Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

venerdì 29 giugno 2012

AUFWIEDERSEHEN DEUTSCHLAND!

SI RIPETE LA TRADIZIONE: BATTIAMO ANCORA LA GERMANIA (2-1) E ANDIAMO IN FINALE

In barba alla pizza, alla pasta, alla mafia, allo spread e agli eurobond. Possono prenderci in giro quanto vogliono, ma quando si tratta di scendere sul rettanolo verde, storia non ce n'è. Anzi la storia c'è ed è anche piuttosto tinta d'azzurro. Dopo messico '70, Spagna '82, e Germania 2006, mandiamo a casa ancora una volta i tedeschi.

Questa vittoria però ha un sapore particolare. Perchè arriva in un periodo delicatissimo per il nostro popolo e per il nostro governo, perchè arriva in un momento difficilissimo, proprio come nel 2006, per il nostro calcio, perchè partivamo da super sfavoriti e perchè ci siamo presentati  a quest'europeo con lo spettro di una nuova delusione in stile sud Africa 2010.

A differenza della partita con l'Inghilterra, gli azzurri sono stati forse meno brillanti nella costruzione di gioco, comprensibile considerando la diversa caratura degli avversari, ma sono stati piu' intelligenti. Hanno contenuto, hanno colpito e alla fine hanno amministrato senza quasi mai correre grossi pericoli.
Per una volta, dopo le gare con Croazia, Irlanda ed Inghilterra, le statistiche non sono favorevoli agli azzurri, ma proprio questi dati sottolineano un aspetto quanto mai importante. L'Italia acquista un cinismo a lei sconosciuto e chiude la partita in pochi minuti.
 Se contro l'Inghilterra avevamo dovuto aspettare 120' per poter alzare le braccia al cielo, ieri ne sono bastati solo 16, quelli che passano dal '20 al '36 in cui Mario Balotelli ha firmato la sua doppietta.
Dopo la prestazione di ieri, la sensazione è che Super Mario abbia finalmente trovato il funghetto magico e sia diventato grande (almeno sul campo).

Fino a pochi giorni fa sembrava utopia dirlo e anche solo pensarlo, ma questa nazionale gioca meglio di quella di Berino 2006. Oggi come allora illuminata da Andrea Pirlo, bistrattato e preso in giro per quel nome (Andrea) che in Germania viene usato per le femmine e che il "Frankfurt Allgemaine" aveva sminuito, concentrandosi sulla sua capigliatura ''da femmina'' invece che sulle sue doti in campo. Contenti loro.

Si avvera dunque la previsione di Gerard Piquè, che dopo la partita inauguarale tra gli azzurri e le furie rosse, aveva dichiarato: "Ci vediamo in finale".
Dopo averci preso un pò sotto gamba solo quindici giorni fa, gli spagnoli iniziano a temerci. 'Marca' titola: "L'Italia es una maravilla. " "Sarà una finale tra giganti"". Mentre 'As' recita: "L'Italia fa paura".

Ola Roja, estamos llegando!!

Davide Bernardi

martedì 26 giugno 2012

ARGENTINA: L'ARSENAL VINCE IL SUO PRIMO TITOLO NAZIONALE, MA SI SALVA ALL'ULTIMA GIORNATA!

L'ARSENAL DE SARANDI' VINCE IL CLAUSURA 2012, MA A CAUSA DEL PROMEDIO RESCE A SALVARI SOLO ALL'ULTIMA GIORNATA


Se lo raccontassi in Italia probabilmente ti prenderebbero per matto. In Argentina no. L'Arsenal de Sarandì vince il suo primo titolo nazionale nei suoi 55 anni di storia, ma si salva solo all'ultima giornata.
Secondo i principi dei campionati europei una csa del genere sarebbe semplicmente impossibile, non potrebbe accadere. Nella patria di Maradona e Messi invece, grazie al "Promedio" sistema di calcolo che regola le retrocessione, il destino delle squadre è calcolato in base ai risultati sommati dei due campionati semstrali.

Ecco allora, che a causa di un coefficente disastroso, rimediato nel primo semestre, i rossoblu di Sarandì hanno potuto salvarsi dallo spettro  della retrocessione, solo all'ultima giornata, proprio quando è  arrivato il titolo atteso per oltre un secolo.
Il club che fu di Burruchaga grazie al successo per 1-0 sul Belgrano firmato dal difensore Lisandro Lopez e ai contemporani passi falsi di Boca e Tigre si aggiudica il clausura 2012.

Ulteriore particolare di questa bizzarra situazione è il fatto che il proprietario del club sia quel Julio Ricardo Grondona, attuale presidente dell'AFA, federcalcio argentina, che nel 1983 per salvaguardare la potenza River Plate, dopo la retrocessione del San lorenzo, decise di stabilire il metodo del promedio.

Davide Bernardi

lunedì 25 giugno 2012

"LESSON" NUMBER ONE: THIS IS FOOTBALL!

GLI AZZURRI DOMINANO UN'INGHILTERRA CATENACCIARA PIU' CHE MAI, PASSANO AI RIGORI E CONQUISTANO LA SEMIFINALE

Lezione di calcio. Aula: Stadio Olympiskiy di Kiev. Docente: Italia di Cesare Prandelli. Studenti del corso: Inghilterra di Roy Hogdson.
Alla faccia di tutti i gufi e dei boia che nei giorni passati avevano condannato gli azzurri dopo l'uscita non brillantissima con l'Irlanda del Trap, la truppa di Prandelli fa vedere ai sudditi della regina Elisabetta, cosa significhi governare su un rettangolo verde.

I ruoli si capovolgono finalmente. Da sempre additati dai sappientoni d'oltremanica come catenacciari, ieri agli Inglesi la palla l'abbiamo fatta vedere per i primi 20 minuti, poi come dei prestigiatori l'abbiamo fatta sparire. L'inghilterra, come per altro aveva già fatto vedere con l'Ucraina, è solo in grado di difendere in 10 e ripartire veloce una volta recuperata palla. La truppa di Hogdson sembra il Chelsea campione d'Europa, arroccato dietro pronto a sfruttare le poche occasioni che vengono fuori.

L'Italia annichilisce i britannici a centrocampo, nel salotto del thè, dove il calcio si costruisce e si inventa. Il confronto non sarebbe nemmeno da fare. Gerrard, lasciato troppo solo dall'inconsistente compagno di reparto Parker,  non può sostenere il fraseggio degli azzurri.  A fare i leoni in mezzo al campo sono Marchisio, Pirlo, De Rossi e Montolivo.
I numeri sono impressionanti e a leggerli, il colore già biancastro degli inglesi impallidisce ancor di più. 68% del possesso palla, 89% di passaggi riusciti. Pirlo tocca 171 palloni, Gerrard solo 57, i passaggi riusciti dello juventino sono 98, quelli del capitano inglese solo 22.

Gli azzurri sono quadrati come non mai, al 1' del secondo tempo, nonostante il risultato sia ancora sullo 0-0, la partita sembra già finita. Gli Inglesi non riescono a superare la metà campo. Al di là dei soliti tre giganti a centrocampo, la presenza di Montolivo è determinante. Collante tra centrocampo e attacco molto più dinamico di Thiago Motta, il fresco milanista è bravo a sostenere Cassano, non freschissimo ieri sera, e a dare una mano ai compagni di reparto sia nella fase di pressione che in quella di costruzione.

Unica nota negativa della serata è stata quella di non aver chiuso la partita nei 90' regolamentari. Due pali e tanta imprecisione ci hanno costretto a 120 minuti più rigori di sofferenza e di fatica ,che si faranno sicuramente sentire nell'ormai classica semifinale con la Germania, in quello che sarà sentito come un revival del 2006.

E pensare che ad un certo punto abbiamo anche pensato di averla persa questa partita. Montoilivo sbaglia il secondo rigore della serie, Rooney segna. Inglesi avanti 2-1.
Poi però arriva il turno di Andrea Pirlo, mai banale. A dodici anni di distanza "Trilli il campanellino" -come l'ha ribattezzato Carlo Pellegatti- rispolvera "Er Cucchhiaio", umilia Hart e ridà entusiasmo agli azzurri. Il fine è semplice: Nocerino e Diamanti trasformano, i due Ashley ( Young e Cole) no. Azzurri in semifinale, inglesi all'areoporto per tornare in patria.

Sorry men, THIS IS FOOTBALL!

Davide Bernardi

giovedì 21 giugno 2012

VERON SI RITIRA: IL CALCIO SALUTA LA SUA 'BRUJITA'

A 37 ANNI, DA' L'ADDIO AL CALCIO UNO DEI GIOCATORI ARGENTINI PIU' FORTI DI SEMPRE

Dopo Alex Del Piero e Filippo Inzaghi, il Calcio deve dire ciao ad un altro suo figlio prediletto. Juan Sebastian Veron infatti ha dato l'addio all'età di 37 anni per vari acciacchi fisici, dopo una carriera piena di successi e soddisfazioni.
Soprannominato la Brujita (la streghetta) per il suo talento, la sua classe e il suo estro, Veron era ed è tutt'ora un'icona, un giocatore inconfondibile: orecchino, baffi marcati, vari tatuaggi e l'immancabile fascia bianca sotto il ginocchio, portata più per scaramanzia che non per benessere fisico.

Veron ha salutato i tifosi dell'Estudiantes, squadra argentina che lo lanciò nel '94 e dove è tornato dal 2006, nell'ultima gara casalinga del campionato d'apertura contro l'Olimpo.
Al termine della partita vinta 2-0, proprio come successe a Torino e Milano per Del Piero ed Inzaghi, i 53 mila del Ciudad de La Playa, hanno ringraziato il proprio capitano, che non è riuscito a trattenere le lacrime, così come gran parte dei tifosi.

L'ex Lazio e Inter tra le altre, ha inoltre ricevuto un premio alla carriera, consegnatogli da una strega volante apparsa dall'alto del cielo di La Plata.

Dopo più di 500 presenze tra Estudiantes, Samp, Parma, Lazio, Inter, Man Utd e Chelsea, saluta il calcio uno dei più grandi talenti argentini di tutti i tempi. Nel marzo 2004 Pelè lo inserì all'interno del FIFA 100, la lista che comprendeva i 100 giocatori più forti della storia di questo sport.

Davide Bernardi

martedì 19 giugno 2012

1952: STALIN SCIOGLIE IL CSKA DOPO UNA SCONFITTA SOVIETICA

DOPO UNA SCONFITTA DELL'U.R.S.S CON LA JUGOSLAVIA, STALIN DECIDE DI SCIOGLIERE IL CSKA, LA SQUADRA DELL'ESERCITO

Per la serie "Forse non tutti sanno che..", oggi DiscoveryFootball, grazie alla mitica Delorean di "Ritorno al Futuro", vi riporta indietro nel tempo di ben 60 anni.
La destinazione del nostro viaggio è la Russia, o meglio l'U.R.S.S, in piena guerra fredda, quando l'Europa e il mondo erano spaccati a metà da un muro, all'epoca ancora invisibile, che divideva due universi diametralmente opposti.

Il motivo di questo viaggio ve lo spieghiamo subito. Vogliamo raccontarvi di quando Stalin, statista sovietico, decise di sciogliere il blasonato club del CSKA Mosca, dopo che l'U.R.S.S perse un incontro con la Jugoslavia dell'odiato rivale Tito.

Dopo una rapida diffusione nel primo decennio del '900, il calcio divenne un forte motivo di propaganda, ma al contempo di dibattito in Unione Sovietica. Nel fresco governo bolscevico, alcuni "deploravano" questo nuovo sport di origine inglese come simbolo del mondo borghese e capitalista, altri invece lo apprezzavano per le qualità "collettive".
Nel 1924 la rivista Krasnyi Sport ('Sport Rosso') a proposito del calcio scriveva: "Si tratta di un gioco collettivo, che educa lo spirito di guppo, la fermezza, la determinazione e la destrezza",- ma aggiungeva anche -  "Tutte queste qualità sono fondamentali per ogni soldato dell'Armata Rossa e per ogni cittadino, che deve essere pronto in ogni istante a scattare armi in pugno a difesa delle proprie conquiste".

Con queste premesse, non è difficile immaginare come molti dei club russi nati in quegli anni fossero "militarizzati"; tutte le Dinamo erano controllate e formate dai membri del KGB, la polizia segreta, mentre il CSKA da quelli dell'esercito. Si Salvava solo la gloriosa Spartak Mosca.

Dopo i contrasti del 1949 tra Stalin e Tito, dittatore della Jugoslavia, l'incontro alle Olimpiadi di Helsinki del 1952, proprio tra U.R.S.S e Jugoslavia, sapeva molto più di una semplice partita di calcio.
Per i giocatori di entrambe le squadre l'ordine era uno solo: vincere!
Probabilmente schiacciati dalla pressione mediatica che quella partita comportava, i sovietici al 14' del secondo tempo perdevano 5-1. Immaginandosi già in Siberia, trascinati dall'attaccante Bobrov (3 gol), i russi si rialzarono fino al 5-5 finale. A quel tempo i supplementari non esistevano, così le due squadre si scontrarono nuovamente a distanza di  due giorni .
Dopo il vantaggio iniziale del solito Bobrov, i sovietici subirono un roboante 3-1 .

Al ritorno a Mosca, giocatori e allenatore furono tormentati, additati e squalificati. Stalin decise addirittura di sciogliere il CSKA Mosca, che comprendeva gran parte dei giocatori della nazionale sovietica.
I rossoblu di Mosca poterono comunque tornare a giocare dopo appena un anno, complice anche la morte di Stalin, avvenuta nel marzo del 1953.

Davide Bernardi



giovedì 14 giugno 2012

IL "FALSO NUEVE", LA STORIA DEL PICCOLO GRANDE CENTRAVANTI


GUARDIOLA E DEL BOSQUE GLI SI SONO AFFIDATI. E' IL MODULO COL FALSO ATTACCANTE, ANDIAMO A SCOPRIRE LA SUA STORIA

Il Barcellona di Guardiola l’ha adottato come chiave tattica per vincere tutto. Un po’ a sorpresa, complice anche l’assenza di Villa, Del Bosque l’ha scelto come vestito per la Spagna nella gara inaugurale con l’Italia ad Euro2012. Si tratta del modulo col falso nueve; uno schieramento tattico privo di attaccante centrale, sostituito da un centrocampista di classe rivestito del compito di aprire gli spazi. Una sorta di 4-6-0. L’atteggiamento tattico in questione necessita e prevede un eccezionale dinamismo dei centrocampisti, un’immensa  personalità ed intelligenza tattica del falso attaccante, che deve fungere da “esca per i difensori avversari”. Deve essere in grado di fare gioco, saltare l’uomo, aprire gli spazi ed inserirsi.                                                                                      Nel caso tu abbia uno come Messi, puoi considerare i tuoi problemi risolti, altrimenti, basta che anche un solo circuito del meccanismo si inceppi per mandare in tilt tutto il sistema. Vedi per credere il primo tempo della Spagna contro i nostri azzurri.

Tanto di moda in questo ultimo anno, Guardiola e Del Bosque sembrano aver preso alla lettera la massima di Angel cappa: “Il futuro del calcio sta nel passato”.                                                                                       
Il Falso Nueve infatti ha una storia ed una tradizione ben più lunga di quanto si pensi.
Pioniere di questa scelta tattica che ha rivoluzionato e sta rivoluzionando il calcio fu Marton Bukovi, allenatore del MTK Budapest tra gli anni ’40 e ’50. 
Nel 1948 Bukovi perse il suo centravanti titolare Norbert Höfling, trasferitosi alla Lazio. Il tecnico ungherese iniziò a chiedersi come sostituire l’attaccante ed iniziò ad esaminare le qualità della sua mezza punta Peter Palotas, un giocatore non fornito di un gran fisico, ma dotato di buoni tempi di inserimento, un elevato tasso tecnico e di una discreta visione di gioco. 
Bukovi decise così di elaborare un inedito 3-1-2-4 tutto basato su dinamismo ed inserimenti. A Palotas, l'allenatore diede la maglia numero 9. Ecco come nacque el falso nueve.

Palotas presto si affermò come attaccante dell’emergente Ungheria di Puskas, Czibor, Kocsis, Zakarias e Grosics. Il c.t Ungaro dell’epoca,  Gustav Sebes, decise di far allenare i propri giocatori, quasi tutti provenienti dall’Honved, alcuni giorni con il club ed altri con la nazionale. In breve tempo i suoi uomini imparano a memoria i meccanismi del nuovo modulo ideato da Bukovi. Stava nascendo un'opera d'arte.

Il 20 settembre 1952, nella partita di Coppa Internazionale tra Svizzera ed Ungheria, avvenne un cambiamento che rivoluzionò ulteriormente il calcio dell’epoca ed indirettamente anche quello di oggi. 
Alla fine dei primi 45 minuti, i padroni di casa erano in vantaggio 2-0. Sebes allora decise di riportare Palotas alla sua posizione originaria e di collocare al suo posto Nandor Hidegkuti, esterno duttile, dotato di grande visione di gioco, capacità di inserimento e abilità nel fraseggio. Gli uomini di Sebes riuscirono  a rimontare gli Svizzeri, vincendo poi la partita per 4-2. Nacque così l’embrione di quello che gli Olandesi elaboreranno come “Calcio Totale”. 

Grazie alla nuova collocazione tattica, Hidegkuti svolse un ruolo fondamentale nel cammino che portò la Squadra d’oro, come venne ribattezzata quella nazionale ungherese, alla finale dei mondiali di Berna del 1954, poi persa con la Germania Ovest.

Questa sera la Spagna scenderà in campo contro l’Irlanda in una delle partite decisive per il passaggio del turno. Dopo i 45’ non brillantissimi della Roja con il Falso Nueve (Fabregas) nella gara con l’Italia, i bookmakers danno Fernando Torres come titolare.

A distanza di 60 anni la saggezza di Gustav Sebes è tornata di moda, forse Angel Cappa aveva ragione; “Il futuro del calcio sta nel passato!”.

Davide Bernardi

martedì 12 giugno 2012

EURO 2012: POLONIA-RUSSIA, UNA PARTITA LUNGA PIU' DI UN SECOLO

QUESTA SERA ANDRA' IN SCENA LA PARTITA TRA POLONIA E RUSSIA, UN CONFRONTO CHE DURA DAL 1920

Ci sono partite che vanno al di là dei tre punti in palio, al di là del rettangolo verde e al di là dei 90 minuti. In match del genere, nei piedi di 22 persone è riposto molto più che un passaggio del turno ad un mondiale o ad un europeo.                                                                                                                                                    Ne sanno qualcosa i tifosi di Argentina ed Inghilterra, che attesero con trepidazione il confronto tra le proprie nazionali nei quarti di finali del mondiale di Messico 1986, quando oltre alla semifinale, a pochi anni dalla fine della guerra delle Falkland, in palio c’era l’orgoglio di due interi paesi.

Una tensione simile a quella che accompagnò la gente allo Stadio Azteca di Città del Messico, sarà vissuta questa sera  in occasione della partita tra Russia e Polonia, valevole per il girone A di Euro 2012.
Gli scontri tra questi due paesi risalgono a più di un secolo fa e perdurarono per tutto il '900.
A partire dal 1920 durante la guerra sovietico-polacca, fino agli scontri della seconda guerra mondiale. In primo luogo la spartizione del territorio polacco col patto Molotov-Ribbentrop da parte di Germania e Urss e in seguito la formazione a Varsavia di un governo filosovietico, retto dal comunista Edward Morawski. Ennesimo episodio di dissidio tra i due stati si ebbe negli '80, con la nascita di Solidarnosc e il primo scioglimento del blocco sovietico.                                                                                                                                                         
Considerati i precedenti, non ci hanno sorpreso gli scontri di oggi a Varsavia, dove russi e polacchi si sono afrontati in vari punti della città.                                                                                                                                 
Venerdì in palio c’erano i tre punti, sta sera ci sarà molto di più.
Davide Bernardi


lunedì 11 giugno 2012

ECCO IL FIGLIO DI REDONDO: BUON SANGUE NON MENTE!

HA 17 ANNI E GIOCA NELLA 'QUINTA' DEL TIGRE, ECCO IL FIGLIO DEL 'PRINCIPE'

Si chiama Fernando, come il papà. Il cognome è di quelli pesanti, soprattuto in Argentina: Redondo.
Il figlio del Principe, come lo ribattezzò Pellegatti per la sua eleganza nel trattare il pallone, gioca nella Quinta (Allievi nazionali) del Tigre.
Centocampista elegante, ha 17 anni ed è seguito dal Real Madrid, che potrebbe  affiancarlo al figlio di Zinedine Zidane (mica male se anche facessero la metà dei loro vecchi!).
Al quotidiano argentino Olè, il giovane Fernando si racconta e spiega com'è essere il figlio di 'El Principe'

Com'è la tua vita essendo il figlio di Fernando Redondo?
Sono un ragazzo semplice, ho 17 anni e vado ancora a scuola. Mi piace il calcio da quando ero bambino, è una passione di famiglia.

E' pesante portare un cognome come Redondo?
A scuola no, nel calcio è inevitabile che si facciano dei paragoni. Questo non mi piace molto perchè giochiamo in ruoli diversi. Per i miei amici sono semplicemente Fer, ma per la gente che non mi conosce ono solo il figlio di Redondo.

Immagino che chiederai sempre consigli a tuo padre..
Quando torno a casa dopo le partite gli chiedo sempre in cosa ho sbagliato e in cosa devo miggliorare. In questo mi aiuta molto anche Pepe, il mio allenatore.

Che tipo di giocatore ti definisci?
Mi piace avere il pallone tra i piedi e dare il via alle azioni e poi inserirmi, tuttavia so che nel calcio moderno occorre anche saper fare entrambe le fasi.

Il giovane redondo si è rotto qualche mese fa il legamento crociato del ginocchio e tutt'ora è in fase di riabilitazione. A proposito il figlio del principe ha dichiarato: Soffro molto a dover stare fuori sette mesi. Devo fare molto lavoro fisico per recuperare al meglio. Mi dispiace molto perchè ero in un buon momento di forma. Nel momento in cui ti fai male, pensi subito al peggio che per molto tempo no tornerai a giocare, ma dopo l'operazione inzi la riabilitazione  e non vedi l'ora di scendere in campo.

Cosa ti piaceva dello stile di gioco di tuo padre?
L'eleganza nel portare il pallone e il fatto che quando doveva spingere, spingeva. Ora è difficile trovare giocatori che facciano entrambe le fasi.

I tuoi idoli?
Mi piacciono Riquelme e Kaka

Infine, a proposito dell'episodio che vide il padre escluso dalla lista dei convocati dell'Argentina per il mondiale '98 perchè su richiesta del c.t daniel Passarella si rifiutò di tagliarsi i capelli, ha commentato:
Credo che il taglio di capelli dipeda dalla personalità di ognuno..anch'io non me li taglierei se l'allenatore me lo chiedesse.
Buon sangue non mente!

Davide Bernardi

domenica 10 giugno 2012

INTER: BENEDETTA PRIMAVERA!

DOPO LA CHAMPIONS PRIMAVERA, I RAGAZZI NERAZZURRI CONQUISTANO ANCHE LO SCUDETTO

"Che fretta c'era, maledetta primavera!" cantava Loretta Goggi nel 1981. A distanza di 31 anni, provate a dire la stessa cosa a Massimo Moratti e vedere come reagisce.
Il patron nerazzurro, in soli sei mesi ha visto i suoi ragazzi trionfare nelle Next Generation Series (la Champions primavera) guidati da Stramaccioni e conquistare le Final Eight per lo scudetto sotto la conduzione di Daniele Bernazzani, battendo la Lazio 3-2 in finale.

Senza il favore del pronostico, i baby nerazzurri hanno saputo sfruttare l'eliminazione delle favorite Juventus e Roma per conquistare il loro settimo scudetto a livello giovanile.
Bernazzani è stato bravo a continuare il lavoro iniziato da Stramaccioni, importando qualche modifica allo stile di gioco dell'attuale allenatore della prima squadra nerazzurra. Il tecnico neo-campione d'Italia infatti, ha preferito sostituire i due attaccanti esterni con due trequartisti d'appoggio a Longo. Grandi qualità della baby-Inter sono state la grande compattezza in fase di non possesso e un cinismo da grande squadra durante le ripartenze.
Uomo simbolo di questa vittoria è stato sicuramente Samuele Longo, attaccante classe '92 a metà col Genoa e già nel giro dell' U21.
Longo è quel che si definisce un attaccante completo, moderno. Il giovane nerazzurro unisce le caratteristiche della seconda punta, grande mobilità e dinamismo, a quelle del centravanti; stazza imponente e fiuto del gol da killer d'area di rigore. Nelle sole Final Eight l'attaccante di Valdobbiadene ha messo a segno 4 gol in tre partite (una tripletta col Milan ed il gol del 3-1 con la Lazio in finale).

Protagonisti importanti sono stati sicuramente anche il capitano Andrea Romanò, trequartista atipico classe '93, che supplisce con la corsa alle lacune dal punto di vista tecnico e Lorenzo Crisetig, centrocampista dai piedi buoni del '93 che come Romanò fa parte dell'U19. Per quest'ultimo si profila una possibile partenza per Parma.

Altri elementi da tenere in forte considerazione sono il centrocampista incontrista ganese Joseph Duncan, che ha saputo mettere in mostra anche una buona visione di gioco e il trequartista brasiliano Daniel Bessa, uno Snejder in miniatura che ha saputo dettare i tempi della fase offensiva dell'undici di Bernazzani.

Dopo 31 anni, con dei ragazzi del genere, la risposta di Moratti probabilmente sarebbe: Benedetta Primavera!

Davide Bernardi

giovedì 7 giugno 2012

FINAL EIGHT PRIMAVERA: ECCO L'ITALIA DEL FUTURO!

DALLE FINALI DEL CAMPIONATO PRIMAVERA SONO EMERSI GIOCATORI CHE FANNO BEN SPERARE PER IL FUTURO DEL NOSTRO CALCIO

Che il calcio italiano sia in crisi non è certamente una scoperta.
Stadi fatiscenti, campionati truccati e l'assenza di grossi capitali hanno fatto perdere il fascino alla nostra serie A. I top Player snobbano il nostro campionato, i pochi che ci sono emigrano all'estero e i risultati delle nostre squadre in Europa non fanno sicuramente sorridere.
Qual'è dunque la soluzione?
A detta dei molti la via migliore da intraprendere sarebbe quella del modello tedesco: puntare tutto sui settori giovanili e scoprire giovani talenti ai quali dare finalmente spazio. In Germania ha permesso di scovare baby fenomeni come Marco Reus, Mario Gotze e Thomas Muller.

A ben vedere anche l'Italia ha i suoi gioielli. Probabilmente mai come quest'anno infatti, abbiamo avuto la possibilità di vedere 'giocatorini' davvero interessanti. Alcuni di essi sono già entrati nel giro della nazionale maggiore, come Mattia Destro, Marco Verratti o Stefan El Shaarawi, mentre altri hanno fatto la fortuna delle proprie squadre, come Lorenzo Insigne e Ciro Immobile.

Le Final Eight per lo scudetto primavera non sono ancora finite, ma ragazzi di talento e prospettiva se ne sono visti eccome.
 Noi di DiscoveryFootball abbiamo provato a stilare una top 11 di un'ipotetica nazionale:

Mirko Pigliacelli: classe '93, portiere della Roma, è arrivato tra i giallorossi nel 2009, dopo due anni dai cugini laziali. E' un estremo difensore molto bravo nelle uscite e con i piedi. Di lui rimase molto colpito Luis Enrique, che l'anno scorso decise di aggregarlo alla prima squadra.

Per la difesa abbiamo scelto: Mattia De Sciglio, classe '92, terzino del Milan che quest'anno Allegri ha fatto esordire prima in Champions con il Viktoria Plzen e poi in campionato nella gara di Verona, vinta con il Chievo 1-0.
Marco Baldan, classe '93 centrale difensivo compagno di De Sciglio, molto abile in marcatura e dotato di buona tecnica ed infine Luca Andrea Crescenzi, classe '93 difensore della Lazio molto richiesto da varie squadre di A e di B.

Per il nostro ipotetico centrocampo i 5 sono:
Federico Viviani: quel che si dice un centrocampista completo. Piedi sopraffini e grinta da vendere, nella semifinale con la Lazio, il centrocampista della Roma ha fatto vedere tutto il suo potenziale, realizzando su punizione il momentaneo 1-1. Viviani ha già avuto modo di esordire in campionato nel pareggio interno dei giallorossi con la Juventus.
Andrea Romanò: capitano della primavera dell'Inter, gioca sulla trequarti, ma presenta qualità più da incursore che non da fantasista. Dotato di grande corsa, ha messo a segno il momentaneo 2-1 nella semifinale col Milan e ha realizzato l'assist del 3-3 di Samuele Longo.
Amato Pietro Ciciretti: Centrocampista della Roma di grande duttilità. Gioca da numero 10, ma spesso si abbassa al fianco di Viviani per far partire la manovra giallorossa. Giocatore di grande tecnica, ricorda molto Miralem Pjanic nelle movenze.
Leonardo Spinazzola: esterno offensivo juventino classe '93, è il classico avversario che non vorresti mai incontrare: dinamico, rapidissimo e letale nell'uno contro uno.
Bryan Cristante: regista italo-canadese del Milan classe '95, si è comportato molto bene nelle fasi finali del campionato nonostante l'età. Dotato di grande visione di gioco, può contare anche su un fisico imponente che vanta 186 cm di altezza.

Quella d'attacco è davvero una coppia di killer d'aria di rigore.
Il primo nome è quello di Samuele Longo, attaccante dell'inter classe '92. Arrivato nel 2009 dal Treviso ha tutto per diventare un grandissimo attaccante; dinamismo, forza fisica e fiuto per il gol sono le sue migliori qualità. Longo ha la media di un gol ogni due partite e ieri nel derby col Milan ha regalato la finale ai suoi grazie ad una fantastica tripletta.
L'altro ariete è Gianmario Comi, centravanti del Milan, arrivato l'anno scorso dal Torino nello scambio che ha portato Verdi in granata, ha una media gol spaventosa; ben 27 marcature in 25 partite. Dotato di una stazza imponente, ieri sera ha presumibilmente giocato l'ultima partita con la primavera rossonera, segnando per altro una doppietta.

A tutti questi nomi vanno aggiunti i talenti che attualmente stanno già militando in serieA e B. Finalmente, dopo anni in cui la macchina sembrava essersi inceppata, il calcio italiano sembra aver sfornato una nuova generazione di baby-talenti.
A questo punto spetterà solo alle società il compito di farli diventare grandi.

Davide Bernardi



mercoledì 6 giugno 2012

CLAMOROSO AD EURO 2012: TOSSICHE LE DIVISE DI ITALIA E SPAGNA

ANALISI FATTA DALLA BEUC CHE HA RISCONTRATO LIVELLI ANOMALI DI SOSTANZE PERICOLOSE

 Maglie tossiche ad Euro 2012! E' l'allarme lanciato dalla Beuc, l'organizzazione europea dei consumatori. La notizia, molto preoccupante considerato che riguarda divise che i giocatori useranno durante l'europeo e che verranno commercializzate in tutto il mondo, è stata lanciato dopo esami eseguiti sulle maglie di alcune nazionali.

Secondo la ricerca in questione, sarebbero stati riscontrati livelli anomali di sostanze chimiche nei tessuti di alcune divise.
"Il piombo -ha segnalato la Beuc- un metallo pesante, è presente nelle maglie di Italia, Spagna, Francia, Germania, Russia ed Ucraina. In particolare nella divisa degli azzurri e della Roja è stato trovato del nonilfenolo, una sostanza pericolosa che può danneggiare il sistema endocrino.

Nelle divise di Portogallo e Olanda è stato invece trovato del nichel. Addirittura peggiori i risultati derivanti dalle maglie della Polonia, che rischierebbero addirittura la messa in commercio, a causa di un abuso di stagno, sostanza utilizzata per eliminare l'odore del sudore, ma che se abusato potrebbe colpire il sistema nervoso.

Ad appena due giorni dall'esordio, se la notizia dovesse essere confermata, sarebbe davvero una brutta gatta da pelare per le aziende e per gli stessi organizzatori del torneo.

Davide Bernardi

RITORNO AL FUTURO: QUANTO VARRA' LA ROMA DI ZEMAN?!

DOPO 13 ANNI IL BOEMO TORNA A ROMA, SAPRA' RIPETERE LA CAVALCATA DI PESCARA?

Quanto varrà la Roma di Zdenek Zeman?
E' la domanda che in questi giorni si stanno ponendo un pò tutti, tifosi romanisti e non.

"Bohemian Rapsody", come lo chiamano a Roma, torna nella capitale dopo 13 anni e per la prima volta nella sua vita di allenatore firma un contratto biennale.
A questo punto però l'interrogativo numero uno è quello di capire se e come Zeman riuscirà a migliorare il quarto posto ottenuto con i giallorossi nel '99.
Tra i tifosi della Lupa l'ottimismo è alle stelle, ma è necessario analizzare razionalemente i fattori che subentrano con il tecnico di Praga.

Sono fuor di dubbio infatti i meriti di Zeman a Pescara, dove grazie ad un mix perfetto tra giovani e veterani il boemo ha conquistato la serie B con addirittura 90 gol fatti; a Roma però bisognerà capire che giocatori Baldini e Sabatini gli metteranno a disposizione e soprattutto quanto questi calciatori sposeranno il progetto e le idee del tecnico ex Foggia ed Avellino.
L'interpretazione del credo tattico difensivo zemaniano da parte di Romagnoli & Co, ha dato l'impressione che qualcosa nei concetti di Zeman fosse cambiato, anche se il nuovo allenatore della Roma, ha presto smentito in conferenza stampa.

Per quanto riguarda la rosa, le indicazioni interessanti sono varie. Partendo dal fatto che, a detta dello stesso Zeman, De Rossi non farà il centrale difensivo nè il regista e che la Roma non sembra intenzionata a riscattare Gago, con ogni probabilità "Boemian Rapsody" chiederà un regista.
Ottimi spunti si sono visti da Federico Viviani, classe '92, capitano della primavera giallorossa, che già la scorsa stagione Luis Enrique fece esordire. Dalla semifinale persa con la Lazio, sono arrivate ottime indicazioni anche dal trequartista Ciciretti, giocatore molto tecnico ma difficile da adattare al gioco zemaniano e Nicolàs Lopez, attaccante esterno rapidissimo nel dribbling che ai quarti con il Varese spaccò la partita entrando dalla panchina.
Davide Bertolacci invece, dopo due buone stagioni a Lecce, è tornato  nella capitale per restarci.

A proposito del reparto offensivo poi, determinante per il gioco di Zeman sarà la conferma di giocatori come Bojan, Lamela e Borini, rapidi, tecnici e molto duttili.
Infine, altro punto focale sarà la questione difesa. Assolutamente sottotono la stagione di Heinze e da 3 in pagella quella di Kjaer, con  un Juan falcidiato dagli infortuni, sarà importante prendere almeno un paio di difensori; tra gli obbiettivi spuntano i nomi di Otamendi e Garay.

Se la Roma la prossima stagione dovesse comunque continuare a incassare molti gol, non ci sarebbe niente di sorprendente, si tratterebbe solo del buon vecchio Zeman.

Davide Bernardi

martedì 5 giugno 2012

EURO 2012: DAL PORTOGALLO IN BICICLETTA!

JORGE FRANCO, PARTITO 7 SETTIMANE FA DAL PORTOGALLO IN BICI, E' ARRIVATO OGGI IN POLONIA PER SEGUIRE LA PROPRIA NAZIONALE!

Dopo i supporters belgi che hanno deciso di vendere all'asta su eBay il proprio tifo, ecco un altro tifoso che definirlo 'normale' è davvero difficile.

Si tratta di Jorge Franco, tifoso portoghese che ha avuto la pazza idea di andare in Polonia per seguire la propria nazionale in bicicletta! Partito sette settimane fa dal sobborgo di Palmela, vicino a Lisbona, il lusitano ha pedalato attraverso l'Europa per 3600 km fino a Opalenica, sede di C.Ronaldo e compagni.

Il Portogallo esordirà sabato con la Germania a Leopoli, distante 737 km da Opalenica. Non sappiamo se Franco raggiungerà anche la città della sfida con i tedeschi e soprattutto se risalirà in sella per tornare a casa.

A questo punto ci chiediamo cosa farà il prossimo bizzarro tifoso..

Davide Bernardi

I I TIFOSI BELGI SI METTONO ALL'ASTA SU EBAY!

STUPENDA INIZIATIVA DI QUESTI TIFOSI, CHE SI OFFRONO PER BENEFICIENZA

l tifo è da sempre una delle componenti essenziali dello sport ed in particolare del calcio.
In grado di condizionare, a volte di decidere l'esito di un incontro, le tifoserie sono da sempre considerate il dodicesimo uomo in campo.

Dovete sapere però che oltre al tifo organizzato, da poco esiste anche il tifo "in vendita". Avete capito bene!
Si tratta di una curiosa iniziativa presa dai tifosi del Belgio, che stanchi di non poter tifare la propria nazionale alle varie rassegne internazionali, hanno deciso di mettere all'asta su eBay il proprio tifo.

Ecco l'annuncio della Belgian Soccer Fans For Sale: "Per l'ennesima volta, noi tifosi belgi, non abbiamo una squadra da tifare agli Europei. Di nuovo siamo orfani, che dovranno camminare per le strade prive di bandiere e di colori. Guarderemo le partite, ma non sentiremo il calore per la tensione tra la vittoria e la sconfitta. Ma! il nostro tifo del gruppo du Facebook sarà venduto all'asta su eBay ed i proventi serviranno a finanziare un progetto dell'Unicef. Il maggior offerente potrà scegliere la squadra per cui noi tiferemo agli Euro2012. Immediatamente diventeremo grandi tifosi della squadra scelta, anche se dovesse essere scelta l'Olanda.

Come già anticipato, tutto il ricavato dell'asta andrà in beneficienza, destinato alla costruzione di scuole nei paesi colpiti da guerra e povertà.
La geniale iniziativa nacque nel 2010, per i mondiali di Sud Africa 2010. In quell'occasione la squadra scelta dal vincitore dell'asta, che si aggiudicò i tifosi per 350 euro, fu l'Honduras.
Sull'esperienza l'organizzatore del progetto Lieven Scheire ricorda: "Ci siamo veestiti di bianco e di blu, abbiamo comprato le bandiere, imparato e cantato l'inno nazionale. E poi tutti a Gand, cittadina belga, a guardare le partite sul maxi-schermo!"

Infine Scheire strizza l'occhio agli azzurri: "Dai, sarebbe fantastico vestire la maglia dell'Italia. We Love spaghetti e risotto!".
L'asta è aperta ragazzi, fatevi avanti!

Davide Bernardi

sabato 2 giugno 2012

DUBBI ED INCERTEZZE: ECCO L'ITALIA ALLA VIGILIA DI EURO2012

AD UNA SETTIMANA DALL'ESORDIO CON LA SPAGNA, PER GLI AZZURRI SONO PIU' I DUBBI CHE LE CERTEZZE

Alzi la mano chi di voi ci sta capendo qualcosa!
Raramente gli azzurri si sono avvicinati ad una rassegna internazionale in uno stato di totale confusione come quest'anno.
Tra giocatori indagati, dichiarazioni shock ed uscite poco chiare, alla vigilia di Euro2012 per la nostra nazionale le certezze sono poche ed i dubbi davvero molti. Anche le poche note positive dei giocatori di Prandelli, come il gioco frizzante e veloce, dopo il cappotto con la Russia, sembrano d'improvviso sparite, spazzate via dalla tensione per lo scandalo Calcioscommesse.
L'uscita di ieri sera contro la nazionale di Advocaat ha messo in evidenza tutti i nostri limiti.
Difficile pensare di affidarsi quasi unicamente a Cassano, inevitabilmente fuori condizione dopo 5 mesi di stop. Improponibile schierare Montolivo dietro alle punte, piedi sopraffini, ma scarso dinamismo. Con un Balotelli piuttosto incostante, fa discutere anche la bocciatura di Destro. Una delle soluzioni plausibili per Prandelli, potrebbe dunque essere l'inserimento di Totò Di Natale e l'arretramento di Cassano.

All'interno di questo calderone infuocato dunque, proviamo a mettere un pò d'ordine.
 La bufera intorno alla nostra nazionale è piombata con l'Avviso di Garanzia consegnato a Coverciano a Mimmo Criscito, che ne ha significato l'esclusione dall'avventura europea. Pochi giorni dopo il nome nuovo tra gli indagati è quello di Leonardo Bonucci. Al centrale juventino non viene consegnato nulla e Prandelli decide di tenerlo. In merito, tifosi e giornalisti si dividono. Da una parte chi avrebbe voluto anche l'esclusione del giocatore di Conte, rifacendosi al famoso "codice etico" di Prandelli; dall'altra invece, chi avrebbe preferito appellarsi alla presunzione d'innocenza.
Certo è che la differenza di trattamento dei due giocatori da parte di Prandelli, non è piaciuta ai tifosi italiani.

Per rimanere sul c.t azzurro, hanno fatto molto discutere anche alcune sue affermazioni. Ormai celebre quella dei "40 sfigatelli", in riferimento alle persone coinvolte nello scandalo Calcioscommesse. Vorremmo però ricordare a Prandelli che tra i "poco fortunati" sono compresi anche alcuni calciatori che lui stesso aveva covocato (vedi Mauri).

Abbiamo deciso di tenere per ultimo il capitano e uomo simbolo Gigi Buffon. Apprezzabilissima la sincerità del numero 1 dei numeri 1, che senza peli sulla lingua, ha sempre detto quello che pensava. Piccolo particolare che però il portierone sembra essersi dimenticato, è quella fascia allacciata al braccio sinistro.
E' da quando esiste il calcio in Italia che vige la legge da lui ribattezzata "meglio due feriti che un morto", ma, a venti giorni da Euro 2012 e in pieno scandalo Calcioscommesse, era proprio necessario dirlo?
A voi la parola..

Davide Bernardi