LA NOTTE DEL SORPASSO
Dopo cinque mesi di inseguimento, la Premier League cambia
capolista. Quando nei giorni scorsi tutti i tifosi di entrambe le squadre di
Manchester avranno scorto il calendario, pochissimi si saranno aspettati lo
scambio di posizioni in questo turno.
La partita casalinga dello United contro il West Bromwich
Albion era da “1 fisso”. I Red Devils erano provenienti da 6 vittorie nelle
ultime 7 partite, mentre i Baggies con tre vittorie consecutive si erano tirati
fuori dalla zona calda della classifica e potevano considerarsi un minimo
appagati.
L’avvio di gara tuttavia vede gli ospiti più motivati degli
uomini di Ferguson, e Andrews spaventa l’Old Trafford con una spaccata destro
(fuori di poco) e con un calcio piazzato che De Gea devia in angolo. Lo United
allora comprende che arrivato il momento di fare sul serio: Young prova più
volte a scardinare la difesa, ma è Rooney a sbloccare la partita con una deviazione sul
tiro-cross mancino di Hernandez.
La squadra di Sir Alex cresce: il Chicharito
colpisce il palo dal limite dell’area, mentre Welbeck incrocia troppo il mancino da
posizione defilata. Poi però, complice l’inferiorità numerica degli ospiti per
l’espulsione di Olsson, arriva il meritato 2-0: Young viene atterrato in area
da Andrews, e Rooney trasforma il rigore che chiude la partita.
La trasferta gallese del City si rivela invece
particolarmente indigesta agli uomini di Mancini, che perdono al Liberty
Stadium contro lo Swansea. I padroni di casa sorprendono i Citizens fin dalle
prime battute, quando Routledge perfora la difesa ospite e costringe Hart ad
un’uscita scomposta che provoca il rigore. Il portiere inglese però si fa
subito perdonare intuendo il destro a incrociare di Sinclair e tenendo
inviolata la porta. Mancini inserisce Aguero prima ancora che finisca il primo
tempo e la verve del City cambia subito.
Tuttavia i ricami di Silva, del Kun e
di Nasri si fermano sempre al limite dell’area di rigore, producendo soltanto 5
tiri nello specchio della porta nell’arco dei 90’.
La ripresa vede uno
Swansea più “italiano”, votato al chiudersi per ripartire in contropiede. Micah
Richards ci prova dalla distanza ma trova Vorm pronto a deviare in angolo.
Anche Yaya Tourè ci prova in mischia, ma ne guadagna solo un altro corner. E a
sette minuti dalla fine arriva il colpo del ko: cross di Routledge dalla
destra, il neo-entrato Moore si stacca dalla marcatura di Savic e realizza di
testa il gol dell’1-0. Nei minuti di recupero Richards segna in fuorigioco e la
terna arbitrale giustamente annulla il gol, costringendo la squadra di
Manchester alla resa.
Si riscatta invece il Chelsea, che vince 1-0 col centesimo
gol in Premier di Drogba. Dopo la vittoria in FA Cup, Di Matteo guida i Blues
al successo anche in campionato, grazie a una rispolverata della vecchia
guardia londinese, con Terry, Lampard e Drogba in campo assieme dal primo
minuto. Come spesso accade durante i cambi di gestione, il primo aspetto su cui
ci si concentra è la chiusura della difesa: zero tiri in porta concessi. Va
detto che di fronte c’era lo Stoke City (penultimo attacco della Premier), non
esattamente il Barcellona, ma è pur vero che nelle ultime giornate la gestione
Vilas Boas aveva subito gol dal Wolverhampton, dal WBA e dall’Aston Villa. I
londinesi partono con un 4-2-3-1, ma la mossa che sblocca l’incontro è
l’espulsione di Fuller per un calcio volontario sui “gioielli” di Ivanovic. Lo
Stoke a quel punto si barrica in difesa e le occasioni migliori arrivano su
calcio piazzato: Terry incorna di testa ma colpisce la traversa. Prima
dell’intervallo è ancora il montante a negare il gol al Chelsea: il destro di
potenza di Ivanovic su corta respinta della difesa trova soltanto il legno
sulla sua traiettoria. L’inserimento di Mata da’ i suoi frutti nella ripresa,
quando lo spagnolo attira la difesa su di sé in dribbling e poi serve un
passaggio filtrante per Drogba: dribbling secco sul portiere e palla in rete.
Lo stesso Mata sfiora il raddoppio su calcio di punizione, ma il suo tiro
incoccia contro il palo. E i tre punti permettono di raggiungere il 5° posto in
classifica.
Nelle altre partite si segnala in negativo il Liverpool, che
incappa nella terza sconfitta consecutiva, ad opera del Sunderland. Il gol
partita arriva in avvio di ripresa: Campbell colpisce il palo da fuori area, la
palla carambola su Reina e resta in area, dove Bendtner è pronto per il tap-in
vincente. Reds mai in partita e scarsamente pericolosi, che trovano soltanto in
un tiro dalla distanza di Gerrard l’occasione più nitida per pareggiare.
Due gli scontri salvezza di giornata. Quello tra Wolves e
Blackburn viene vinto dagli ospiti, con una doppietta di Hoilett a spianare la
strada ai Rovers. Il primo gol nasce da una rimessa laterale in cui il
centravanti canadese con una mezza rovesciata insacca l’1-0. Nella ripresa
invece Yakubu si porta a spasso la difesa di casa sulla sinistra, poi serve
sulla tre quarti dove Hoilett ha spazio per prendere la mira e realizzare il
2-0 che chiude i conti.
L’altro duello per non retrocedere vede il Bolton battere in
casa il QPR con una svista arbitrale decisiva. Gli ospiti prima colgono una
traversa con Zamora, poi si vedono negare un gol di Hill ampiamente oltre la
linea di porta. Il Bolton allora ne approfitta e col colpo di testa di Pratley
su cross di Ream passa in vantaggio. Il QPR pareggia nella ripresa con Cissè
che a tu per tu col portiere realizza il suo secondo gol in Premier. A 3’
dalla fine Klasinc infila il 2-1 su invito di Miyaichi per una vittoria che
vale oro.
Non approfitta di questi risultati il Wigan, che parte male
e strappa un solo punto in casa del Norwich: apre le marcature il sinistro di
Hoolahan che anticipa entrambi i centrali del Wigan sul primo palo e realizza
il vantaggio. Il pareggio degli uomini di Roberto Martinez arriva ad opera di Moses, che
si inserisce tra le maglie gialle sull’assist di Maloney, scarta Ruddy e fa
1-1.
L’Everton batte il Tottenham al termine di una partita con
poche emozioni. I padroni di casa passano in vantaggio grazie a un’incursione
sulla sinistra di Osman, che serve al centro Jelavic per l’1-0. Gli Spurs non
brillano e l’occasione migliore per pareggiare arriva in pieno recupero, con
l’ex di turno Saha che col sinistro manda il pallone sul palo.
L’Aston Villa batte il Fulham all’ultimo respiro: dopo un
incontro in cui le due occasioni migliori si erano fermate sulle opposte
traverse (quella di Gardner per i Villans e di Duff per gli ospiti), la partita
viene risolta da un gol di Weinmann, che insacca una corta respinta di
Schwarzer sul tentativo di Gardner.
Per una londinese che crolla nei minuti di recupero, ce n’è
una che vince: l’Arsenal strappa il successo in extremis contro il Newcastle,
dopo essere passato in svantaggio, ma anche dopo una partita che l’ha visto
assoluto protagonista. I Magpies passano a condurre con il gol di Ben Arfa, ma
vengono subito raggiunti dal 26° sigillo stagionale di Van Persie. I Gunners
attaccano per tutta la partita e paradossalmente segnano in contropiede il gol
vittoria: da un rimessa laterale in zona d’attacco per il Newcastle nasce la
ripartenza decisiva con cross di Walcott, spizzato di testa da Gervinho e poi
concluso in porta da Vermaelen. Per gli uomini di Wenger è il quinto successo
consecutivo, il terzo che arriva oltre il 90’ nelle ultime quattro partite.
The Good: David
Hoilett. La sua doppietta nello scontro diretto coi Wolves permette al suo
Blackburn di uscire dalla zona retrocessione. Una prestazione che può cambiare
una stagione.
The Bad: Stefan
Savic. Il giovane difensore del City sostituisce l’infortunato Lescott e lo fa
rimpiangere con un errore decisivo sul gol di Moore. Si rifarà, ma per ora è
una bocciatura.
The Ugly: Ricardo
Fuller. Un fallo vistoso e totalmente inutile condanna il suo Stoke a restare
in 10 per più di un’ora. La trasferta a Stamford Bridge era già difficile, per
colpa sua è stata impossibile.
Valerio Brutti
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