Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

giovedì 1 marzo 2012

GOL!!!?..NO!..SI!..BOH!


In principio fu Wembley, Inghilterra. Era il 1966 e dinanzi a 93.000 spettatori si giocava la finale della settima Coppa Rimet, l'attuale Coppa Del Mondo. In scena andavano i padroni di casa opposti agli eterni rivali tedeschi. Chi la vide disse che fu una partita bella e combattuta, perennemente incerta nel risultato finale. I tempi regolamentari finirono sul 2 a 2, così da dover ricorrere ai supplementari. Undici minuti dopo l' inizio dell' extra-time accadde una cosa di cui oggi, quasi mezzo secolo dopo, ancora se ne discute. Il cannoniere inglese, Geoff Hurst, lasciò partire un gran tiro che si stampò sulla parte inferiore della traversa e rimbalzò sulla linea di porta prima di tornare nuovamente in campo. I britannici richiesero ovviamente il gol, ma l' arbitro non avendo visto bene chiese il parere dell' assistente di linea. Quest' ultimo risentendo forse dell' ambiente, decise così di convalidare il gol. Tuttavia le immagini televisive dell' epoca dimostrarono che la sfera non aveva completamente oltrepassato la linea e che quindi tutto ciò non era valido. Grazie a questo “non gol” la squadra britannica portò in patria il primo e finora unico trofeo internazionale. Questo è sicuramente il caso più eclatante in cui sarebbe servita un qualche tipo di tecnologia in campo per non stravolgere l'esito di un match. Nel corso degli anni sono sono stati numerosissimi i casi in cui si sarebbe dovuto utilizzare dei mezzi per meglio sostenere i direttori di gara.
A distanza di 44 anni, i tedeschi, seppur modesta, la loro rivincita se la sono presa: ottavi di finale di Sud Africa 2010. Siamo al 38’ minuto e la Germania conduce per 2-1 sull’Inghilterra, quando Frankie Lampard con un pallonetto dal limite, prova a beffare Neuer. La palla sbatte sulla parte inferiore della traversa e questa volta, al contrario di Webley, prima di rientrare in gioco varca completamente la linea di porta. L’arbitro Larronda però lascia proseguire. Furiose le proteste britanniche. La partita si chiuderà poi sul 4-1 per i tedeschi.
Altro caso eclatante è stato il gol di Henry nello spareggio mondiale contro l’Irlanda del trap. In quel caso l’attaccante francese, davanti alla porta, si aggiustò - per usare un eufemismo – la palla con la mano e segnò il gol vittoria, regalando così òla qualificazione ai suoi.
In Italia queste circostanze hanno riguardato spesso e volentieri la Juventus. I più attenti tifosi juventini e non, certamente ricorderanno le partite contro Udinese ed Empoli del campionato 1998 in cui i difensori bianconeri spazzarono via il pallone con dei grandissimi interventi. Al contrario di Wembley in cui la palla non entrò ed il gol fu convalidato, in queste due situazioni  la sfera superò la linea di mezzo metro ma in entrambe le circostanze l'arbitro non vide e non ne concesse nemmeno uno. Oggi che siamo nel 2012 e tutti i tipi di tecnologia si evolvono velocemente, il mondo del pallone ancora ristagna sugli stessi errori di cinquant' anni fa. In occasione del big match tra Milan e Juventus infatti, non è stata assegnata  una rete alla squadra lombarda in seguito ad un colpo di testa di Muntari finito evidentemente oltre la linea di porta. Apriti cielo! Infinite sono state, e sono, le polemiche in seguito alla decisione di Tagliavento e Romagnoli (arbitro e guardalinee) di non convalidare la marcatura. Quasi tutti gli addetti ai lavori hanno gridato allo scandalo ritenendo inammissibile non vedere un tale episodio. Come se non bastasse, ad accendere ancora di più la discussione ci ha pensato il capitano della nazionale italiana nonché portiere della Juventus Gianluigi Buffon. Il numero uno azzurro ha dichiarato nelle consuete interviste post-partita che se anche avesse visto chiaramente la palla entrare non lo avrebbe comunque detto al direttore di gara. I soliti moralisti italiani si sono scatenati dando prova del solito bigottismo che contraddice questo paese. Tutto finito? Macchè! A rincarare la dose di polemiche ci hanno pensato anche i rappresentanti delle maggiori istituzioni calcistiche, che hanno accusato il portiere bianconero di non dare l’esempio di lealtà ed onestà sportiva che ci si aspetterebbe dal capitano della nostra nazionale. Per inciso quanti di voi sarebbero andati dall’arbitro a dire che la palla aveva varcato completamente la linea di porta? Credo non molti.
A questo punto viene spontaneo il paragone con gli altri maggiori sport internazionali. Partiamo dal rugby, dove il TMO ( Television Match Officer ) determina la validità di una meta. Proseguiamo con il basket, il tennis e l’atletica, dove viene usato l’instant replay, per risolvere situazioni dubbie. Certo i fatti di Milano dello scorso 25 febbraio non hanno lasciato impassibile l’International Board, organo europeo competente, che il 2 luglio prossimo potrebbe offrire una sentenza definitiva in materia di tecnologia e calcio. Non bisogna però dare nulla per scontato, anche considerando l’ostile posizione assunta dal presidente Uefa Michel Platini, dichiaratosi favorevole alla presenza di giudici di linea.
Dalle ultime dichiarazioni di Blatter però sembra aprirsi un filo di speranza per Brasile 2014, dove probabilmente verranno adottate due tipi di tecnologie che toglieranno ogni dubbio sui gol fantasma. Era proprio necessario aspettare 48 lunghi anni?

Nicolò Smerilli Davide Bernardi

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