hanno fatto da contorno alla sfida-scudetto di San Siro.

VIA RANIERI? - Ore caldissime quelle che si stanno vivendo in casa Inter. Ieri sera al San Paolo è arrivata la quinta sconfitta consecutiva (la quarta in campionato), nonché la dodicesima sconfitta della gestione Ranieri su trenta incontri disputati. Ed ora la posizione del tecnico testaccino non sembra più salda come nelle precedenti settimane. Moratti infatti si è preso qualche ora di tempo per riflettere sul da farsi, dopo che nelle interviste immediatamente successive alla partita di Napoli aveva fatto trasparire un' inedita sfiducia nei confronti della squadra e del tecnico, rei di non aver offerto la reazione che tutti i tifosi, lui per primo, si sarebbero aspettati. Il presidente neroazzurro soprattutto vuole verificare le reali motivazioni di Ranieri e dei giocatori, capire se ancora credono in una rincorsa a un posto Champions che ad oggi sembra un miraggio, dopodiché trarrà le proprie conclusioni. Ma come sempre accade in queste situazioni, in caso di responso negativo a pagare sarà l' allenatore. L' altra sensazione che filtra dall' ambiente interista è che, in caso di cambio di guida tecnica, non verrà fatto un ulteriore investimento, dato che si tratterebbe del terzo tecnico sotto contratto della stagione. Ecco quindi che prendono corpo due soluzioni interne: Giuseppe Baresi, attuale allenatore in seconda, o Andrea Stramaccioni, tecnico della Primavera. Molto meno percorribile, per i motivi sopra elencati, la pista che porta a Walter Zenga, altro nome fatto nelle ultime ore che sicuramente troverebbe il favore dei tifosi. In ogni caso, si tratterebbe di un traghettatore, in attesa del grande colpo di giugno: Capello ora è libero e Moratti non fa certo mistero della stima che nutre nei suoi confronti, nonostante i trascorsi juventini nel periodo calciopoliano; e poi c'è Guardiola, per il quale in via Durini sarebbero disposti addirittura a mettere sul piatto ben 20 milioni di euro, come riportato dal quotidiano spagnolo Marca la scorsa settimana. L' unica cosa certa, in mezzo a tanto caos, è che Moratti prenderà una decisione sicuramente prima della delicata sfida di Domenica col Catania e che, se anche decidesse di rinnovare la fiducia a Ranieri, si tratterebbe comunque di una fiducia a tempo.

LUIS, PORQUE'? - Manca poco meno di un' ora all' inizio della sfida tra Atalanta e Roma, e da Bergamo arriva l' ufficialità delle formazioni. Tutto come di consueto, se non fosse per un' assenza che salta subito all' occhio: non Totti, che si sapeva fosse squalificato, ma Daniele De Rossi. Né tra i titolari, né tra i sette che si accomodano in panchina. Addirittura in tribuna accanto a Baldini. Perché? Dallo spogliatoio giallorosso trapela una dichiarazione di Luis Enrique: esclusione per scelta tecnica! La notizia suona subito strana, possibile che la Roma possa decidere di privarsi di uno dei centrocampisti più forti del mondo per scelta tecnica? No, impossibile. E così si scatena il tam-tam giornalistico alla ricerca della verità, memori anche dell' episodio Lamela-Osvaldo che costò un turno di riposo forzato a quest' ultimo per motivi disciplinari. Poi, a ridosso del fischio d' inizio, si scopre finalmente il motivo dell' esclusione: stavolta, per fortuna, nessuno scontro fisico o insulti tra compagni, ma un...banale ritardo alla riunione tecnica della mattina, che qualcuno addirittura dice ammonti a soli cinque minuti. Come spiegheranno nel post-partita gli stessi Baldini e Luis Enrique, con l' avvento del tecnico spagnolo in casa giallorossa vigono poche regole, che però, in quanto tali, vanno rispettate alla lettera. E poco importa che uno si chiami De Rossi e che, insieme a Totti, sia un' istituzione a Roma. Tra l' altro lo stesso giocatore, dopo una reazione piuttosto dura alla comunicazione che non avrebbe preso parte alla sfida, in seguito si sarebbe convinto della bontà della scelta del tecnico e avrebbe ammesso le proprie colpe, stando almeno a quello che emerge dalle parole della dirigenza. Sarà vero? O è solo un tentativo di mascherare i primi scricchiolii all' interno dello spogliatoio? Per lo meno la vicenda De Rossi è servita a far passare in secondo piano il tonfo della squadra sul campo: un sonoro 4-1 che ridimensiona le ambizioni della Lupa e che sottolinea una volta di più quanto sia importante Capitan Futuro per la sua squadra: sarà stato un caso che l' Atalanta si è resa pericolosa sempre e solo bucando centralmente la fragile retroguardia romanista, laddove di solito staziona De Rossi? Forse, o forse no. Sta di fatto che Luis Enrique, talvolta, farebbe meglio a svestire i panni di "maestra d' asilo", facendo attenzione a quali sono le reali esigenze della squadra e non a chi fa il "cattivo". Altrimenti si rischia di fare come quell' uomo che per far dispetto alla moglie ecc ecc.., come ha brillantemente sintetizzato Fabio Caressa di SKY durante il programma Diretta Gol.

Nicolò Scotucci

domenica 26 febbraio 2012

NE' PIRLO NE' PATO, IL PROTAGONISTA E' TAGLIAVENTO

DISASTRO DELLA TERNA, ANNULLATO UN GOL REGOLARE PER PARTE


Ieri sera al “Giuseppe Meazza” è andata in scena la partita dell'anno, quella tra le regine del campionato: Milan-Juventus. Sarebbe dovuta essere una gara ricordata sopratutto per lo spettacolo offerto dai giocatori in campo e da uno stadio mai così pieno in tempi recenti. Putroppo però il match sarà tristemente rammentato per i macroscopici errori di Tagliavento, del primo assistente Romagnoli e per la tensione che ha accompagnato i novanta minuti e non solo. Gli sbagli della terna sono stati veramente evidenti e numerosi. Partiamo con ordine. Il primo ed il più manifesto è il gol annullato a Muntari a metà del primo tempo: non si capisce come il guardalinee possa non vedere una palla entrata di un metro. A volte mi chiedo il perchè non si voglia migliorare: sarebbe così difficile mettere questo sacrosanto chip dentro al pallone? Si eviterebbero polemiche infinite che per di più, in occasioni come queste, non risolvono proprio niente tanto è palese il gol. Sopratutto però si farebbe in modo di non svilire il lavoro arbitrale facendoli passare come dei beoni o, peggio, come “aiutati” dall'alto nelle decisioni. Un altro aspetto da non sottovalutare è la logica della compensazione: ieri il primo grande abbaglio preso dalla terna ha condizionato tutta la partita. Ora non vorrei pensare che qualcuno durante l'intervallo abbia detto ai giudici di gara di fare in modo di ricompesare ai rossoneri il torto subito, tuttavia anche l' off-side fischiato a Matri pesa nell' equilibrio del match come il gol di Muntari. Questi sono certamente gli episodi che avrebbero potuto far svoltare l' incontro da una parte o dall'altra. Tuttavia, e non ne capisco il perchè, i grandi organi di informazione tralasciano altri due momenti che se individuati sarebbero stati cruciali. Mi riferisco al pugno di Mexes su Borriello dopo una manciata di secondi della ripresa, e alle prodezze da karateka dii Sulley Muntari in area juventina. Considerando che si è ammonito per molto meno, quelle due situazioni, se viste, sarebbero state da espulsione. Questi fatti sono avvenuti entrambi nel secondo tempo e spero veramente che nessuno degli arbitri sia stato “costretto” a non vedere..(vedi la compensazione poco sopra). Mediaticamente la partita è stata caricata eccessivamente come non accadeva da anni e le dichiarazioni di entrambe le squadre nei giorni precedenti non hanno fatto che allargare un clima di tensione già di per sé enorme vista la posta in palio. Aggiungendo che l'amministratore delegato del Milan, nonché presidente di lega e  figura istituzionale, scende a polemizzare durante l'intervallo con le decisioni arbitrali, la zuffa alla fine tra gran parte dei giocatori sembra la naturale conclusione di un confronto già intossicato alla radice.

Se gli arbitri non avessero sbagliato tutto il possibile probabilmente oggi su qualsiasi trasmissione sportiva si sarebbe parlato delle folli scelte di Antonio Conte. La Juventus dei primi 70 minuti di ieri sera è stata la peggiore della stagione, vagamente somigliante con quella dello scorso campionato. Il centrocampo, poco illuminato da Pirlo, a tratti è stato dominato dagli uomini di Allegri. Da Lichsteiner ed Estigarribia con un Milan  come quelli di ieri che del contropiede faceva  il suo punto di forza, non si può chiedere di attaccare e difendere per 95 minuti con la stessa intensità. Ciononostante è un altro il dubbio che attanaglia la tifoseria bianconera: perchè Quagliarella e Borriello. L'ex romanista era esattamente il prototipo del giocatore da non schierare contro Thiago Silva: lento, non dotato tecnicamente e sopratutto statico. Perchè non affidare le redini dell' attacco a Matri e Vucinic,coloro che l'hanno retto per tutto il campionato. Il montenegrino da sempre è uno che si esalta nei grandi palcoscenici e capace di tirar fuori la giocata in qualsiasi momento. Matri invece, pur essendo una prima punta, è un attaccante adatto al calcio moderno con un istinto del gol da serial killer, ma delle movenze “totali” che permettono ai centrocampisti bianconeri di inserirsi in varie occasioni nell' area avversaria.
Mentre Conte ha sbagliato la formazione avendo una grande possibilità di scelta Massimiliano Allegri ha dovuto far di necessità virtù cercando di costruire una buona squadra nonostante i tantissimi infortuni. Bisogna riconoscere che c'è riuscito quasi perfettamente. Quasi, perchè davvero non si capisce la scelta del lungodegente Pato dal primo minuto con un El Sharaaway così in forma. Per il resto, a mio avviso è stata ottima la posizione di Emanuelson messo tra la linea di cenrocampo e quella di attacco così da limitare Pirlo e creare supremazia numerica nelle ripartenze rossonere.


Nicolò Smerilli

IL PRONOSTICO:LE ULTIME DRITTE PER LA SERIE A


ATALANTA - ROMA: GOL @1.75 (SNAI)

Se ci sono partite in cui l' Atalanta si fa preferire per mole di gioco e numero di occasioni create, sono sicuramente quelle giocate davanti al proprio pubblico: all' Atleti Azzurri d' Italia, infatti, sono passate solo le prime due della classe e, di media, un gol a partita i neroazzurri lo segnano sempre. Dall' altra parte c'è una Roma che ha fatto del bel gioco il proprio marchio di fabbrica e che in trasferta ha una difesa tutt' altro che ermetica.

CHIEVO - CESENA: UNDER @1.60

Chievo con il secondo peggior attacco casalingo della Serie A e una difesa che al Bentegodi concede abbastanza poco (9 gol subiti in 11 partite); Cesena che addirittura si presenta a questo appuntamento con il reparto offensivo di gran lunga meno prolifico del campionato (appena 16 gol in 23 incontri). Per chi non si accontentasse di questa quota, che i romagnoli possano trarre immediatamente giovamento dalla cura-Beretta? Segno 2 in lavagna a 4.00!

CATANIA - NOVARA: 1 @1.55

Se questa partita si fosse giocata appena un mese fa, non avremmo avuto dubbi nello scegliere il segno 1. Ora invece abbiamo qualche remora in più, sia per il buon momento di forma dei piemontesi (5 punti nelle ultime tre) sia perchè la squadra di Montella ha nelle gambe 90 minuti in più degli avversari, quelli cioè del recupero di Siena giocato mercoledì. In ogni caso, ruolini di marcia troppo differenti per poter pensare ad un altro esito finale.


NAPOLI - INTER: 2 @4.15

Con fiducia bassa, proviamo a "stanare" la sorpresa di giornata, invogliati più che altro dalla quota e dal fatto che una squadra come l' Inter non può certo continuare a viaggiare con questo ruolino di marcia e, come spesso accade alle squadre in crisi, il riscatto avviene nelle serate più importanti. Dall' altra parte troviamo un Napoli in condizioni psico-fisiche talmente buone che sembra quasi un' eresia non dare fiducia alla squadra di Mazzarri. Chissà però che l' euforia derivante dal 3-1 al Chelsea non possa avere un effetto negativo...

BOLOGNA - UDINESE: X @3.10

Entrambe le squadre hanno dovuto affrontare una partita nel corso della settimana e potrebbero avvertire un pò di stanchezza. Tra l' altro, dando un' occhiata, alla classifica, un punto potrebbe non dispiacere a nessuno: nè al Bologna, che si manterrebbe a distanza di sicurezza dalla zona calda con una partita da recuperare, nè all' Udinese che, dopo l' impresa di Europa League, potrebbe accusare una calo di motivazioni.

LAZIO - FIORENTINA: X @3.25

Partita di difficile interpretazione quella che va in scena allo Stadio Olimpico. Da una parte c'è una Lazio che viene da una settimana a dir poco caotica: prima le 5 sberle di Palermo, poi le dimissioni di Reja (che per adesso sono congelate) e infine l' eliminazione dall' Europa League! I giocatori sembrano essersi schierati ancora una volta dalla parte del tecnico friulano, ma potrebbero risentire di un ambiente non certo tranquillo. A far visita alla squadra biancoceleste arriva una Fiorentina che di certo non se la passa meglio: 5 gol subiti e 0 fatti nelle ultime due, e una classifica che inizia a farsi preoccupante. Indispensabile per la Viola tornare a fare punti, specie in trasferta, dove ne ha totalizzati solo 7, e un pareggio in casa della quarta sarebbe
sicuramente gradito.


Nicolò Scotucci

venerdì 24 febbraio 2012

IL PRONOSTICO:SERIE A 25-26/02


LA SERIE B OSSERVA UN TURNO DI RIPOSO, E QUINDI SI RECUPERANO LE ULTIME 3 PARTITE SOSPESE PER IL RECENTE MALTEMPO

GUBBIO - MODENA: 1 @2.50 (SNAI)

Il Gubbio viene da tre sconfitte consecutive e deve assolutamente tornare a fare punti per non allontanarsi troppo dal primo posto utile per evitare i play-out, distante appena 3 punti e occupato proprio dal Modena. Inoltre in casa la squadra umbra è davvero un osso duro, avendo conquistato al Barbetti ben 19 punti (sui 23 totali), ben oltre la media delle squadre di bassa classifica. Dall' altra parte arriva un Modena rinfrancato dall' ottimo pareggio di Brescia, che però probabilmente non è servito a far rientrare il caso della rottura tra Bergodi e i calciatori, consumatasi durante la sosta forzata. A tutto ciò aggiungiamo che il Modena ha addirittura il secondo peggior attacco esterno della B e che, se si eccettuano le prime sei della classe, soltanto la Sampdoria ha subito meno gol del Gubbio in casa.

SASSUOLO - ASCOLI: 1 @1.65

Vittoria casalinga per il Sassuolo che sulla carta non dovrebbe essere messa in discussione. Tuttavia, mai sottovalutare l' Ascoli, una delle squadre più imprevedibili della B, soprattutto fuori casa (5 vittorie). A giustificare il nostro scetticismo anche le tre pesantissime assenze nel centrocampo neroverde di Magnanelli, Cofie e Bianchi, a cui probabilmente va ad aggiungersi anche quella di Terranova, uscito malconcio dall' ultimo allenamento. Per non rischiare, proponiamo anche un interessante Over 1.5 o 2.5, rispettivamente bancati a 1.33 e 2.05, considerato che l' Ascoli ha la terza peggior difesa esterna della B e che comunque almeno un gol potrebbe farlo.

BRESCIA - TORINO (DOMENICA, ORE 12.30): X @2.80

Regna l' incertezza in questo recupero dal sapore di Serie A, incertezza che si ripercuote anche sulle quote, con l' 1, l' X e il 2 curiosamente in lavagna con la stessa quota. Noi, tra i tre, scegliamo l' X, considerato il ruolino di marcia a dir poco spettacolare del Brescia da quando Calori si è seduto sulla panchina (6 vittorie e 2 pareggi) e che il Torino non vince fuori casa addirittura dal lontano 9 Ottobre (3-1 al Verona). Per tutti questi motivi ci aspettiamo anche una partita non ricchissima di gol (Under @1.60), visto anche che il Torino fuori casa fa una fatica tremenda a trovare la rete e che vanta la seconda miglior difesa esterna della B.

DOMANI IN CAMPO ANCHE LA SERIE A CON DUE ANTICIPI:

GENOA - PARMA: OVER @1.90

Partita ricca di gol quella che potrebbe uscir fuori dall' incontro di Marassi: le due squadre hanno subito addirittura 79 gol in due, con il Parma terza peggior difesa esterna e il Genoa addirittura peggior difesa in assoluto! Per chi non si accontentasse della soglia di 2.5 gol, riportiamo anche la quota dell' Over a 3.5, in lavagna a 3.30.
Per quanto riguarda il segno finale, con fiducia medio-bassa prendiamo l' 1 @2.15, dato che i rossoblu sono reduci da due sconfitte consecutive e devono assolutamente dare una svolta alla loro stagione.

MILAN - JUVENTUS: UNDER @1.73

Va in scena a San Siro quella che è considerata la partita dell' anno in Serie A! Di fronte le prime due della classe, e quasi tutti sono concordi nell' affermare che chi vincerà questa sifda a fine anno potrà cucire il tricolore sul petto. Difficile, se non impossibile, sbilanciarsi su uno dei tre segni, per questo motivo ci concentriamo sul numero dei gol. Il Milan in casa ne ha segnati ben 24 in 11 partite e vanta il miglior attacco casalingo della A insieme alla Juventus stessa e alla Roma. I bianconeri tuttavia non sembrano essere impensieriti da questi numeri, visto che si presentano al Meazza addirittura con la miglior difesa esterna del campionato (appena 6 gol subiti). Se a questi dati aggiungiamo i soli 5 gol subiti in casa dal Milan e l' elevatissima posta in palio, possiamo capire perchè potrebbero essere segnati meno di 3 gol.

Nicolò Scotucci

giovedì 23 febbraio 2012

Il PRONOSTICO:EUROPA LEAGUE DEL 23/02



OGGI SI GIOCANO LE GARE DI RITORNO  DI EUROPA LEAGUE

PARTITE DELLE 19:00

PAOK SALONICCO - UDINESE: UNDER @1.50 / NOGOAL @1.80 (SNAI)

L' Udinese viene da due 0-0 consecutivi tra campionato e andata dei sedicesimi, risultati figli essenzialmente dell' assenza di Totò Di Natale. Dall' altra parte troviamo un PAOK che addirittura viene da 5 under/nogoal di fila e che, giocando in casa, penserà soprattutto a non subire. Per queste ragioni è ipotizzabile anche che la gara si decida ai supplementari (X @3.15)

VALENCIA - STOKE CITY: 1 @1.28

Il Valencia è una di quelle squadre che in Europa sa sfruttare al meglio il fattore campo, a maggior ragione stasera che deve semplicemente amministrare lo 0-1 dell' andata senza troppi affanni.

ATHLETIC BILBAO - LOKOMOTIV MOSCA: 1 @1.38

Segno 1 decisamente favorito sugli altri per ragioni simili a quelle della partita precedente: l' Athletic deve ribaltare la sconfitta per 2-1 patita in Russia ma il superiore tasso tecnico e uno stadio, il Sam Ames, quest' anno quasi inespugnabile (2 sole sconfitte in 15 incontri disputati tra Liga ed Europa League) fanno pensare che i Baschi ce la possano fare.

CLUB BRUGES - HANNOVER: GOL @1.65 / OVER @1.80

Il Club Bruges è riuscito a limitare i danni in Germania, portando a casa una sconfitta per 2-1 che lascia ancora aperte le porte della qualificazione. La squadra belga dovrà quindi giocare una partita d' attacco, mentre dietro potrebbe soffrire non poco le scorribande di Schlaudraff e Abdellaoue. Pertanto lecito attendersi una partita con almeno un gol per parte, giocata che ci copre anche per un eventuale 1-1 finale, risultato esatto che ci piace particolarmente.

PSV - TRABZONSPOR: 1 @1.47

Il risultato dell' andata (1-2) premia la formazione olandese che stasera, al Philips Stadion, più che alle qualità dell' avversario dovrà stare attento allo smisurato orgoglio tipico di ogni squadra turca. In alternativa, non altissima ma comunque appetibile la quota per l' Over (@1.65), opzione da tenere sempre in considerazione quando si ha a che fare con una squadra olandese.

PARTITE DELLE 21:00

ATLETICO MADRID - LAZIO: 1 @1.50

Partita a nostro avviso molto più combattuta di quanto dicano le quote: è vero che in settimana le dimissioni di Reja hanno scosso tutto l' ambiente biancoceleste e il tecnico friulano stasera guiderà la squadra quasi da separato in casa, ma lo è altrettanto che i giocatori ancora una volta si sono schierati dalla parte dell' allenatore e vorranno fare di tutto per dare un segnale forte alla società. In ogni caso, propendiamo per il segno 1, considerato che l' 1-3 dell' andata è stato una mazzata sulle ambizioni di qualificazione della Lazio e che mancherà l' uomo più decisivo della squadra, Klose.

MANCHESTER UTD - AJAX: GOL @1.90

Partita dall' esito tutt' altro che scontato, dato che Ferguson farà un ampio turn-over dopo lo 0-2 dell' andata e la giovane squadra olandese, pur decimata dagli infortuni, vorrà sicuramente fare bella figura nel "Teatro del Calcio". Puntiamo allora su almeno un gol da entrambe le parti, che stuzzica particolarmente a 1.90.

SHALKE 04 - VIKTORIA PLZEN: 1 @1.22

Difficile ipotizzare un risultato diverso dalla vittoria dei tedeschi, specie dopo l' 1-1 dell' andata e il nuovo entusiasmo portato dalle recenti prestazioni in Bundesliga. In alternativa, da provare anche la giocata sull' Over, in lavagna a 1.57.

BESIKTAS - BRAGA: 1 @2.40

Vediamo il Besiktas favorito in questa che rappresenta la più grande sorpresa che l' andata dei sedicesimi ci ha riservato: la formazione turca addirittura è riuscita ad espugnare l' Axa di Braga per 2-0! La formazione portoghese potrebbe quindi decidere di non spendere una grande quantità di energie nel tentare una rimonta improbabile già in partenza. Senza dimenticare il calore ineguagliabile dello stadio Inonu.


Nicolò Scotucci

AYEW AL 93':L' INTER NON SA PIU' VINCERE


A MARSIGLIA FINISCE 1-0 CON UNA RETE DEL GHANESE ALL' ULTIMO MINUTO. ORA A SAN SIRO BISOGNERA' VINCERE CON DUE GOL DI SCARTO.

MARSIGLIA - Termina come peggio non potrebbe l' ottavo di finale di andata del Vélodrome. Con il Marsiglia che punisce all' ultimo respiro un Inter apparsa leggermente migliorata rispetto alle ultime uscite stagionali e che, se fosse riuscita a riportare a Milano lo 0-0, non avrebbe di certo rubato nulla. Festeggiano invece gli uomini di Deschamps, i quali, pur affrontando questi ottavi di finale senza grandi ambizioni, si ritrovano adesso ad affrontare la partita di ritorno con un vantaggio non da poco.
Smentendo quelle che erano le sensazioni della vigilia, Ranieri opta per il 4-3-1-2, facendo accomodare in panchina Milito e Pazzini, e rispolverando Zarate, che non partiva titolare addirittura dalla trasferta di Siena del 27 Novembre. Le scelte sembravano anche dargli ragione: infatti pur confermando le solite, croniche difficoltà a costruire gioco, la squadra neroazzurra teneva bene il campo e soprattutto rischiava poco o niente in difesa, un po' per l' inconsistenza dell' avversario, ma soprattutto per la maggiore attenzione del reparto arretrato (che stasera vedeva il rientro di Samuel), probabilmente il principale colpevole dell' impressionante serie di sconfitte dell' ultimo mese, in cui la squadra ha subito addirittura 17 gol. Non solo: all' 11' si rende anche pericolosa davanti, con Forlan che chiama Mandanda ad un super intervento in calcio d' angolo, segnale che i neroazzurri hanno la partita in mano e possono sbloccarla da un momento all' altro.
Quello che esce dagli spogliatoi è però tutto un altro Marsiglia che, sfruttando anche l' uscita dal campo di Maicon per infortunio, nei primi quindici minuti aumenta il ritmo delle proprie azioni, pur senza impensierire seriamente Julio Cesar. Con il passare del tempo la pressione dei francesi viene meno, e probabilmente è qui che l' Inter commette l' errore più grave della partita.  Non approfittare di una squadra tutt' altro che irresistibile sul piano tecnico, nel momento in cui peraltro sembrava in difficoltà anche fisicamente, per provare ad affondare il colpo e mettere le mani sulla qualificazione. Invece Pazzini e Milito restano seduti in panchina e le due squadre sembrano accontentarsi dello 0-0, che rimanderebbe ogni discorso di qualificazione alla gare di ritorno del 13 Marzo. Ma quando meno te lo aspetti, Andrè Ayew (fratello del compagno di squadra Jordan e figlio di Abedi, detto Pelè, vincitore di tre palloni d' Oro africani) decide di caricarsi la sua squadra sulle spalle e, a coronamento di una partita generosissima, negli ultimi due minuti di gara diventa l' eroe di serata. Prima si accentra palla al piede dalla sinistra e conclude di esterno destro, costringendo Julio Cesar alla deviazione in angolo, poi sul cross dalla bandierina sguscia via alla marcatura di Stankovic e Chivu e di testa deposita in rete, facendo esplodere il Vélodrome.


In ogni caso questa sconfitta non preclude assolutamente il passaggio del turno agli uomini di Ranieri: al ritorno servirà un' affermazione con almeno due gol di scarto, ma se da una parte si è persa l' occasione per completare un meraviglioso tris di vittorie italiane, dall' altra bisogna riconoscere che si tratta di un' impresa tutt' altro che impossibile, dato che in questi ottavi di finale il fattore campo sembra essere decisivo più di ogni altro fattore (fuori casa hanno "fatto punti" solo Barcellona e Real Madrid). La consapevolezza su cui bisognerà costruire la gara di ritorno è che il Marsiglia visto stasera non è certo una squadra insuperabile e, se anche potrà contare su bomber Rémy per la partita di San Siro, un' Inter con un pizzico in più di determinazione e convinzione nei propri mezzi è certamente in grado di eliminarla.


Nicolò Scotucci

mercoledì 22 febbraio 2012

CANTA NAPOLI! 3 A 1 COL CHELSEA

LA DOPPIETTA DI LAVEZZI E LA FIRMA DI CAVANI FANNO SOGNARE I QUARTI

NAPOLI- Questa sera allo stadio San Paolo si è fatta un pezzo di storia calcistica. Gli azzurri demolendo il Chelsea per tre reti a una hanno seriamente ipotecato il passaggio ai quarti di finale, risultato mai raggiunto neanche ai tempi di Diego Armando Maradona. La carica dello stadio è pazzesca, non si raggiunge il tutto esaurito solo perchè il settore riservato agli ospiti non è stato venduto del tutto. Già durante l'inno della Champions i 60'000 del San Paolo fanno sentire il proprio ruggito e rendono l'ambiente veramente elettrico. Villas Boas manda in campo una formazione inedita lasciando in panchina tutti i senatori che hanno fatto la storia recente del Chelsea: in attacco con Drogba, ci sono lo spagnolo Mata ed il giovane Sturridge. La partita è subito intensa, e come tutti si aspettano è la squadra di Mazzarri che conduce il gioco. Cavani e Maggio hanno subito l'occasione di far tremare Fuorigrotta ma Cech respinge entrambe le conclusioni  con dei salvataggi da campione. Proprio nel miglior momento azzurro arriva la doccia fredda. E' il 27' e Sturridge mette in mezzo un pallone innocuo, Cannavaro è tradito da una zolla e anzichè spazzare via la “appoggia” a Mata che fa uno a zero con un tiro facile facile. Il Napoli però non ci sta e reagisce da grande squadra. E come sempre quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. E' Ezequiel Lavezzi, al primo gol in Champions League, a far esplodere il San Paolo con una gran conclusione dal limite dove neanche il portiere ceco può qualcosa. Gli azzurri capiscono che i “Blues” sono intimiditi e cercano l'affondo per terminare la prima frazione di gioco in vantaggio. Proprio ad un minuto dalla fine del primo tempo il solito Cavani raddoppia di spalla e si fa perdonare l'errore precedente. Vantaggio Napoli e il San Paolo fa di nuovo impazzire i sismografi. Il secondo tempo non è intenso come il primo: il Chelsea prova qualche sortita offensiva ma oggi la mediana napoletana è una muraglia e Gargano sembra Roy Keane. La festa diventa apoteosi al 20' della ripresa: sembra un dejavù, Cavani assist-man e ancora Lavezzi goleador con un bel tiro piazzato. Il risultato potrebbe essere ancora più abbondante ma tra il Napoli ed il quarto gol ci si mette Aschley Cole che salva sulla linea un tiro del generosissimo Maggio. 

Il San Paolo è un fortino europeo: qui nessuno passa. Il Chelsea si va ad aggiungere ad altre formazioni di prestigio come il Bayern di Monaco e il Manchester City. Quando in questo stadio si giocano partite europee i giocatori azzurri si trasformano, aiutati da un pubblico spettacolare capace di caricare a mille i suoi ragazzi e contemporaneamente far tremare gli avversari. Mazzarri dovrebbe pagare una cena ad ogni tifoso presente in tribuna: se il Napoli rischia di arrivare ai quarti molto del merito è loro. Ora c'è da tornare a Londra, ma sinceramente con questo risultato e sopratutto con questo Chelsea c'è ben poco da preoccuparsi. I tanto spocchiosi inglesi, denigratori del calcio all' italiana, in due partite hanno subito sette gol segnandone a malapena uno. E, sopratutto, rischiano seriamente di non vedere nemmeno una squadra d'oltre manica tra le migliori otto d' Europa. Cosa che, se ipotizzata ad agosto, avrebbe fatto ridere chiunque. A questo punto in casa Chelsea a pagare per tutti dovrebbe essere André Villas Boas, e in effetti sarebbe giusto così: perchè, anche se non pieanemente al cento per cento gente del calibro di Essien e Lampard in notti così non possono essere lasciati fuori a favore di mezzi giocatori come Meireles e Ramires.


Nicolò Smerilli

lunedì 20 febbraio 2012

L'EMERGENTE: JOHN GUIDETTI


ALLA SCOPERTA DEL GIOVANE CHE FA IMPAZZIRE L'EREDIVISIE


Era il 24 ottobre del 2010 e la partita tra Psv e Feyenoord, un classico della Eredivisie, terminava con lo sconcertante punteggio di 10-0 per la squadra di Eindovhen. Un risultato poco consueto nel mondo del calcio professionistico, ancora di più se la sconfitta viene rifilata ad una rivale illustre e blasonata come il Feyenoord; è come se in Italia finisse con lo stesso scarto una partita tra Juventus ed Inter. La squadra di Rotterdam non aveva mai subito una tale umiliazione in una partita così sentita dai tifosi. Era necessario iniziare un nuovo ciclo per far tornare la squadra ai fasti degli anni '70, quando dominava l'Europa. Un nuovo ciclo deve forzatamente passare da nuovi giocatori e giovani talenti. Attualmente la stella più luminosa porta il nome di John Guidetti, svedese classe 1992. Una punta dai piedi non raffinatissimi ma arma letale sotto porta, tanto da raggiungere quota 18 gol in sole 16 partite. Guidetti muove i suoi primi passi con la maglia del Brommapojkarna, una modesta squadra svedese militante in seconda serie. Al ragazzo basta solo una stagione per essere notato dai talent scout del Manchester City, i quali gli offrono un contratto triennale arruolandolo nella propria squadra giovanile. L'esperienza tra i giovani dei Citizens parte subito bene a suon di gol, il ragazzo piace a parecchie squadre blasonate, ma John ancora non si sente pronto per il grande calcio e così decide di tornare a vestire la maglia del  Brommapojkarna dove il suo percorso di formazione continua meravigliosamente. Una piccola parentesi nel 2011 con la maglia del Burnley nella serie cadetta inglese per poi ritornare a segnare con le giovanili del City. La svolta arriva però quando a chiamare sono i bianco-rossi del Feyenoord: questa volta lo svedese è pronto ed accetta così l'offerta degli olandesi che lo prelevano tramite la formula del prestito. Guidetti, già punto fermo della Under 21, svedese ha subito catturato le attenzioni nientemeno che di Erik Hamrèn, il commissario tecnico della nazionale maggiore. Continuando a segnare raffiche di reti il ragazzo si sta candidando per essere il compagno di attacco di Zlatan Ibrahimovic ai prossimi Campionati Europei: i due insieme potrebbero essere il terrore di parecchie difese. Anche gli sceicchi del Manchester City si stanno leccando i baffi per quello che viene considerato una delle migliori punte mondiali in prospettiva e forse, per una volta, potranno evitare di spendere milioni di euro per giocatori di dubbio valore. “Last but not the least” è la questione riguardante il passaporto. Guidetti ha ottenuto il passaporto italiano avendo origini nel Belpaese e quindi sarebbe candidabile per vestire la maglia azzurra. Secondo voi Cesare Prandelli non ci ha già fatto un pensierino?


Lorenzo Granatelli

domenica 19 febbraio 2012

MILAN SENZA PROBLEMI,COL CESENA E' 3-1

I ROSSONERI SORPASSANO LA JUVENTUS, E SABATO C'E' IL BIG MATCH


CESENA- Alza la voce la squadra di Massimiliano Allegri che con i 3 punti conquistati oggi sul sintetico del Manuzzi sorpassa la Juventus portandosi di nuovo sul più uno, arrivando allo scontro diretto di sabato sera da capolista. Tutto facile per i rossoneri che dominano la partita dall'inizio alla fine lasciando ai romagnoli solo qualche breve scampolo di partita. Il tecnico livornese decide di schierare dal primo minuto Sulley Muntari, complici anche le numerosissime assenze sulla mediana rossonera. E proprio il ghanese, sembrato il lontano cugino di quello nerazzuro, a sbloccare il risultato al 29', approfittando di un' incertezza di Antonioli che non trattiene una forte punizione di Thiago Silva. Il Milan insiste, e subito trova il raddoppio di nuovo con uno che non ti aspetti: Urby Emanuelson. L' “oranje”perfora centralmente il centrocampo cesenate e con un gran diagonale dal limite dell'area zittisce il Manuzzi e chiude la pratica. Il secondo tempo non è storia diversa. I romagnoli insidiano la retroguardia milanista con un bel colpo di testa di Mutu ben controllato da Abbiati. Il Cesena spreca e il Milan conclude di nuovo, questa volta con Robinho che su un buon suggerimento di Abate sigla il terzo gol continuando il suo buon momento. Com' è facile aspettarsi il Milan si “placa” sul tre a zero e concede più spazio ai giocatori di Arrigoni che riescono ad accorciare il risultato con Pudil bravo a cogliere impreparato Abbiati con un tiro da fuori area. Il Cesena accorcia ma non da comunque segnali di una possibile rimonta. La girandola delle sostituzioni inizia e  Allegri fa entrare il giovane El Shaarawy  che spreca il possibile quarto centro.Da segnalare è anche la “triste” entrata al novantesimo di Pippo Inzaghi. Il bomber, entrato per i soli tre minuti di recupero non sembra prenderla bene e al momento del cambio si lascia andare ad un sorriso ironico.

Il Milan pur con l' infermieria piena di pezzi grossi riesce a strappare tre punti importanti che gli permettono di risalire al primo posto e sopratutto di avvantaggiarsi psicologicamente nei confronti dei rivali bianconeri. Arrivare sabato al “Meazza” sotto e con una partita in più poteva decisamente demotivare la banda di Allegri che sarebbe stata costretta a vincere. E' difficile comunque fare un pronostico per la prossima gara dato che, seppur in maniera diversa, entrambe le compagini hanno dimostrato di essere in forma. La Juve ha dato una grande prova di carattere rimontando il gol a freddo di Barrientos mentre il Milan continua a essere il solito schiacciasassi contro le piccole. Forse una prima indicazione su come possa andare il match ci sarà giovedì quando la commissione disciplinare deciderà se ridurre o meno la squalifica di un certo Zlatan Ibrahimovic, uno che insieme ad Andrea Pirlo può cambiare in un minuto l'esito di una partita estremamente tattica.


Nicolò Smerilli

CARATTERE JUVE! 3-1 AL CATANIA IN RIMONTA

LA JUVE "MOSTRA I DENTI". I BIANCONERI VINCONO IN MANIERA CONVINCENTE 3-1 COL CATANIA, DOPO ESSERE PASSATI IN SVANTAGGIO.

I bianconeri, trascinati da un Pirlo fenomenale, dimenticano le polemiche settimanali e gli ultimi due 0-0 consecutivi, portando a casa tre punti quanto mai importanti alla vigilia di Milan-juve.
CRONACA- Antonio Conte schiera i suoi uomini con il 3-5-2, cambiando 5 giocatori rispetto al recupero di Parma. Con Vidal squalificato, a centrocampo partono insieme a Pirlo e Marchisio, Giaccherini, De Ceglie e Padoin, mentre in attacco la coppia Borriello-Quagliarella. Il Catania invece scende in campo in stile Barcellona, 4-3-3 con in mezzo tre dai piedi buoni: Almiron, Lodi e Izco. Il tridente davanti formato da Gomez, Bergessio e Barrientos. La Juve non parte aggressiva come al solito e subisce un pò il Catania, che passa sorprendentemente in vantaggio dopo appena 4 minuti. Barrientos, lasciato troppo solo, con un tiro a girare imparabile, batte Buffon dal limite dell'ar. Lo schiaffo sveglia la vecchia Signora che inizia ad attaccare a spron battuto. Barzagli va vicino al pareggio. Su un calcio d'angolo, nasce una mischia nell'area del Catania, la palla arriva al limite dell'area dove il difensore azzurro calcia a botta sicura, la palla viene deviata da Spolli e finisce in angolo. Il gol della Juve è nell'aria ed arriva al 21'.  Su un calcio di punizione dal limite, kosicky sbaglia a piazzare la barriera e Pirlo lo castiga sul secondo palo.
Con il pareggio della Juve, la partita si sblocca e diventa bellissima: i bianconeri spingono per il raddoppio, ma il Catania non rinuncia a ripartire. Al 29' la squadra di casa va vicino al gol. Fa tutto Quagliarella, riceve palla sui 25 metri, si gira e scarica un destro terrificante che si stampa sulla traversa a Kosikosicky battuto. Il Catania, che non è venuto a Torino per fare la comparsa, reagisce immediatamente e al 31' Bergessio pareggia i conti delle traverse. L'argentino calcia da posizione defilata, il tiro, sporcato da Buffon finisce per accarezzare la traversa. A questo punto la squadra di Montella rallenta il ritmo, la Juve al contrario lo alza e va più volte vicino al vantaggio, ma l'imprecisione e Kosicky fanno sì che il primo tempo finisca in pareggio.
La seconda frazione comincia con gli stessi ventidue e sulla falsa riga della prima. Il Catania sembra aver finito la benzina, i bianconeri al contrario continuano a macinare kilometri. Al 4' Pirlo è ancora pericoloso su punizione, la palla si abbassa all'ultimo e accarezzala traversa. Gli uomini di Conte continuano ad attaccare sfiorando più volte il gol prima con Borriello e poi con Quagliarella. Il tecnico juventino, determinato a non pareggiare la terza gara di fila, al 15' butta nelle mischia Pepe che rileva Padoin, apparso  un pò spaesato con il 3-5-2. La svolta della partita però avviene al 20'. Motta, ex della gara, stende a centrocampo De Ceglie nel tentativo di anticiparlo. Doppio Giallo. Fuori. Conte inserisce immediatamente Vucinic. La juve in fase di possesso attacca ora con il 2-5-3. Il raddoppio inevitabile dei bianconeri arriva otto minuti dopo. Sull'ennesimo calcio di punizione di Pirlo, Kosicky esce a vuoto favorendo Chiellini, che appoggia di testa in rete. Rimonta completata. A chiudere definitivamente la partita ci pensa Quagliarella, che sfrutta l'ennesimo errore di Kosicky per batterlo di mancino. 3-1. La Juve dunque si rilancia alla vigilia dello scontro diretto con il Milan, riprendendosi temporaneamente la vetta della classifica. Anche in questa occasione gli uomini di Conte hanno messo in mostra quelle che sono le loro migliori qualità: corsa e costruzione di gioco, che permettono ai bianconeri di non perdere mai la calma, nemmeno quando le cose partono male come sta sera. Ad incarnare in pieno tali caratteristiche, questa sera ci hanno pensato Giorgio Chiellini, che non ha concesso niente sbagliando pochissimo, e il solito Andrea Pirlo, per il quale fiumi di parole sono già state spese, e altrettante ne andrebbero pronunciate. Per quanto riguarda il Catania invece, i siciliani hanno disputato un match di grande livello fino al 30' del primo tempo, vale a dire finchè il serbatoio non è entrato in riserva. Da quel momento in poi l'undici di Montella è comunque rimasto sempre compatto, rendendo la vita piuttosto difficile alla squadra di Casa. Ad affossare i rossoblu ci ha pensato Motta, ex della gara, con un intervento a centrcampo, privo di ogni senso che gli è scostato l'espulsione.

Davide Bernardi

sabato 18 febbraio 2012

I TRE TENORI CANTANO E IL NAPOLI VOLA

UNA DOPPIETTA DI CAVANI E UN GRAN GOL DI LAVEZZI STENDONO I VIOLA

FIRENZE- Quando una tra Hamsik, Lavezzi e Cavani è in forma può cambiare tranquillamente l'andamento di una partita, figuriamoci quando lo sono tutti e tre che cosa può succedere. Lo ha scoperto ieri sera una Fiorentina completamente assuefatta dalle musiche dei tenori, incapace di reggere all'onda d'urto napoletana. Pronti via e il Napoli dopo 180 secondi si trova subito in vantaggio, e indovinate chi ricama l'azione? Si ovviamente sempre loro: Lavezzi dà il via, Hamsik si fa assist-man per Cavani che implacabile torna “Matador” siglando il quarantesimo gol in campionato con la maglia azzurra. I Viola provano a reagire con un gran diagonale dal limite di Cassani, che resta la più grande occasione di tutta la gara dei fiorentini. Dopo una traversa di Maggio con un con un bel colpo di testa i partenopei infilano Boruc di nuovo con Cavani al decimo della ripresa, così da agganciare Ibrahimovic in classifica marcatori a quota 15. Entra nel tabellino dei marcatori anche il “Pocho” Lavezzi con un gol magistrale: cavalcata di 50 metri e gran conclusione sul palo del portiere.
LE PAROLE- E' proprio l'autore dei due gol che lancia la sfida agli inglesi e crede in un terzo posto ancora possibile:”La prima cosa che mi viene in mente dopo questa partita è che questa è la strada giusta e che contro il Chelsea servirà l'atteggiamento messo in campo stasera. Ora - spiega l'uruguaiano  - penseremo a questa sfida che per noi sarà molto dura. Più che un mio gol, mi piacerebbe che il Napoli vincesse per continuare a scrivere la storia. In campionato non molleremo sino alla fine. Abbiamo sempre dimostrato di dare il massimo, alle volte si vince, in altre le cose non sempre vanno come si vorrebbe” Anche Delio Rossi ha commentato la gara ammettendo la superiorità napoletana definendola una squadra “devastante quando crea gli spazi”.
Continua ad essere un campionato veramente anonimo per la Fiorentina costruita a Luglio per ben altri traguardi, ma attualmente impelagata nei bassi fondi della classifica. Penso di non sbagliarmi dicendo che se i Viola non sono ancora più in basso è solamente grazie a Jovetic, unico grande artista in una squadra di portatori d'acqua, la quale con l'arrivo di Amauri non ha migliorato il rendimento dello sterile reparto offensivo. Per quando riguarda il Napoli le cose da dire sono veramente poche: la squadra gira se sono in forma quei tre lì davanti, e per scrivere la storia martedì  
serviranno tutti e tre. L'unico che spera in una serata di ferie è Andrè Villas Boas: per questo Chelsea  sarebbe veramente difficile fare risultato con un Napoli così.


Nicolò Smerilli

TRACOLLO INTER: DI CHI E' LA COLPA?

I NERAZZURRI SI INTERROGANO SULLE RAGIONI DEGLI ULTIMNI RISULTATI NEGATIVI

Quella di ieri sera è stata la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite. Di chi è dunque la colpa di questo ciclo catastrofico dell'Inter? Le ipotesi si sprecano, così come i commenti dei tifosi, ormai stanchi di vedere una squadra, che dopo il triplete, sembra aver perso quella fame di successo che ti porta a lottare in ogni partita. Su chi ricadono quindi le responsabilità maggiori? A mio avvviso è impossibile trovare un unico colpevole: non credo infatti che Ranieri o Moratti possano farci qualcosa se, un difensore che a giugno dovrà difendere Buffon agli Europei, come Ranocchia, si addormenta su uno stop facendo si chè Di Vaio raddoppi.
Va comunque detto che anche il tecnico romano non esce pulito da questa situazione. In quattro mesi all'inter non è riuscito a dare alla squadra una vera identità, come invece aveva fatto a Roma. I giocatori nerazzurri scendono in campo con l'impressione di non sapere esattamente quello che devono fare. A far discutere sono inoltre alcune scelte operate da Ranieri, come lo scarso impiego dei nuovi acquisti Palombo e Poli, ieri sera infatti quest'ultimo è parso il più dinamico tra i suoi.
Alcuni tifosi, che ieri hanno contestato la squadra fuori da San Siro, hanno addirittura messo in discussione l'autorità del tecnico, quasi a sottolineare che chi veramnte faccia la formazione siano i veterni Cambiasso e Zanetti. A dicembre Ranieri sembrava avesse trovato la quadratura del cerchio col 4-4-2, modulo che lo portò ad ottenere sette successi in fila. Dopo il derby però la luce sembra essersi spenta. Speriamo per l'Inter, che l'allenatore riesca a trovare l'interruttore in fretta, considerando che già mercoledì i nerazzurri si troveranno di fronte un Marsiglia per niente intenzionato a fare sconti.
Poco importa. ora bisogna solo rialzarsi in fretta.

Davide Bernardi

CAPPOTTO INTER. E' NOTTE FONDA A SAN SIRO

I NERAZZURI CADONO 0-3 SOTTO I COLPI DI DI VAIO ( DOPPIETTA) ED ACQUAFRESCA.

L'Inter cade ancora. Dopo le sconfitte con la Roma in trasferta ed il Novara in casa, gli uomini di Ranieri subiscono l'uno-due di Di Vaio e il colpo del k.o di Acquafresca. Va però detto che il risultato non rispecchia  a pieno quello che è stato l'andamento della partita. Il portiere dei rossoblù Gillet alla fine è risultato il migliore in campo; i nerazzurri hanno inoltre tenuto spesso in mano il pallino del gioco. A mancare maggiormente è stata la lucidità e la solidità difensiva dei tempi migliori. Questa sera, così come nelle ultime apparizioni, lo schema dei giocatori dell'Inter è stato quello di passare palla a Snejder e aspettare che qualcosa succedesse. Questo limite, unito a prestazioni obbiettivamente imbarazzanti di alcuni giocatori, vedi Ranocchia, protagonista negativo in occasione di due dei tre gol, hanno gettato le premesse alla disfatta di Roma e alle sconfitte casalinghe con Novara e appunto Bologna.
 CRONACA- I nerazzurri scendono in campo con un 4-4-2 atipico. Faraoni largo sulla destra, Snejder da trequartista partendo da sinistra e la coppia Pazzini-Forlan davanti. Il Bologna invece si presenta con un 3-4-2-1, Di vaio unica punta, davanti a Diamanti e Ramirez. I nerazzurri partono bene con Maicon, che si rende pericoloso in un paio di occasioni e Forlan. Entrambi però trovano la pronta risposta di Gillet. Il Bologna, fin lì poco preciso, soprattutto in fase di costruzione, passa sorprendentemente in vantaggio al 36'. Ramirez con un gioco di prestigio elude Lucio, crossa all'indietro per Perez. L'uruguagio serve Di vaio, che evita l'intervento di Nagatomo e batte J. Cesar sul primo palo. L'Inter subisce il colpo e dopo nemmeno un minuto, Ranocchia si addormenta su un lancio di Mudingai, da dietro spunta ancora Di vaio, che sorprende il difensore nerazzurro e si lancia verso J.Cesar. L'attaccante romano è freddissimo e raddoppia. L'uno-due degli emiliani innervosisce l'Inter, mentre la squadra di Pioli cerca di sfruttare le ripartenze. Si va così al riposo sullo 0-2.
La ripresa inizia con l'Inter davanti: gli uomini di Ranieri alzano il baricentro nel tentativo di riaprire la partita, ma la lucidità è poca così come le occasioni concrete che i nerazzurri riescono a creare. Al 15' esce Forlan, pressochè invisibile e fischiato dai suoi tifosi, ed entra Poli. Ranieri cerca di dare compattezza e di frutti sono quelli sperati, l'ex doriano appare infatti più dinamico dei compagni e la squadra sembra ballare meno dietro. Al 21' ancora un intervento di Gillet nega a Ranocchia la possibilità di rifarsi dell'errore sul secondo gol. Il tempo passa e la situazione non cambia, Moratti abbandona lo stadio e i fischi dei tifosi iniziano a farsi sentire. A peggiorare il tutto ci pensa Robert Acquafresca. L'ex Cagliari al 40' dopo l'ennesimo errore di Ranocchia, riceve palla al limite dell'area, fa tutto da solo, evita l'intera difesa interista e batte J.Cesar sul secondo palo. Per L'inter sono ora 5 le gare senza vittoria, non accadeva dal 2004, 3 le sconfitte consecutive, così come le partite senza reti, non succedeva dal '99. Ranieri dovrà cercare di salvare il salvabile e voltare pagina velocemente, perchè a Marsiglia mercoledì non intendono fare sconti.


Davide Bernardi

venerdì 17 febbraio 2012

DISFATTA LAZIO. L'UDINESE NON VAOLTRE LO 0-0

Europa League

I BIANCOCELESTI NE PRENDONO TRE DALL'ATLETICO. I FRIULANI NON RIESCONO A  SFONDARE IL MURO DEL PAOK.

Nell'andata dei sedicesimi di Europa League, la Lazio cade in casa, sconfitta 3-1dall'Atletico Madrid.
La squadra di Reja, passa in vantaggio con Klose, ma subisce la rimonta degli spagnoli grazie al pareggio di Lopez e la doppietta di Falcao.
Le assenze tra le fila dei capitolini costringono Reja a schierare quella che è la formazione obbligata. Con Brocchi, Cana , Mauri, Radu e Rocchi out, davanti a Marchetti scendono Biava, Diakite, Zauri e Konko. Da schermo a centrocampo fungono Matuzalem e Ledesma, mentre il trio Gonzales, Hernanes, Candreva supporta l'unica punta Klose. Simeone schera invece gli undici che hanno infilato sei vittorie consecutive nella Liga, eccetto l'ex Juve Tiago, fuori per infortunio. Gli uomini del Cholo partono forte, ma a passare in vantaggio sono i biancocelesti, con Klose che ribadisce in gol una botta di Candreva dalla sinistra. Gli ospiti non si scompongono e acciuffano il pareggio 6 minuti dopo. Adrian Lopez, servito da Falcao, sorprende Diakite: è 1-1. La Lazio accusa il colpo e subisce anche il secondo gol, la firma è del solito Falcao Garcia. Il colombiano sfrutta al meglio un cross di Diego, sbuca alle spalle di Konko e anticipa in rete quando siamo al 37'. I Colchoneros dominano la partita e rischiano più volte di fare il terzo gol.
Nella ripresa Reja inserisce Kozac, i biancocelesti alzano il baricentro, ma i contropiedi degli ospiti sono fulminanti. Al 18' Adrian Lopez si mangia Stankevicius, crossa in mezzo e sul secondo palo trova il solito Falcao che deposita per il 3-1. A questo punto il passaggio del turno appare per la Lazio sempre più un miraggio.
Per quanto riguarda invece l'altra italiana in campo, l'Udinese sbatte contro il muro del PAOK e non va oltre lo 0-0.
Al Friuli la prestazione degli uomini di Guidolin è stata davvero convincente sotto il profilo della costruzione, a mancare è stata forse la fame sotto porta, traducibile in un nome: Totò Di Natale. L'assenza del bomber napoletano pesa e non poco sul risultato; il solo Floro Flores infatti, pur essendosi sacrificato molto, è stato lasciato troppo solo là davanti e l'ingresso nella ripresa di Fabbrini non ha cambiato la situazione.
I greci invece presentatisi per limitare i danni non tentano neppure le ripartenze; la partita la comanda quindi l'Udinese, che va vicino al gol con Floro Flores e Abdi (palo). Nel finale è un assedio bianconero, ma la l'imprecisione ha la meglio. Dopo tre minuti di recupero, l'arbitro Mallenco chiude la gara.
Non un risultato molto positivo per i ragazzi di Guidolin, che per passare il turno saranno costretti a segnare almeno un gol a Salonicco.

Davide Bernardi

giovedì 16 febbraio 2012

KRASIC HA LE VALIGE PRONTE: LO ASPETTA SPALLETTI

IL SERBO PRONTO A TRASFERIRSI A SAN PIETROBURGO A TITOLO DEFINITIVO

Milos Krasic ha le valige pronte. La destinazione è San Pietroburgo, dove il calciomercato è ancora aperto. L'esterno destro della juve sarebbe davvero ad un passo dalla squadra allenata da Luciano Spalletti. La volontà di mandare in porto l'affare c'è da parte di tutti. La juve infatti si liberebbe di un ingaggio superiore ai due milioni. Lo Zenit invece, otterrebbe  un uomo importante da piazzare sulla destra, e  Krasic stesso, intenzionato a cambiare aria  dopo il poco spazio trovato alla Juve con l'arrivo di Conte, troverebbe la squadra ideale in cui potersi rilanciare. La parentesi italiana del serbo è stata fin qui breve, ma intensa. Arrivato a Torino dal CSKA, nell'estate 2010, per 15 milioni, il biondo di Mitrovica ha vissuto la prima parte della stagione scorsa da fenomeno; galoppate sulle fasce e prestazioni che hanno spesso fatto fare punti importanti ai bianconeri.
Un calo vissuto da Gennaio in poi, unito ad alcuni episodi non felicissimi, come il tuffo a Bologna che gli costò 3 giornate di squalifica, oscurarono un pò la sua immagine.
Nella nuova stagione, con l'arrivo in panchina di Antonio Conte, Krasic dopo alcune prestazioni insufficienti e aver dimostrato una scarsa adattabilità agli schemi del nuovo allenatore, ha perso il posto da titolare, rilevato dagli emergenti Giaccherini ed Estigarrinia.
Staremo quindi a vedere se Luciano Spalletti riuscirà a riaccendere un giocatore che nel 2010 veniva presentato come il nuovo Nedved.

Davide Bernardi

MILAN SHOW, ARSENAL DEMOLITO

Notti da Champions

I ROSSONERI NE RIFILANO 4 AI GUNNERS E IPOTECANO IL PASSAGGIO DEL TURNO

MILANO- Se a Udine avevano portato a casa i tre punti pur senza convincere gli esteti del bel calcio, il Milan di ieri sera ha certamente messo d'accordo tutti. Un risultato secco (4-0) che proietta la squadra rossonera nei quarti della competizione regina a meno di tragici capitomboli londinesi. Partita mai veramente in discussione con la squadra di Arsene Wenger che sembra addirittura non essere mai entrata in campo. Allegri dà subito fiducia al rientrante Boateng mentre in attacco tiene fuori l'eroe di sabato Maxi Lopez a favore di Robinho, recentemente fischiato dal pubblico del Meazza dopo i recenti e, parecchi, errori sotto porta. Il Milan parte subito forte e dopo soli 16 minuti è proprio Boateng a sbloccare il risultato con un gran diagonale su cui Szczesny non può davvero nulla. Un vero capolavoro che va ad aggiungersi alle altre perle stagionali del ghanese siglate contro il Barcelona e il Plezen. Il primo tempo appare un monologo rossonero, con la sensazione che il Milan possa concludere in qualsiasi momento. Il raddoppio arriva difatti al 37' con il solito Ibra ( a proposito, non sembra proprio quello delle partite a eliminazione diretta) che si trascina con gran potenza e forza fisica sul fondo mettendo in mezzo un pallone che nemmeno Robinho può sbagliare . Il secondo tempo ricomincia con l'entrata in campo per i londinesi di Thienry Henry, ma neanche lui può niente contro la furia rossonera e, solo cinque minuti dopo il rientro dagli spogliataoi, è ancora Robinho a siglare il terzo gol. Gran colpevole l'intera linea difensiva del Arsenal che si lascia sfuggire sotto il naso il brasiliano ed il portiere che non riesce ad arrivare su un tiro apparentemente facile. Non ancora contenti del risultato sono sempre i rossoneri a dirigere il gioco con l'Arsenal del tutto imbambolato dallo strapotere milanista. Strapotere che permette a Ibra di guadagnare l'ennesimo rigore stagionale che puntualmente va a segnare così da mettere il punto esclamativo sulla sua grande prestazione. Divario netto, che sarebbe potuto anche essere ancora maggiore con un pizzico di precisione in più milanista

 L'Arsenal esce del tutto ridimensionata da questa nottataccia europea: “huMILiated” titolano i soliti catastrofici tabloid inglesi, ma questa volta gli diamo ragione. Per novanta minuti sono stati la vittima sacrificale di una squadra che sembrava a dir la verità troppo forte per loro. Perso per infortunio il gigante tedesco Mertesacker, unico vero perno, i sostituti non sembrano davvero all' altezza della competizione. Anche in avanti c'è poco: apparte il solito Van Persie, ieri predicatore nel deserto, i vari Rosicky e Walcott non hanno mai messo in difficoltà la retroguardia milanese.
Con Man Utd e City già eliminate dalla coppa “che conta” e l'Arsenal con un piede e mezzo nella fossa, il 2012 si prospetta un anno fallimentare per le inglesi con il serio rischio di non portare nemmeno una compagine (Napoli permettendo) tra le migliori 8 d'Europa. Considerando che l'anno passato furono tre i team inglesi a superare gli ottavi, un completo fallimento inglese potrebbe essere davvero scioccante per i sudditi di Sua Maestà.


Nicolò Smerilli

mercoledì 15 febbraio 2012

CONTE CONTRO GLI ARBITRI: "TIMORE DI FISCHIARE A NOSTRO FAVORE"

PESANTI ACCUSE DELL'ALLENATORE BIANCONERO NEI CONFRONTI DELLA CLASSE ARBITRALE


Sono pesanti le dichiarazioni con cui Antonio Conte si sfoga nel post-partita col Parma. ""Penso che si abbia paura a dare rigori a favore della Juventus"- dichiara l'allenatore bianconero- "Le situazioni di oggi le ho già viste, in campo. Per il Parma non c'è niente, anzi c'è una simulazione di Giovinco che avrebbe meritato il giallo. Su Giaccherini e Pirlo le immagini si commentano da sole, penso che si abbia paura a dare rigori alla Juve, non te lo danno neanche se uno muore in area, e non voglio appellarmi ai singoli episodi di questa partita, ma di tutto il campionato". Continua Conte: "L'aria che si respira è che se non si fischia per la Juve non si sbaglia, se si sbaglia a sfavore della Juve non succede niente. Vogliamo essere trattati equamente, è una situazione veramente antipatica. Perchè questo? Basta andare indietro e c'è la spiegazione. Mi dispiace, comincio in cuor mio ad avvertire delle cose che pensavo fossero superate. Dico solo che siamo trattati in maniera diversa rispetto alle altre 19 squadre e per uno sportivo come me è difficile dirlo, mi addolora. Non voglio parlare del singolo episodio, ma di una statistica allarmante. Noi sviluppiamo 70-75' nella metà campo avversaria- aggiunge il mister juventino- "e fino ad ora siamo la squadra che ha avuto meno rigori in assoluto: uno. Anche le ultime in classifica ci precedono in questa graduatoria. Gli arbitri devono essere sereni nei nostri confronti, vi invito a guardare le statistiche di quanti rigori abbiamo preso e quanti ce ne hanno dati contro negli ultimi anni.
 "Come il suo allenatore la pensa anche Andrea Pirlo, che a Sky ha dichiarato: "Su di me rigore evidente. Ho coperto la palla ed ho sentito una ginocchiata, un calcio dietro la schiena. N onvogliamo regali da nessuno, solo che ci diano i rigori quando ci sono".

JUVE ANCORA BLOCCATA SULLO 0-0. MANCATO IL CONTRO-SORPASSO.

I BIANCONERI FERMATI A PARMA. POLEMICHE NEL FINALE PER DUE PROBABILI RIGORI NEGATI AI BIANCONERI

Come con il Siena non sono bastati 80' passati nella metà campo avversaria per portare a casa i tre punti. La Juventus viene fermata sullo 0-0 a Parma.
 Al Tardini, Conte schiera i bianconeri, in rosa per l'occasione, con il 3-5-2. Sulle fasce Estigarribia a sinista e Lichtsteiner a destra. Davanti la coppia Matri Vucinic. Identico modulo per i ducali, che propongono la coppia d'attacco Floccari e l'ex della gara, Giovinco.
 Il copione tattico è fin da subito quello previsto: palla ai bianconeri e crociati tutti dietro a difendere il fortino, cercando di sfruttare le possibili ripartenze. La prima occasione arriva al 3'. Su un calcio di punizione di Pirlo, Chiellini anticipa tutti di testa, ma la palla finisce sul palo e i crociati riescono a salvarsi. La Juve continua a gestire il possesso andando spesse volte alla conclusione con Vucinic e Matri, ma la mira è sempre imprecisa. Si va così al riposo sul risultato di 0-0.
La Ripresa inizia con gli stessi ventidue in campo, e uguale è anche il copione. la Juve continua a premere e il Parma cerca di tirare il muso fuori dalla tana nelle rare occasioni di contropiede. Gli uomini di Conte sono sempre troppo imprecisi e nei casi in cui le conclusioni inquadrano lo specchio della porta, ci pensa Pavarini a chiudere ogni spiraglio. Si arriva così anche al primo tiro in porta del Parma. Al 73' su un calcio piazzato dalla sinistra Giovinco impegna seriamente Buffon, che è costretto a respingere di pugni. Entrambi gli allenatori fanno i loro cambi, ma nonostante svariate occasioni, il risultato non si sblocca. Mazzoleni dunque dopo 4 minuti di recupero chiude la gara sullo 0-0.
Nonostante le polemiche nei confronti della terna arbitrale per tre rigori possibili non dati (due per gli ospiti, uno per la squadra di casa), la prestazione offerta dalla Juventus oggi è stata di buon livello, soprattutto per quanto riguarda il gioco propositivo. In assenza che Vucinic dimostri di essere un campione però, l'impressione è quella che alla Juve manchi ancora qualcosa, o meglio qualcuno,  un giocatore davanti, capace di fare la differenza nelle giornate in cui proprio sembra non voler entrare. Fallisce così il contro-sorpasso ai danni del Milan, che rimane davanti un punto; gli uomini di Conte hanno comunque a disposizione il recupero col Bologna per tornare in testa. Per quanto riguarda invece il Parma, quella dei ducali è stata una buona prova di compattezza. I crociati hanno dimostrato di saper soffrire, mantenendo così l'imbattibilità  in queste prime 5 giornate con Donadoni in panchina, in cui ha conquistato 2 vittorie e 3 pareggi.

Davide Bernardi

IL BARCELLONA SCHIANTA IL LEVERKUSEN. OK IL LIONE CON L’APOEL



Notti da Champions

I BLUAGRANA PASSANO 3-1 IN GERMANIA. VITTORIA DI MISURA PER IL LIONE.

Il Barcellona mette una seria ipoteca sul passaggio degli ottavi di finale sconfiggendo in Germania , il Bayern Leverkusen per 3-1.  I blaugrana, nonostante le polemiche settimanali seguite  alla sconfitta con l’Osasuna, schiantano i tedeschi grazie alle prime reti in Champions di Alexis Sanchez e del sigillo del solito Messi.    Con  Xavi out e Pique non convocato dopo lo spavento dovuto all’incidente ( e probabilmente anche alla prestazione offerta con l’Osasuna), Pep Guardiola schiera dall’inizio i convalescenti Iniesta e Busquets. Dutt invece, a causa delle assenze, propone Renato Augusto dietro l’unica punta  SchÜrle.  La partita, che vede opporsi al possesso palla degli spagnoli, un pressing asfissiante da parte delle apirine, rimane bloccata fino al 40’, quando Messi ,con un lampo d’esterno, mette Sanchez davanti a Leno. El Niňo Maravilla mette a segno con un tocco che si infila sotto le gambe del portiere tedesco.
  Il pareggio per la squadra di casa arriva al 7 del st. Dopo un’iniziativa personale di Corluka sulla destra, Kadlec deposita di testa in rete battendo sullo stacco Adriano e Dani Alves.  La parità tra le due squadre dura però solo 4 minuti, il Barcellona infatti riporta la gara sui binari giusti con Sanchez, che grazie all’assist di Busquetz (invisibile fino a quel momento) batte ancora una volta Leno. La reazione del Bayer non si fa attendere e al 63’ Castro con un diagonale mancino colpisce in pieno il palo. A questo punto però gli uomini Dutt si spengono e a crescere sono Messi e compagni. Al 72’ la Pulce, dopo aver irriso la difesa tedesca tenta il lob, che però si stampa sul palo. La firma del tre volte vincitore del Pallone D’Oro arriva di lì a poco. All’89 infatti dopo aver scaricato sulla destra per Dani Alves, Messi a riprendere il cross del Brasiliano mettendo in rete da due passi. Il Barcellona quindi dimentica la brutta prestazione con l’Osasuna e ipoteca il passaggio del turno. Per quanto riguarda invece l’altro ottavo di finale in programma, Olimpyc Lione ospitava L’Apoel di Nicosia. Garde schiera i francesi  senza Gomis, intenzionato a sfruttare la velocità sulle fasce di Lacazette ed Ederson. I ciprioti invece, presentatisi allo Stade de Gerlane per non prenderle, operano un catenaggio dal primo al novantesimo. La prima frazione di gioco, anche per merito della compattezza dell’Apoel, è particolarmente soporifera e priva di emozioni. Nella seconda frazione dunque ci si aspetterebbe, tra le fila del Lione, l’inserimento di Gomis o Briand e invece no. Garde riparte con gli stessi undici, e il Lione passano al 13’. Lacazette, entrato in area da sinistra, si accentra e scarica verso la porta un tiro che finisce in rete anche grazie ad una deviazione.  A questo punto il Lione non da tregua alla squadra ospite, ma l’imprecisione regna sovrana. Il match finisce dunque 1-0, lasciando così i giochi aperti per il ritorno a Nicosia.

Davide Bernardi

martedì 14 febbraio 2012

TRENT'ANNI DOPO: STESSO VIZIO

NUOVO SCANDALO SCOMMESSE SUL CALCIO ITALIANO

Tra la fine del 1979 e l' inizio del 1980 due signori romani assistettero a numerose partite di Serie A e Serie B girando tutta l'Italia: Palermo, Avellino, Bologna e molte altre. I due nonostante fossero realmente appassionati di calcio non si presentavano allo stadio per divertimento, andavano perchè erano convinti di sapere qualcosa di cui tutti gli altri spettatori non erano a conoscenza, ovvero il risultato. Massimo Trinca e Alvaro Cruciani erano solo la punta di un sistema marcio sin dalla base. Difatti i veri fautori di queste truffe non erano i due romani ma alcuni giocatori della Serie A che, puntando sulla partita della propria squadra,   miravano a guadagnare soldi attraverso le scommesse illegali. Tuttavia alcune partite precedentemente concordate non riuscirono a terminare con i risultati voluti così da far perdere a Cruciani una cifra superiore ai duecento milioni di lire. Tutto ciò fece sì che fu lo stesso Cruciani nel marzo del '80 a presentare un esposto alla procura della Repubblica di Roma denunciando di essere stato truffato da alcuni giocatori del massimo campionato. Le indagini portate avanti dalla magistratura portarono alla scoperta di un giro clandestino di scommesse ben più grande di quello che i due “gentiluomini” romani potessero immaginare. Il 23 marzo del 1980, durante lo svolgimento delle partite di campionato, venne ordinato l'arresto di coloro che erano ritenuti coinvolti nel giro illegale. Tra i vari nomi di giocatori incriminati quelli di Enrico Albertosi, Bruno Giordano e Paolo Rossi erano sicuramente i più pesanti. Il “Totonero”(questo fu il nome dato dai media a tutta la vicenda) destabilizzò moltissimo il sistema calcio italiano a pochi mesi dall'inizio del Campionato Europeo, e spedì addirittura in B una società blasonata come il Milan. Trent'anni dopo il vizio è rimasto ai calciatori italiani. Lo scorso 2 giugno la procura di Cremona  ha fatto eseguire numerosi procedimenti di custodia cautelare verso coloro che erano rei di aver modificato l'andamento di alcune partite professionistiche italiane. Anche questa volta i nomi coinvolti sono importanti: Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta ed ex nazionale azzurro, Stefano Bettarini e sopratutto Giuseppe Signori, uno che in nella sua carriera ha segnato più di 200 gol. Le indagini della giustizia sportiva sono tuttora in corso e man mano vengono alla luce notizie sempre più sconcertanti. Uno dei primi e forse uno dei più significativi episodi fu quella riguardante il portiere della Cremonese Marco Paoloni che, coinvolto fino al collo nel giro delle scommesse clandestine, durante l'intervallo di una partita decise di somministrare all' insaputa dei compagni di squadra dei calmanti così da farli tornare in campo meno “agguerriti” e riuscire in tal modo a perdere la partita, risultato su cui il portiere aveva ovviamente scommesso. Nei due scandali le domande che si sono posti sia i giornalisti sia i comuni tifosi è: Perchè? Quale motivo spinge giocatori già strapagati a rischiare la propria carriera e sopratutto la propria libertà per guadagnare qualche miglialio di euro in più? A mio modesto parere i giocatori sono attratti dal senso di potere che il truccare le partite comporta, la voglia di scalvalcare gerarchicamente le istituzioni sentendosi a volte dei veri e proprio “boss”.Certamente alcuni lo faranno anche semplicemente per vizio, per una impossibilità nel farne a meno ma di certo nessuno lo fa per una mera questione economica. Certamente sia oggi che nel 1980 a pagarne è stato sempre il cittadino-tifoso che viene privato dell'essenza pulita di uno sport che dovrebbe sempre e comunque divertire e non indignare coloro che lo seguono.

Nicolò Smerilli

SERIE A AL GIRO DI BOA, PRONTI PER IL RUSH FINALE!

Siamo ormai arrivati al giro di boa di questa serie A e le cose rispetto allo scorso campionato sono cambiate per parecchi aspetti. Facciamo il punto: la sorpresa più grande l’ha riservata sicuramente la Juventus di Conte; i bianconeri infatti si trovano imbattuti, secondi a due punti dal Milan , ma con due gare da recuperare,con 45 punti ben 9 in più dello scorso anno, anche grazie al dodicesimo uomo offerto ogni domenica dai tifosi dello Juventus Stadium. Delude un po’ invece il Milan, nonostante il possibile primo posto, per il gioco espresso dagli uomini di Allegri negli scontri diretti: solo 5 punti conquistati nel girone d’andata contro Udinese, Lazio, Inter, Napoli, Roma e Juventus. Sull’altra sponda del naviglio, l’Inter si ritrova con un punto due punti in meno dell’anno scorso, quando però, proprio a questo punto partì lo sprint che portò i nerazzurri, allora guidati da Leonardo, a soli 3 punti dai cugini milanisti. Quest’anno i giocatori interisti appaiono invece, più appesantiti e meno lucidi, nonostante i ripetuti tentativi di mister Ranieri di far convivere Sneijder, con il 4-4-2, suo modulo di fiducia, grazie al quale tra dicembre e gennaio i nerazzurri hanno messo a segno un filotto di 7 vittorie consecutive. Gli ultimi due k.o subiti sono però più di un campanello d'allarme. Come terza forza del campionato quest’anno, si sta imponendo, con 42 punti, la Lazio di Edy Reja, che l’anno scorso di questi tempi ne aveva 40 e si trovava in quarta posizione, A proposito invece dell'altra squadra capitolina, la Roma di Luis Enrique invece, dopo aver cambiato proprietario, allenatore e vari giocatori, si ritrova con 7 punti e 3 posizioni in meno rispetto al gennaio 2011. I giallorossi quest’anno, hanno assunto il ruolo di vera e propria mina vagante, alternando prestazioni maiuscole a perfomance in cui i gli uomini del giovane allenatore spagnolo non sono riusciti ad imporsi, vedi Bologna,Cagliari e Siena ieri sera. Stesso andamento altalenante è quello del Napoli di Mazzarri. Gli azzurri, forse anche gravati dagli impegni di Champions si trovano con 34 punti in settima posizione; 11 punti e quattro piazzamenti in meno dello scorso girone d’andata, quando venivano indicati come gli anti-Milan. Capitolo a parte va riservato all'Udinese di Mister Guidolin, che quest'anno sta confermando le straordinarie prestazioni offerte l'anno scorso, quando a questo punto si trovava in ottava posizione, volando però sulle ali di un entusiasmo che la trascinò fino alla conquista del quarto posto a fine stagione. Nelle retrovie la situazione quest’anno è grosso modo la stessa dell’anno scorso:  tra il Novara (ultimo) e il Bologna (quint’ultimo) ci sono 9 punti. Erano invece 8 quelli che separavano il Bari fanalino di coda, al Catania, quint’ultimo. Il rush finale è partito. Chi sarà il primo a tagliare il traguardo?


Davide Bernardi