Ci avevamo visto lungo. Da Sabato scorso. Il 5-1 con il Chievo doveva essere considerato un nuovo punto di partenza, ma il percorso di crescita del Milan è iniziato e terminato proprio durante quella partita. La prestazione con il Malaga non è stata del tutto negativa: tuttavia i tre punti dovevano e potevano essere centrati contro una squadra che sta vivendo un pessimo momento (1 punto nelle ultime 3 partite, 2 sconfitte consecutive in casa contro avversari non irresistibili come Rayo Vallecano e Real Sociedad) e che a San Siro ha mostrato tutt’altro che un bel calcio.
L’onda milanista si è inesorabilmente
infranta ieri contro lo scoglio Fiorentina.
Uno scoglio duro, durissimo, un’ottima squadra che ha confermato le buone
impressioni date nei match precedenti, costruita con pochi soldi e con
investimenti mirati e centrati alla perfezione da Daniele Pradè e Vincenzo Montella,
ai quali rinnoviamo i nostri complimenti.
Il copione della finora
pessima stagione rossonera è sempre lo stesso: al primo errore, si paga dazio.
E se l’errore rappresenta il subire gol da fallo laterale, ancora peggio.
Succede al 10’
con l’ex Aquilani, si ripete al 38’ con Borja Valero che, come una palla da bowling, spazza via il birillo Mexès e firma lo 0-2.
In mezzo alle due reti
viola, il fatto che poteva cambiare le sorti del match. Roncaglia travolge in
area Pato, calcio di rigore e
brasiliano sul dischetto. Il risultato lo conoscete tutti: rincorsa svogliata,
palla alta sopra la traversa. Sarà l’unico episodio della partita per il quale
il numero 9 rossonero verrà ricordato.
Inutile oggi parlare di Up
& Down in casa rossonera: è andato tutto storto. Delle colpe di Berlusconi e Galliani sulla rosa
allestita abbiamo già ampiamente discusso, ma ciò che è necessario ribadire è
l’ormai totale incapacità di Massimiliano Allegri
di dare un’identità, un gioco alla squadra, di scegliere gli interpreti adatti
per la formazione.
Inserire nell’11 titolare Kevin-Prince Boateng, mai autore di una
buona prestazione dall’inizio della stagione, lasciando in panchina un Bojan in stato di grazia dopo tre
brillanti prestazioni fornite, è una scelta che lascia francamente basiti. La
presenza in attacco di Pato si è rivelata sostanzialmente l’ennesima assenza:
mai coinvolto nel gioco, mai prezioso per la squadra (esattamente come in
occasione del match contro il Malaga, dove il brasiliano ha parzialmente
salvato la sua prestazione segnando la rete del pareggio) mentre l’ingresso di Robinho per Ambrosini ha totalmente
destabilizzato il modulo, rivelandosi controproducente e, complice lo
sfortunato infortunio di Bonera, portando pochi minuti dopo all’1-3 di El Hamdaoui. Il momentaneo 1-2 di Pazzini è storia. Storia dell’ennesima
partita che il Milan ha giocato male, regalando il primo tempo agli avversari
(Palermo e Lazio insegnano) e compromettendo in modo decisivo il risultato.
Allegri è stato confermato per
l’ennesima volta sulla panchina rossonera. Per Galliani “la fiducia è
confermata, ma non a tempo”. Qualcosa forse si muove. E non è nemmeno quotato
il fatto che la maggiorparte dei tifosi milanisti, alla possibile conferma a
breve termine dell’allenatore livornese, ci rispondano ironicamente: “Nessuna
illusione, nessuna esaltazione….”.
Simone Nobilini
(@SimoNobilini)
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