Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

mercoledì 28 novembre 2012

BARCELLONA VUOL DIRE STORIA! NUOVO PAZZESCO RECORD: 11 CANTERANI IN CAMPO

FANTASTICO TRAGUARDO PER IL CLUB CATALANO: CONTRO IL LEVANTE, PER LA PRIMA VOLTA, SCHIERATO UN UNDICI TOTALMENTE “FATTO IN CASA”

 
I record che le appartengono sono oramai infiniti. E' una squadra che rimarrà per sempre nella storia. Una squadra che chissà per quanto continuerà a scriverla la storia. Stiamo parlando naturalmente del Barcellona di Leo Messi, il Barcellona di Pep Guardiola prima e di Tito Vilanova adesso. Quel Barcellona che domenica sera nella sfida contro il Levante ha raggiunto e aggiunto alla collezione un altro incredibile record, particolare ma allo stesso tempo invidiabile e impressionante: questa volta il primato appartenente al club catalano consiste nell'aver schierato, per gran parte della gara, una formazione composta per intero da giocatori provenienti dal vivaio, cioè dalla cantera blaugrana, la cosiddetta "Masia".

Al 14' minuto del primo tempo, infatti, Tito Vilanova è costretto a sostituire Dani Alves (lesione alla coscia destra per lui) con Martin Montoya, terzino spagnolo, classe '91, proveniente proprio dall'accademia azulgrana e apprezzato moltissimo già negli scorsi anni da Pep Guardiola. Con questa sostituzione il Barça è così arrivato a completare l'undici "fatto in casa", schierando da lì in poi, per poco più di un'ora di gioco (fino al 75'), la seguente formazione:

Victor Valdes;  Montoya, Piquè, Puyol, Jordi Alba;  Busquets, Xavi, Iniesta;  Pedro, Messi, Fabregas

Insomma, tutti giocatori cresciuti nella scuola e nella palestra della società catalana. E se pensiamo che dieci di questi sono, per di più, spagnoli (Messi l’unico straniero) ed in particolare che otto di loro siano pure nati in Catalunya, il dato suscita ancora più impressione.
E’ un record straordinario questo, assolutamente impensabile per molte, se non tutte, le altre società europee. E’ soprattutto, per il Barça, un traguardo storico, inseguito, sognato e bramato già da tanti tanti anni, certamente fin dai tempi di Louis Van Gaal (fine anni ’90-inizio nuovo millennio)
Per la cronaca, il match è terminato 4-0, con doppietta di Messi e gol di Iniesta e Fabregas. Al solito, ma con 11 canterani in campo. "Mès que un club!"

Dario Di Noi
@DarDinoRio

VIDEO - LA ‘GAMBETA’ DI JULIO CESAR: UNA SPECIALITA’ DELLA CASA

QUANDO IL TALENTO NON VA MAI IN VACANZA: VITTIMA DEL 'NUMERO', QUESTA VOLTA, WAYNE ROONEY


Non si smentisce mai Julio Cesar, nemmeno adesso che gioca in un altro paese, l'Inghilterra, e in un altro campionato, la Premier. Ovunque vada, la sua forza e la sua bravura non vanno per nulla disperse, anzi: non abbandona mai il suo spolvero JC. Spolvero che l'ex storico portiere interista ha sempre dimostrato per mezzo delle sue immense qualità, ormai stra-accertate, e che però, se si parla seriamente dell'attuale estremo difensore del Qpr, non può riguardare solamente le abilità espresse in mezzo ai pali, ma anche un'altra grande dote da sempre evidenziata dal giocatore brasiliano: quella di essere, cioè, davvero fenomenale anche con il pallone tra i piedi. E' veramente difficile, infatti, trovare altri suoi colleghi portieri bravi come lui a giocare palla a terra.

E lo ha dimostrato anche nello scorso weekend di Premier League JC, nell'affascinante sfida dell'Old Trafford contro il Manchester United, dove purtroppo lui e la sua squadra sono incappati nell'ennesima sconfitta, nonostante fossero passati addirittura in vantaggio al 52’ (3-1 il risultato finale, gol di Mackie, Evans, Fletcher e Chicharito Hernandez ). E lo ha dimostrato, in particolare, al terzo minuto del secondo tempo, quando, con il match ancora fermo sul punteggio di 0-0 ed il risultato quindi ancora del tutto in bilico, senza alcun timore nè ansia, è riuscito a dare sfoggio della sua enorme classe dribblando nel bel mezzo dell’area un agguerrito Wayne Rooney con la celebre "gambeta", già mostrata più volte durante gli otto anni passati qui in Italia. Un gran colpo il suo, senza dubbio da vero campione, soprattutto se si considera la pressione di quel momento. D'altronde è risaputo: in Nazionale, durante le partitelle con i compagni verdeoro, molto spesso lo mettevano a giocare come centrocampista. Un centrocampista dai piedi buoni, naturalmente.



Dario Di Noi
@DarDinoRio

lunedì 26 novembre 2012

EDITORIALE MILAN: “VOLLI, SEMPRE VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI…I 3 PUNTI”.


I ROSSONERI  BATTONO 1-0 LA JUVE GRAZIE A UN DISCUSSO RIGORE DI ROBINHO E FERMANO LA CORSA DELLA CAPOLISTA

Ci sono un paio di aggettivi, sradicati dai nomi di due importanti esponenti appartenenti al campo musicale e letterario, grazie ai quali è possibile descrivere al meglio il Milan visto nel match di ieri sera contro la Juve a San Siro.
Partiamo dal Milan Queeniano. Il riferimento è ovviamente tutt’altro che relativo a ciò che riguarda ambiti regali e di corte. Stiamo invece parlando di una squadra che ha incarnato al meglio l’anima musicale del gruppo capace di dominare il panorama del rock (e non solo) dagli anni ’70 ai ’90. Queen che avevano a capo un inimitabile leader, Freddie Mercury, impersonificato nel Milan odierno da Stephan El Shaarawy, preziosissimo anche ieri: talento da vendere, al quale aggiungiamo applicazione, sacrificio, duttilità.
Il Milan del “We will rock you” e dell’ “I want it all” lo si è visto nel primo tempo. Partito forte, con le prime conclusioni firmate da un impeccabile Mattia De Sciglio dopo 4 minuti di gioco e da Kevin-Prince Boateng in contropiede al 15’, senza lasciare occasioni a una Juve stordita e aggredita dai rossoneri che, come potrebbe ricordarci il titolo della seconda canzone menzionata, premono e vogliono il vantaggio. Raggiunto al 31’, grazie a un calcio di rigore trasformato da Robinho e concesso dall’arbitro Rizzoli per un presunto fallo di mano di Isla su colpo di testa di Nocerino: il tocco con il braccio sembra inesistente ma il difensore cileno paga un gesto scomposto e troppo rischioso in area di rigore.
La reazione dei bianconeri non c’è, le occasioni sono pari a zero. E la squadra di Allegri chiude senza patemi la prima frazione di gioco avanti di un gol.
We will rock you” e “I want it all”, dicevamo in precedenza. Risultato: Juve scossa dalla veemenza del Milan e agognato vantaggio conquistato dai rossoneri. Per chi mastica un minimo di inglese, capire i collegamenti con i titoli delle due canzoni non è certamente un’impresa impossibile.
Nel secondo tempo, lo stile Queeniano si fa da parte, lasciando il campo a un Milan Alfieriano. Una squadra che evita distrazioni fatali, mantiene la concentrazione e si copre maggiormente, con il chiaro intento di difendere il vantaggio acquisito. Proprio come Vittorio Alfieri, noto esponente della letteratura italiana, che nella Lettera responsiva a Ranieri de’ Casalbigi racconta di essersi fatto legare ad una sedia per non farsi distrarre dallo studio e di essersi fatto rasare i capelli solo su una metà della testa per impedirgli, grazie al suo impresentabile aspetto, di uscire di casa e di allontanarsi da ciò su cui era concentrato.
Ecco perché abbiamo visto un Milan Alfieriano: un Milan più chiuso, che evita di scoprirsi troppo, meno bello rispetto al primo tempo ma in grado, grazie a una grande forza di volontà, di portare a casa il risultato. Esattamente come la storia del drammaturgo di Asti, preso nello sforzo, poi rivelatosi vincente, di diventare un autore tragico.
La Juve nella ripresa ha tenuto in mano il pallino del gioco, ma si è resa realmente pericolosa solo in un’occasione, con una conclusione a botta sicura di Vucinic respinta sulla linea da un Constant anche ieri prezioso.
Volli, sempre volli, fortissimamente volli..(i 3 punti)”. Ecco il motto vincente che ha accomunato il Milan e Vittorio Alfieri nella serata di ieri. Senza dimenticare l’impatto rock stile Queen del primo tempo (che ha scosso finalmente anche Nigel De Jong, solida diga a centrocampo) e la pennellata d’arte di un Caravaggio, ovvero Riccardo Montolivo, che investito del ruolo di capitano ha sfoderato l’ennesima grande prestazione.
Contro la Juve si è rivisto il Milan dei guerrieri,dei lottatori, il Milan che i tifosi amano vedere. E perché questa squadra possa sempre fornire prestazioni simili, i Queen, dandoci un ulteriore aiuto, lanciano agli uomini di Allegri un ultimo appello: “Don’t stop (me) now”, because “The show must go on”…….

Simone Nobilini
(@SimoNobilini)

PREMIER LEAGUE: IL PUNTO SULLA TREDICESIMA GIORNATA

I REDS DEVILS SUPERANO NUOVAMENTE IN VETTA I CUGINI. IL WBA SI CONFERMA TERZO


Nella giornata dei baffi (molti giocatori portavano due baffetti Anni Settanta come segno di sostegno a una campagna per la ricerca sul cancro) sono molti i colpi di scena: le due squadre di Manchester si scavalcano di nuovo a vicenda, si ferma a sorpresa l’Arsenal, riparte altrettanto a sorpresa il Tottenham, e il West Bromwich è addirittura terzo in classifica.

Manchester Utd 3-1 Queen’s Park Ranger. Lo United cercava riscatto in casa dopo due sconfitte tra Premier e Champions e si trova davanti la squadra ideale per riscattarsi. Il primo tempo si gioca su una metà campo sola: Van Persie sfiora il gol col mancino da distanza ravvicinata, Ashley Young fa la barba al palo da fuori area e Rooney spara due volte in porta trovando sempre Julio Cesar. Ma ci pensa il buon Lindegaard a dare una mano al QPR: cross di Dyer dalla sinistra, smanaccia male il portiere danese e Mackie da un metro spinge in porta lo 0-1. Il gol sveglia i Red Devils e su due calci d’angolo passa in vantaggio: nel primo segna di testa Evans, nel secondo segna di testa Fletcher (tornava in campo dopo un anno). Poi nel finale decidono i nuovi entrati: percussione di Anderson, che arriva al limite e poi serve l’imbucata al centro per Hernandez che fa 3-1 e chiude i conti. Da quando è nata la Premier League, mai nessuna squadra aveva raccolto solo 4 punti dopo 13 partite: il QPR, risultati alla mano, è per ora la peggior squadra di sempre. In bocca al lupo a Harry Redknapp che sostituisce Mark Hughes (confermato dalla dirigenza fino a due settimane fa: “Fino a Natale non deve temere esoneri”) e prova a “trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha” per dirla con Vasco.

Aston Villa 0-0 Arsenal. Passo falso dell’Arsenal che trova solo un punto dalla trasferta di Birmingham. Cominciano meglio i padroni di casa che con un mancino di Weimann costringono Szczesny a rifugiarsi in angolo. Poi è un dominio sterile dei Gunners: Chamberlain calcia a lato da fuori area, Ramsey con un bel diagonale dalla destra trova le braccia di Guzan e infine Giroud dalla sinistra crossa rasoterra per Koscielny che spara alto. Ripresa con lo stesso copione: Cazorla va in dribbling e da fuori area scarica un mancino che sfiora l’incrocio, Giroud prolunga di testa su calcio d’angolo per Ramsey sul secondo palo che calcia alto e ancora Ramsey dalla distanza che sfiora il palo. Nel finale rischia anche di perdere l’Arsenal: Holman si libera al tiro da fuori area, ma un ottimo Szczesny devia sulla traversa ed evita la beffa.

Wigan 3-2 Reading. Sfida delicata nelle zone calde della classifica, che alla fine premia i Latics, di ritorno alla vittoria dopo due sconfitte consecutive. Cominciano meglio gli ospiti che passano in vantaggio: punizione dalla sinistra di Shorey, testa di Morrison sul secondo palo e palla in rete. Ma il Wigan trova il pareggio su errore del portiere dei Royals: Di Santo crossa dalla sinistra, Federici para ma non trattiene e Jordi Gomez insacca la respinta. Dieci minuti dopo e il Wigan trova il vantaggio: cross di Beausejour dalla sinistra, colpo di testa in tuffo di Jordi Gomez e palla in rete. Il pareggio del Reading sarebbe da “Vai col liscio” della vecchia Gialappa’s: tiro di Robson-Kanu smorzato da una deviazione, si alza un campanile che Al Habsi smanaccia nella propria porta e vale il 2-2. Ma al 92’ Arouna Konè entra in area sulla sinistra e serve all’indietro per Jordi Gomez che calcia in porta il pallone del 3-2 e regala i tre punti ai suoi. Per Jordi Gomez 10 gol in tre anni di Premier League, di cui tre in questa partita.

Everton 1-1 Norwich. Un punto a testa per due squadre in un buon momento di forma. Comincia benissimo l’Everton, con Osman che sfiora l’incrocio dei pali con un mancino a giro da fuori area. E poi arriva anche il vantaggio per i Toffees: Oviedo crossa dalla sinistra, Naismith a centro area raccoglie l’invito e infila l’1-0. Poi si sveglia il Norwich con Holt che semina in dribbling tre avversari prima di sparare un mancino di poco a lato. Punizione di Pilkington, testa di Tettey e parata di Howard. Ormai è un assedio: Snodgrass con un bel diagonale dalla destra supera Howard, ma Heitinga salva sulla linea. E al 90’ arriva il meritato pareggio: punizione di Garrido dalla destra, colpo di testa di Bassong sul secondo palo e palla in rete. Settimo risultato utile consecutivo per il Norwich.

Stoke City 1-0 Fulham. Frenato da infortuni e squalifiche, il Fulham non offre una grande resistenza al Britannia Stadium, subendo lo Stoke molto più di quanto non racconti il risultato. Comincia subito bene la squadra di casa, che su calcio d’angolo trova Huth a centro area, ma Schwarzer fa buona guardia della porta. E su un’altra palla inattiva arriva il gol: corner dalla destra, Crouch di testa sul secondo palo la rimette in mezzo e Charlie Adam spara in porta l’1-0. Altro corner di Etherington, colpo di testa di Shawcross da pochi passi e traversa piena che salva il Fulham. Cerca il raddoppio con insistenza lo Stoke, ma Walters, Whelan e ancora Huth non trovano fortuna. Nel finale un tiro centrale di Berbatov è l’unica azione offensiva di uno spento Fulham.

Sunderland 2-4 West Bromwich Albion. E’ sempre più lanciato il WBA, che espugna lo Stadium of Light e si arrampica al terzo posto. Cominciano bene gli ospiti e con uno splendido sinistro da fuori area di Gera trovano il gol dello 0-1. Poi Mignolet pasticcia su un pallone in verticale di Brunt, non trattiene la sfera in presa bassa e Long (bravo ad andarci comunque su una palla che sembrava morta) da pochi passi fa 0-2. Ultimi venti minuti incandescenti. Il Sunderland accorcia le distanze con la punizione di Gardner, deviata dalla barriera, che spiazza Myhill. Poi tornano avanti i Baggies, con Ridgewell che entra in area sulla sinistra e sul contrasto di Adam Johnson si lascia cadere: rigore generoso, ma trasformato da Lukaku per l’1-3. Sunderland ancora in attacco: corner di Adam Johnson, tiro di Fletcher parato da Myhill e tap-in di Sessegnon per il 2-3. Black Cats tutti in avanti a cercare il pareggio e West Brom pronto ad andare in contropiede: la prima volta Lukaku prende il palo, la seconda volta al 95’ Fortune rientra sul destro e calcia in porta per il 2-4 finale.

Chelsea 0-0 Manchester City. Benitez comincia con lo stesso risultato con cui avviò la sua semestrale esperienza all’Inter. Ma non tutto è da buttare, perché comunque il Chelsea per la prima volta nelle ultime 11 partite non ha subito gol. Manchester City comunque pericoloso in più di un’occasione. La prima con il cross dalla destra di Zabaleta verso Silva che di testa manda alto di poco. Lo stesso Zabaleta parte dalla destra, si accentra dopo una triangolazione con Dzeko e spara in porta, con Cech che respinge di piede. Nella ripresa cresce il Chelsea, ma le occasioni arrivano con due tiri dal limite: il primo di Torres è alto, il secondo di Cole è deviato in angolo. Nulla di fatto.

Southampton 2-0 Newcastle. E’ ancora un momentaccio per i Magpies, che cadono in trasferta per mano del Southampton. Padroni di casa pericolosi con la punizione di Lambert che supera la barriera ma si stampa sull’incrocio dei pali. Pochi istanti dopo però arriva il vantaggio, con Krul che sbaglia il rinvio, Ramirez dalla sinistra serve al centro per Lallana che a porta spalancata segna l’1-0. Grande chance per il pareggio in contropiede per il Newcastle, con Anita che calcia un rigore in movimento, ma uno splendido Gazzaniga para la conclusione. E due minuti dopo arriva il raddoppio: tiro di Puncheon non trattenuto da Krul, Ramirez è il più vicino e insacca il 2-0. Poco dopo Puncheon defilato sulla sinistra spara sul palo un bell’assist di Lallana. Ultima occasione per il Newcastle con il cross di Ba per la testa di Santon, ma i tempi per il primo gol in Premier dell’italiano non sono ancora maturi.

Tottenham 3-1 West Ham. Contariamente a quanto avevano previsto tutti quanti dopo il derby di Londra, il Tottenham si dimostra in ripresa, sconfiggendo una squadra ostica come il West Ham. Partono bene gli Spurs, colpendo una traversa dalla lunga di distanza con Bale. Prima dell’intervallo Defoe tiene viva una palla in mezzo a due difensori sulla fascia, si accentra, dribbling secco per rientrare sul destro e palla a fil di palo: 1-0. Dempsey dalla distanza colpisce la traversa mancando il raddoppio. Ma è lo stesso statunitense poco dopo a servire Bale sul filo del fuorigioco: tocco ad che prende in controtempo l’uscita del portiere e palla in rete. Hammers in difficoltà e Spurs che dilagano: palla recuperata a centrocampo, corsa sulla destra di Lennon e palla al centro per Defoe che deve solo spingerla in rete. Nel finale la difesa del Tottenham resta coi piedi a terra sul cross di O’Brien dalla destra e Carrol di testa segna il gol della bandiera per il West Ham.

Swansea 0-0 Liverpool. Ci si aspettava un’altra partita, date le caratteristiche di entrambe le squadre, e invece il pareggio finale senza reti lascia l’amaro in bocca un po’ a tutti. Poche le occasioni, tutte dalla distanza. Sterling con un bel tiro dal vertice destro trova solo la traversa. Suarez in contropiede dialoga con Sterling che glie la restituisce un po’ lunga e l’uruguaiano non tira come vorrebbe trovando solo le braccia di Tremmel. Unica occasione per lo Swansea con la punizione di Pablo Hernandez dalla sinistra: palla rasoterra deviata in angolo da Reina.

Valerio Brutti

Classifica
Man Utd
30
Stoke City
16
Man City
28
Liverpool
16
West Brom
26
Norwich
15
Chelsea
24
Newcastle
14
Everton
21
Wigan
14
Arsenal
20
Sunderland
12
Tottenham
20
Southampton
11
West Ham
19
Aston Villa
10
Swansea
17
Reading
9
Fulham.
16
Queen’s Park
4