IMPORTANTE RISULTATO
OTTENUTO DAGLI UOMINI DI ALLEGRI, CHE STACCANO IL BIGLIETTO PER LA QUALIFICAZIONE CON
UN TURNO DI ANTICIPO.
Massimo risultato con il
minimo sforzo. Un Milan non bello ma terribilmente cinico esce con 3 punti e qualificazione in tasca dalla
trasferta di Champions League a Bruxelles, grazie anche al pareggio tra Zenit e Malaga che ha matematicamente estromesso gli uomini di Spalletti dalla corsa per gli ottavi di finale della
massima competizione europea.
Allegri propende per
l’ennesimo cambio di modulo, optando per un 4-3-3 con gli stessi intepreti di
Napoli ad eccezione di Acerbi, stavolta rimpiazzato da Yepes.
Il primo tempo si rivela
discretamente noioso, con una sola vera palla gol sprecata da Jovanovic, che
solo davanti ad Abbiati spara molle e centrale. Una prima frazione di gioco
tanto soporifera da rivelare un dato sconcertante: il Milan non hai mai tentato
un tiro verso la porta di Proto.
Tiro che arriva, ed è
vincente, al secondo minuto della ripresa: cross dalla trequarti di De Sciglio,
spendido stop mancino e destro piazzato del solito Stephan El Shaarawy, che batte Proto e timbra lo 0-1. Dato
confortante: per almeno una volta, il Milan al primo tiro in porta trova il
gol, invertendo la tendenza che lo vedeva spesso subire reti alla prima
conclusione tentata dagli avversari (Malaga a San Siro, per citare un esempio).
L’Anderlecht ha una reazione
sterile, succede poco e nulla fino al doppio momento che cambia la partita in
favore dei rossoneri: Pato, appena
entrato al posto dell’acciaccato Bojan, subisce fallo da Nuytinck su un’azione di contropiede: rosso per il difensore belga
e punizione per il Milan. Expect the
unexpected, direbbero gli americani: Montolivo
imbecca con un lancio morbido Mexès,
stop di petto del francese e splendida rovesciata che si insacca nell’angolo
opposto. Il gol dell’anno, probabilmente: e se a realizzarlo è stato l’ex Roma,
non particolarmente noto per gesti tecnici di tale caratura, cominciamo a
preoccuparci seriamente riguardo la profezia Maya sulla fine del mondo…
Match che sembra chiuso: ma il Milan di quest’anno ama complicarsi la vita e, grazie a una disattenzione difensiva con la mancata diagonale di De Sciglio (unica sbavatura di un’eccellente partita), De Sutter riapre il match sulla sponda di testa di Jakovenko, battendo da due passi Abbiati.
L’Anderlecht prova a
crederci, negli ultimi dieci minuti si riversa in avanti tentando l’arrembaggio
finale, ma lo sbilanciamento della squadra belga non fa altro che portare al
gol che chiude definitivamente la partita, firmato in contropiede e a porta
vuota da Pato, su un assist al bacio del solito strepitoso El Shaarawy.
Sta diventando ormai una
piacevole abitudine sottolineare le grandi prove che questo ragazzo offre in
ogni partita: solito impegno, soliti recuperi difensivi, solita incisività in
attacco. Il tutto a soli 20 anni compiuti, ed è giusto ricordarlo.
Chi dovrebbe prendere
esempio dal Piccolo Faraone è
Alexandre Pato, il cui atteggiamento in campo è perlomeno commentabile e
rivedibile: non propriamente voglioso di mettersi in mostra e a disposizione
della squadra, si fa notare per un’espulsione guadagnata (sebbene abbia tardato
un contropiede 2 contro 1 tentando il dribbling poi decisivo per il rosso
invece di servire un Boateng che, posizionato sulla destra, sarebbe andato in
porta da solo) e per l’appoggio in rete da due passi, a porta vuota, che vale
l’1-3, firmato per il 99,9% dall’autore della decisiva fuga e
assist, ovvero l’uomo con il numero 92 sulla schiena.
La nota stonata arriva però
nel post partita, dove Il papero ha
dichiarato di “voler giocare di più (e fin qui poco da dire) e, per questo
motivo, di voler parlare con il
procuratore riguardo al proprio futuro”. Inutile rivisitare la storia degli
ultimi anni del brasiliano al Milan, tra infortuni e mancato scambio con Tevez:
giusto credere che molti tifosi rossoneri siano infuriati con lui. Il suo
comportamento dentro e fuori dal terreno di gioco è esattamente l’opposto di
quello di El Shaarawy, come lo stipendio percepito dal numero 9 è inversamente
proporzionale all’impegno messo in campo. Al quale va aggiunto l’ennesimo
problema muscolare manifestatosi nel match di ieri sera. Giocare, così, diventa
un po’ più complicato.
Cosa aggiungere?Come
chiudere la questione? La risposta migliore ci arriva da Twitter, firmata
Riccardo Trevisani, commentatore Sky: “Pato ha perso una bella occasione. Per
stare zitto.”
Simone Nobilini
(@SimoNobilini)
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