Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

domenica 4 novembre 2012

EDITORIALE: FINALMENTE MILAN, "MANITA" AL CHIEVO


OTTIMA PRESTAZIONE DEI ROSSONERI IN VISTA DEL DELICATO IMPEGNO DI CHAMPIONS CONTRO IL MALAGA

We’ll be coming back”. “Torneremo”. Facciamoci aiutare ancora una volta dal mondo musicale: stavolta sono Calvin Harris ed Example a darci una mano con il loro ultimo pezzo. Canzone dal titolo perfetto per descrivere ciò che è avvenuto ieri allo stadio Meazza: si è rivisto, finalmente, un ottimo Milan. Un Milan vincente. Un Milan che sembra essere tornato, proprio come suggeriva la nostra canzone.

Chiariamo subito: sbagliato illudersi o esaltarsi troppo. La vittoria con il Chievo è giunta grazie ad un brillante 5-1 e ad un ottimo gioco espresso, con Montolivo ancora in gol e sempre più leader del centrocampo. Ma oltre ai meriti rossoneri è giusto sottolineare anche la pochezza della squadra di Eugenio Corini, che difensivamente ha concesso troppo ed offensivamente ha raramente spaventato Abbiati, salvo in un paio di occasioni nella prima frazione di gioco.
Passando all’analisi del match, utilizzeremo una parola chiave: finalmente. Partiamo dal modulo: finalmente 4-2-3-1, lo schema di gioco con il quale il Milan riesce ad esprimere il miglior calcio. Si era visto nel derby, dove nonostante la sconfitta la squadra di Allegri ha dominato l’incontro e creato tanto, e nel secondo tempo di Palermo, dove i rossoneri sono stati in grado di rimontare uno svantaggio di due reti. Dopo la ramanzina di Galliani, con l’annesso ripudio della difesa a 3 e degli ormai noti 5 mediani schierati al Renzo Barbera, il tecnico livornese si è convinto a passare a un modulo che, come volevasi dimostrare, ha dato i suoi frutti.

Finalmente Bojan. L’ex Barcellona e Roma ha confermato i buoni segnali lanciati una settimana prima, dando corsa e qualità alla squadra e trovando il suo primo gol in maglia rossonera. Alla sua ottima prestazione si aggiungono quelle di Emanuelson e di El Shaarawy: c’è altro da aggiungere sul Piccolo Faraone? Onnipresente in fase offensiva e difensiva, fa sempre la cosa giusta. Il tutto a 20 anni appena compiuti. Chapeau.
Finalmente…gli esterni. Chi l’avrebbe mai detto? Abate e Constant si sono proposti con continuità sulle fasce: il primo ha fornito l’assist per la rete del 4-1 ad El Shaarawy, il secondo ha prodotto ottime giocate, finalmente senza sbavature.
L’ultimo finalmente lo dedichiamo a Giampaolo Pazzini: torna al gol dopo la tripletta al Bologna nella seconda giornata di campionato. Dovesse essere servito con continuità e sfruttare al meglio i palloni che gli vengono recapitati, potrà tornare molto utile alla causa rossonera.

Il 5-1 finale nasconde però alcune lacune che non vanno dimenticate: la difesa ha concesso il nono gol stagionale su palla inattiva. Decisamente troppi. Pur in superiorità numerica all’interno dell’area di rigore (7 contro 4) in occasione del momentaneo pareggio di Pellissier, la squadra di Allegri è riuscita nuovamente a farsi sorprendere. Non ha convinto la coppia centrale Zapata-Mexès, soprattutto nel primo tempo: il colombiano regala inspiegabilmente il calcio d’angolo dal quale scaturisce il gol clivense e rischia in qualche occasione, il francese va spesso fuorigiri.

Nessuna illusione, nessuna esaltazione. La manita al Chievo dev’essere un punto di partenza. A San Siro martedì arriva il Malaga: appuntamento da non fallire. Perché i giocatori rossoneri possano dire, magari definitivamente: siamo tornati.

Simone Nobilini
(@SimoNobilini)

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