Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

martedì 14 febbraio 2012

TRENT'ANNI DOPO: STESSO VIZIO

NUOVO SCANDALO SCOMMESSE SUL CALCIO ITALIANO

Tra la fine del 1979 e l' inizio del 1980 due signori romani assistettero a numerose partite di Serie A e Serie B girando tutta l'Italia: Palermo, Avellino, Bologna e molte altre. I due nonostante fossero realmente appassionati di calcio non si presentavano allo stadio per divertimento, andavano perchè erano convinti di sapere qualcosa di cui tutti gli altri spettatori non erano a conoscenza, ovvero il risultato. Massimo Trinca e Alvaro Cruciani erano solo la punta di un sistema marcio sin dalla base. Difatti i veri fautori di queste truffe non erano i due romani ma alcuni giocatori della Serie A che, puntando sulla partita della propria squadra,   miravano a guadagnare soldi attraverso le scommesse illegali. Tuttavia alcune partite precedentemente concordate non riuscirono a terminare con i risultati voluti così da far perdere a Cruciani una cifra superiore ai duecento milioni di lire. Tutto ciò fece sì che fu lo stesso Cruciani nel marzo del '80 a presentare un esposto alla procura della Repubblica di Roma denunciando di essere stato truffato da alcuni giocatori del massimo campionato. Le indagini portate avanti dalla magistratura portarono alla scoperta di un giro clandestino di scommesse ben più grande di quello che i due “gentiluomini” romani potessero immaginare. Il 23 marzo del 1980, durante lo svolgimento delle partite di campionato, venne ordinato l'arresto di coloro che erano ritenuti coinvolti nel giro illegale. Tra i vari nomi di giocatori incriminati quelli di Enrico Albertosi, Bruno Giordano e Paolo Rossi erano sicuramente i più pesanti. Il “Totonero”(questo fu il nome dato dai media a tutta la vicenda) destabilizzò moltissimo il sistema calcio italiano a pochi mesi dall'inizio del Campionato Europeo, e spedì addirittura in B una società blasonata come il Milan. Trent'anni dopo il vizio è rimasto ai calciatori italiani. Lo scorso 2 giugno la procura di Cremona  ha fatto eseguire numerosi procedimenti di custodia cautelare verso coloro che erano rei di aver modificato l'andamento di alcune partite professionistiche italiane. Anche questa volta i nomi coinvolti sono importanti: Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta ed ex nazionale azzurro, Stefano Bettarini e sopratutto Giuseppe Signori, uno che in nella sua carriera ha segnato più di 200 gol. Le indagini della giustizia sportiva sono tuttora in corso e man mano vengono alla luce notizie sempre più sconcertanti. Uno dei primi e forse uno dei più significativi episodi fu quella riguardante il portiere della Cremonese Marco Paoloni che, coinvolto fino al collo nel giro delle scommesse clandestine, durante l'intervallo di una partita decise di somministrare all' insaputa dei compagni di squadra dei calmanti così da farli tornare in campo meno “agguerriti” e riuscire in tal modo a perdere la partita, risultato su cui il portiere aveva ovviamente scommesso. Nei due scandali le domande che si sono posti sia i giornalisti sia i comuni tifosi è: Perchè? Quale motivo spinge giocatori già strapagati a rischiare la propria carriera e sopratutto la propria libertà per guadagnare qualche miglialio di euro in più? A mio modesto parere i giocatori sono attratti dal senso di potere che il truccare le partite comporta, la voglia di scalvalcare gerarchicamente le istituzioni sentendosi a volte dei veri e proprio “boss”.Certamente alcuni lo faranno anche semplicemente per vizio, per una impossibilità nel farne a meno ma di certo nessuno lo fa per una mera questione economica. Certamente sia oggi che nel 1980 a pagarne è stato sempre il cittadino-tifoso che viene privato dell'essenza pulita di uno sport che dovrebbe sempre e comunque divertire e non indignare coloro che lo seguono.

Nicolò Smerilli

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