Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

giovedì 22 novembre 2012

EDITORIALE: IL MILAN ALZA LA CRESTA CON ELSHA E MEXÈS, OTTAVI CENTRATI. E PATO…


IMPORTANTE RISULTATO OTTENUTO DAGLI UOMINI DI ALLEGRI, CHE STACCANO IL BIGLIETTO PER LA QUALIFICAZIONE CON UN TURNO DI ANTICIPO. 

Massimo risultato con il minimo sforzo. Un Milan non bello ma terribilmente cinico esce con 3 punti e qualificazione in tasca dalla trasferta di Champions League a Bruxelles, grazie anche al pareggio tra Zenit e Malaga che ha matematicamente estromesso gli uomini di Spalletti dalla corsa per gli ottavi di finale della massima competizione europea.
Allegri propende per l’ennesimo cambio di modulo, optando per un 4-3-3 con gli stessi intepreti di Napoli ad eccezione di Acerbi, stavolta rimpiazzato da Yepes.
Il primo tempo si rivela discretamente noioso, con una sola vera palla gol sprecata da Jovanovic, che solo davanti ad Abbiati spara molle e centrale. Una prima frazione di gioco tanto soporifera da rivelare un dato sconcertante: il Milan non hai mai tentato un tiro verso la porta di Proto.
Tiro che arriva, ed è vincente, al secondo minuto della ripresa: cross dalla trequarti di De Sciglio, spendido stop mancino e destro piazzato del solito Stephan El Shaarawy, che batte Proto e timbra lo 0-1. Dato confortante: per almeno una volta, il Milan al primo tiro in porta trova il gol, invertendo la tendenza che lo vedeva spesso subire reti alla prima conclusione tentata dagli avversari (Malaga a San Siro, per citare un esempio).
L’Anderlecht ha una reazione sterile, succede poco e nulla fino al doppio momento che cambia la partita in favore dei rossoneri: Pato, appena entrato al posto dell’acciaccato Bojan, subisce fallo da Nuytinck su un’azione di contropiede: rosso per il difensore belga e punizione per il Milan. Expect the unexpected, direbbero gli americani: Montolivo imbecca con un lancio morbido Mexès, stop di petto del francese e splendida rovesciata che si insacca nell’angolo opposto. Il gol dell’anno, probabilmente: e se a realizzarlo è stato l’ex Roma, non particolarmente noto per gesti tecnici di tale caratura, cominciamo a preoccuparci seriamente riguardo la profezia Maya sulla fine del mondo…

Match che sembra chiuso: ma il Milan di quest’anno ama complicarsi la vita e, grazie a una disattenzione difensiva con la mancata diagonale di De Sciglio (unica sbavatura di un’eccellente partita), De Sutter riapre il match sulla sponda di testa di Jakovenko, battendo da due passi Abbiati.
L’Anderlecht prova a crederci, negli ultimi dieci minuti si riversa in avanti tentando l’arrembaggio finale, ma lo sbilanciamento della squadra belga non fa altro che portare al gol che chiude definitivamente la partita, firmato in contropiede e a porta vuota da Pato, su un assist al bacio del solito strepitoso El Shaarawy.
Sta diventando ormai una piacevole abitudine sottolineare le grandi prove che questo ragazzo offre in ogni partita: solito impegno, soliti recuperi difensivi, solita incisività in attacco. Il tutto a soli 20 anni compiuti, ed è giusto ricordarlo.
Chi dovrebbe prendere esempio dal Piccolo Faraone è Alexandre Pato, il cui atteggiamento in campo è perlomeno commentabile e rivedibile: non propriamente voglioso di mettersi in mostra e a disposizione della squadra, si fa notare per un’espulsione guadagnata (sebbene abbia tardato un contropiede 2 contro 1 tentando il dribbling poi decisivo per il rosso invece di servire un Boateng che, posizionato sulla destra, sarebbe andato in porta da solo) e per l’appoggio in rete da due passi, a porta vuota, che vale l’1-3, firmato per il 99,9% dall’autore della decisiva fuga e assist, ovvero l’uomo con il numero 92 sulla schiena.
La nota stonata arriva però nel post partita, dove Il papero ha dichiarato di “voler giocare di più (e fin qui poco da dire) e, per questo motivo, di voler parlare con il procuratore riguardo al proprio futuro”. Inutile rivisitare la storia degli ultimi anni del brasiliano al Milan, tra infortuni e mancato scambio con Tevez: giusto credere che molti tifosi rossoneri siano infuriati con lui. Il suo comportamento dentro e fuori dal terreno di gioco è esattamente l’opposto di quello di El Shaarawy, come lo stipendio percepito dal numero 9 è inversamente proporzionale all’impegno messo in campo. Al quale va aggiunto l’ennesimo problema muscolare manifestatosi nel match di ieri sera. Giocare, così, diventa un po’ più complicato.
Cosa aggiungere?Come chiudere la questione? La risposta migliore ci arriva da Twitter, firmata Riccardo Trevisani, commentatore Sky: “Pato ha perso una bella occasione. Per stare zitto.”

Simone Nobilini
(@SimoNobilini)

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