IL FRANCESINO, MIGLIORE IN CAMPO, SALVA LA JUVE ALL'ULTIMO RESPIRO
L'abbiamo detto dopo la vittoria con il Catania, lo ribadiamo sta sera: La Juve crea tanto, tantissimo e capitalizza troppo poco.
Quello che per tante squadre è un problema passeggero, per i bianconeri sta diventando una malattia cronica.
I sintomi sono clamorosi: anche nella gara di questa sera, per superare 2-1 il Bologna sono stati necessari addirittura 16 tiri in porta.
Con il vantaggio di Quagliarella e la gara in mano (come succede molto spesso agli uomini di Conte) il paziente bianconero sembrava stare meglio; il raddoppio era nell'aria e la gara sembrava chiusa, nonostante il punteggio fosse ancora sull'1-0.
E invece al '71 De Ceglie regala un pallone a Taider, al paziente e a tutto lo stadio vengono i sudori freddi, che presto diventano febbre alta, quando il franco-marocchino scaraventa una botta spaventosa alle spalle di Buffon.
Alla fine una botta d'adrenalina di Pogba salva la Juve quando sembravva finita.
I numeri della partita, se sommati a quelli delle ultime due uscite degli uomini di Conte rafforzano ulteriormente la nostra tesi: 66 tiri in tre partite e soli tre gol segnati.
Paolo Deceglie merita uno spazio tutto suo: il difensore torinese anche questa sera è stato disastroso.
Nella migliore delle ipotesi, il terzino porta a termine il compititino da 6 in pagella. In tutte le altre occasioni invece ne combina di tutti i colori: col Siena protegge male un pallone, Angelo ne approfitta per regalare a Calaiò la palla dell'1-1. Col Nordsjaelland sbaglia un retropassaggio, Chiellini è costretto ad atterrare Andreas Laudrup. Dalla seguente punizione nascerà il vantaggio dei danesi.
La società lo ha preferito ad Estigarribia per evitare di spendere i 5 milioni necessari al riscatto del paraguayano. Vedendo il rendimento dell'ala doriana, qualche rimpianto a Torino ci sarà sicuramente.
Tornando al bollettino medico bianconero, 7 punti in tre gare, nonostante l'incredibile media di un gol ogni 22 tiri, non sono abbastanza per dichiarare il paziente guarito.
Per questo bisognerà aspettare il 7 novembre. a Torino torna la Champions League. Lì non ti aspettano fino al 92°.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
Idee fresche. Idee nuove.
mercoledì 31 ottobre 2012
CASA MILAN: UP & DOWN DI PALERMO
LE IMPRESSIONI DESTATE DALLA SQUADRA DI ALLEGRI DOPO IL PAREGGIO IN RIMONTA DI PALERMO
Punto e a
capo. Dopo il risicato successo casalingo contro il Genoa, il Milan non riesce
a trovare continuità, impattando per 2-2 al Renzo Barbera di Palermo. Si era
messo male il match per i rossoneri, con le reti di Miccoli (su rigore) e
Brienza che avevano nuovamente fatto vacillare come una scossa di terremoto la
già discussa posizione di Massimiliano Allegri. Un Milan molle regala troppi
spazi agli avversari ed è ancora una volta incapace di costruire gioco,
risultando poco incisivo in fase offensiva fino al raddoppio rosanero, che
sembrava aver definitivamente indirizzato la partita a favore della squadra di
Gasperini. Ma mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco: ai rossoneri la voglia
di lottare non manca e i decisivi ingressi di Emanuelson e Bojan cambiano la
partita. Il prodotto della cantera del Barcellona entra subito in partita,
impegnando Ujkani e fornendo l’assist a Montolivo per la rete del 2-1, che
riaccende le speranze milaniste. A illuminare i suoi ci pensa poi, ancora una
volta, Stephan El Shaarawy, che con un gran gol permette al Milan di evitare la
sesta sconfitta stagionale in campionato.
Cosa va:
- A Palermo si è visto finalmente il
vero Bojan: carico, rapido, incisivo
in gran parte delle azioni rossonere. Con un Pato ancora anonimo e un Pazzini
in difficoltà, merita una chance da titolare.
- Stephan
El Shaarawy è ormai
diventato il leader di questa squadra. Capocannoniere del campionato con 7
reti, pur non avendo particolarmente brillato segna un gol fondamentale e dà il
solito grande contributo, rientrando spesso anche in fase difensiva. Il
“Piccolo Faraone” è sempre più grande.
- Riccardo
Montolivo: sta
iniziando a prendere in mano il centrocampo rossonero. Tra i 5 interpreti
scelti in mediana da Allegri è indubbiamente il giocatore con maggiore tecnica
e si vede.
Cosa non va:
- Allegri,
scelte e i cambi di modulo:
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Massimiliano da Livorno insiste
nel proporre il 3-5-2 utilizzando però gli interpreti errati: la posizione
occupata ieri da Constant è il ruolo perfetto in cui schierare Emanuelson, ma
il tecnico rossonero continua a vedere l’olandese principalmente come trequartista.
Centrocampo con troppa poca qualità, escluso Montolivo. Pessimo il rientro di
Flamini, sostituito dopo 45min e spesso disattento. Iniziare il prossimo match
contro il Chievo con il modulo utilizzato nella ripresa a Palermo potrebbe
essere la scelta giusta per terminare finalmente la ricerca del modulo adatto.
- Gli
esterni: come al
solito, in questo Milan sembra impossibile vedere cross interessanti per i
giocatori rossoneri presenti in area di rigore. Constant alterna discrete
chiusure a errori clamorosi (come il retropassaggio che libera al tiro
Miccoli), Abate invece è troppo distratto e ingenuo: netto il fallo di mano che
induce Rizzoli a concedere il calcio di rigore. Urge il recupero di De Sciglio.
- Pato:
appena rientrato dai
noti problemi muscolari, appare ancora insicuro. Spreca una buona chance nel
primo tempo, quando si fa chiudere da Barreto in area di rigore prima di
calciare. Conosciamo tutti la sua grande capacità nella progressione, tenta un
paio di buone accelerazioni nella prima parte di gara senza però mai tentare la
conclusione. Da lui ci si aspetta sempre di più, soprattutto dopo la partenza
di Ibrahimovic, “apparente” causa dei suoi problemi tattici.
- Amelia: giocare poco non aiuta e si vede. Non
accenna nemmeno alla parata sul sinistro vincente di Brienza (com’era già
accaduto in occasione del gol di Candreva a Roma contro la Lazio). Non dà sicurezza:
perché non provare Gabriel per dare un senso allo spot extracomunitario speso
per il giovane portiere brasiliano?
Simone
Nobilini
(@SimoNobilini)
VIDEO - CR7 RISPONDE COSì AI FISCHI DEI TIFOSI MAIORCHINI
Si sa. Capita spesso nel calcio che i più forti siano poco tollerati, mal sopportati o addirittura "odiati". E' un discorso, questo, che solitamente vale più per le grandi squadre, a lungo vincenti e dominatrici nei loro rispettivi campionati, ma che talvolta può essere esteso, ad esempio, anche a certi personaggi che tendono a distinguersi, oltre che per i successi, per buone dosi di spocchiosità, irriverenza e provocazioni.
E' il caso di uno dei più forti calciatori di tutto il pianeta: stiamo parlando, naturalmente, di CR7, Cristiano Ronaldo, raramente amato dalle tifoserie avversarie nella sua carriera.
Domenica sera, nella trasferta vittoriosa all'Iberostar di Maiorca (0-5 il risultato finale), il fenomeno portoghese del Real Madrid, "stranamente" protagonista del match con due gol e un assist, dopo essere stato ripetutamente beccato e fischiato dai sostenitori maiorchini, soprattutto dopo una serie di dribbling nella prima frazione di gioco, reagisce così al pubblico avversario. Piace molto anche a lui "sentire il rumore dei nemici", Mourinho docet...GUARDA VIDEO
Dario Di Noi
@DarDinoRio
martedì 30 ottobre 2012
IL PUNTO SULLA PREMIER: NONA GIORNATA
SINTESI DI TUTTI MATCH DELLA NONA GIORNATA DI PREMIER
Ironicamente in sincronia con le polemiche italiane sugli
arbitraggi, gli inglesi ci dimostrano una volta di più che nel verdetto di una
partita bisogna accettare anche la performance del fischietto.
Le due partite più affascinanti della giornata, lo scontro
al vertice Chelsea – Manchester United e il derby Everton – Liverpool, sono
state entrambe caratterizzate da errori della terna, stemperati dagli stessi
tecnici, dai giocatori e dagli addetti ai lavori. Buonanotte Italia.
Chelsea 2-3 Manchester
Utd. Appena il tempo di cominciare e i Red Devils passano in vantaggio:
assist di Rooney dalla destra, tiro di Van Persie che sbatte sul palo, rimbalza
su David Luiz e finisce in rete. Pochi minuti ancora e Valencia dalla destra
mette al centro per Van Persie che di destro trafigge Cech e fa 0-2. Si
risvegliano i Blues che con Hazard, Cahill e Torres mettono paura a De Gea. E
appena prima del riposo Mata con uno splendido calcio di punizione supera la
barriera e segna l’1-2. Lo stesso Mata sfiora due volte il pareggio in avvio di
ripresa, prima che un cross di Oscar dalla sinistra non peschi Ramires in area:
testa del brasiliano e parità. Poi Ivanovic viene espulso per un fallo su
Young. Anche Torres viene espulso (secondo giallo) per una simulazione che le
immagini smentiscono. E in 9 contro 11 diventa dura anche per i campioni
d’Europa: azione insistita dello United con tiro di Van Persie respinto da
Cech, tap-in di Rafael e correzione in porta di Hernandez in posizione
irregolare, ma non ravveduta da nessuno. Nel contesto di una partita in cui
pare che l’arbitro abbia anche rivolto accuse razziste a Obi Mikel (ma ormai
accusare di razzismo in Inghilterra sta diventando un po’ troppo di moda per
essere credibile), e in cui ha sicuramente commesso altri errori plateali (un
rigore negato allo United per fallo di mano di David Luiz e il secondo giallo
risparmiato a Rooney), pensare che da loro sia meno un “caso nazionale” del
nostro Catania – Juve fa un po’ sorridere. O intristire.
Everton 2-2 Liverpool.
Permettetemi di continuare a screditare l’ambiente-calcio italiano. La stampa
inglese qualche settimana fa si era soffermata sulla simulazione plateale di
Suarez, denigrandolo pubblicamente. Tra i suoi accusatori c’era anche David
Moyes, tecnico dell’Everton. Dopo il gol nel derby Suarez ha pensato di
simulare un tuffo di fronte a Moyes, per schernirlo. Criticato dalla stampa
inglese anche per questo gesto, Suarez è stato trasformato in “personaggio”
dalla redazione italiana di Euro Calcio Show (Sky Sport), che lo ha
caratterizzato come “pronto a raccogliere le provocazioni”. Buonanotte anche a
Federica Masolin e a chi le scrive i testi.
Passando alla partita: primo tempo elettrizzante con 4 gol.
Partono meglio i Reds, con un assist di Josè Enrique dalla destra che Suarez
spara in porta, trovando la deviazione di Baines che manda fuori causa Howard e
vale lo 0-1. Sei minuti e arriva il raddoppio: punizione di Gerrard verso il
centro, testa di Suarez e palla in rete. Accorciano subito i Toffees, con una
bomba da fuori area di Osman. E poi pareggiano, con Fellaini che dalla sinistra
serve al centro Naismith il cui tiro ravvicinato non lascia scampo a Jones. Il
secondo tempo è meno entusiasmante, ma ci provano entrambe a vincerla: Jelavic
da una parte e il trio Suarez – Gerrard – Sterling dall’altra hanno buone
chance di segnare, ma trovano soltanto guanti di gomma. A Suarez annullano un
gol regolare per presunto fuorigioco. Qualche protesta, ma Brendan Rodgers nel
dopo partita dichiara tranquillo: “può capitare”. Non esattamente quello che mi
aspetto dall’entourage del Milan dopo un derby in cui viene annullato un gol
regolare alla sua squadra. E’ già successo? Pardon.
Arsenal 1-0 QPR.
Julio Cesar tiene in partita fino agli ultimi minuti il suo Queen’s Park. Vari
i tentativi dei Gunnres, con Cazorla, Giroud e Podolski in evidenza, ma il muro
eretto dal brasiliano davanti alla porta regge. L’Arsenal insiste soprattutto
dopo l’espulsione di Mbia (calcione su Vermaelen): cross di Arshavin, colpo di
testa di Giroud respinto da Julio Cesar, tap in di Arteta sulla traversa e poi
nuovamente Arteta che ribadisce in rete. Nel recupero Mannone ferma Mackie a un
metro dalla porta e salva il risultato.
Manchester City 1-0
Swansea. Il City trova una vittoria, ma non esce dal periodo chiaroscuro
che attraversa tra campionato e Champions. Swans vicini al gol più volte con
Michu, di testa nel primo tempo e di piede da distanza ravvicinata nella
ripresa. Poi i Citizens passano alla prima vera occasione: tiro dai 25 metri di Tevez e palla
nell’angolino basso. Ospiti più vicini al pareggio di quanto i locali si
avvicinino al raddoppio, ma alla fine sono tre punti che tengono il City a un
punto dalla vetta.
Southampton 1-2
Tottenham. Torna ai vertici il Tottenham, vincendo al St. Mary’s pur con
qualche sofferenza. Passano gli Spurs in avvio di gara: cross morbido dalla
destra di Huddlestone, testa di Bale e palla in rete. Raddoppio a fine primo
tempo: filtrante di Lennon per Defoe, tiro del centravanti salvato sulla linea da
Fonte ma corretto in rete da Dempsey. I Saints spingono soprattutto sui calci
piazzati: Yoshida di testa manda fuori un gol già fatto, poi Rodriguez trova il
gol con una girata su calcio d’angolo. Ma la rimonta non si concretizza.
Aston Villa 1-1 Norwich.
Pareggio che scontenta tutti in coda alla classifica. Gioca meglio il Norwich
(anche perché giocare peggio dell’Aston Villa è difficile), ma passano i
Villans: cross dalla sinistra di Holman per un liberissimo Benteke che da due
passi insacca. Ci pensa Joseph Bennett a complicare le cose: trattiene sulla
fascia il suo omonimo Elliott Bennett e si becca il secondo giallo. Ne
approfittano i Canaries: cross di Hoolahan dalla destra, testa di Turner e
parità.
Newcastle 2-1 WBA. Sfida tra la sorpresa dell’anno
scorso e la sorpresa di questo avvio di stagione. Passa in vantaggio il
Newcastle: da una lunga rimessa di Krul, Cissè prolunga di testa verso l’area
dove Ba scarica in rete il primo gol. Pareggio del West Brom con il cross dal
vertice sinistro di Gera per la testa di Lukaku sul secondo palo che insacca. E
nei minuti di recupero Cissè devia con la schiena un tiro di Ameobi: portiere
spiazzato e gol da tre punti.
Reading 3-3 Fulham.
Partita divertentissima e piena di gol. Apre il Reading con il tiro da fuori
area di Leigertwood che si infila sotto l’incrocio. Pareggio con Ruiz, il cui
mancino dal limite supera McCarthy. Su calcio d’angolo di Ruiz arriva il colpo
di testa di Baird che vale il vantaggio del Fulham. Ultimi 5’ incandescenti: pareggia il
Reading con Mc Cleary da distanza ravvicinata. Poi Berbatov riporta in
vantaggio i Cottagers sparando in rete un suggerimento in verticale di Sidwell.
Ma all’ultimo assalto su calcio di punizione, Robson Kanu insacca un pallone
vagante per l’area piccola e regala un punto ai Royals.
Stoke City 0-0
Sunderland. Poche le occasioni e molti gli sbadigli. Il portiere ospite Mignolet
para nel primo tempo un bel tiro di Shawcross, nella ripresa un colpo di testa
ravvicinato di Crouch e nel recupero sull’incursione in avanti di Huth. Il
collega Begovic è ancora meno impegnato nell’osservare i tiri fuori bersaglio
di Cuellar e di Adam Johnson. Uno dei pochi tiri in porta del Sunderland, ad
opera di Fletcher, viene fermato in area da Huth, forse con un braccio un po’
largo. L’arbitro lascia giocare e finisce 0-0.
Wigan 2-1 West Ham.
Si sblocca il Wigan, che conquista la prima vittoria casalinga. Vantaggio dei
Latics con lo splendido mancino al volo di Ramis su calcio d’angolo che
trafigge gli Jaaskelainen. Gli Hammers vanno vicini al pareggio con Benayoun
che devia un cross di Jarvis ma trova Al Habsi pronto a rifugiarsi in angolo.
Ma dominano comunque i padroni di casa, che raddoppiano meritatamente con il
tiro di McArthur su assist dalla sinistra di Beausejour. Nel finale gli ospiti
accorciano le distanze con il colpo di testa di Tomkins su cross dal fondo
sinistro di McCartney, ma è troppo tardi per sperare.
Valerio Brutti
lunedì 29 ottobre 2012
VIDEO - INCREDIBILE, EDGAR DAVIDS TORNA A GIOCARE..GRATIS!!
ALL'ETA' DI 39 ANNI, DAVIDS RICOMINCIA DAL BARNET FOOTBALL CLUB
Un mastino, un highlander, un intramontabile. Alla tenera età di 39 anni, Edgar Davids torna a giocare e lo fà nel Barnet Football Club, squadra del quartiere di Londra in cui il Pitbull olandese vive da qualche anno.
Secondo quanto riporta il The Sun, l'ex Milan, Juve ed Inter ripartirà dalla quarta serie inglese (Lega Pro, Seconda divisione italiana) dove opererà da allenatore in seconda di Mark Robson e al contempo giocatore.
La particolarità della notizia sta nel fatto che Davids, a quanto sembra, farà tutto ciò gratuitamente, in quanto ingaggiato come "amatore". Edgar Davids: un mastino, un'highlander, un intramontabile.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
Un mastino, un highlander, un intramontabile. Alla tenera età di 39 anni, Edgar Davids torna a giocare e lo fà nel Barnet Football Club, squadra del quartiere di Londra in cui il Pitbull olandese vive da qualche anno.
Secondo quanto riporta il The Sun, l'ex Milan, Juve ed Inter ripartirà dalla quarta serie inglese (Lega Pro, Seconda divisione italiana) dove opererà da allenatore in seconda di Mark Robson e al contempo giocatore.
La particolarità della notizia sta nel fatto che Davids, a quanto sembra, farà tutto ciò gratuitamente, in quanto ingaggiato come "amatore". Edgar Davids: un mastino, un'highlander, un intramontabile.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
VIDEO: DERBY DI LIVERPOOL, E’ ANCORA “CRAZY” SUAREZ
NEL PAREGGIO DI GOODISON PARK, E' SEMPRE LUI IL PROTAGONISTA; SEGNA POI ESULTA ALLA SUA MANIERA
Davide Bernardi / Dario Di Noi
@DavideBernardi / @DarDinoRio
Un gran derby del
Merseyside quello che ha aperto, ieri pomeriggio, alle 14.30 ora italiana, una
super-domenica di Premier.
Al Goodison Park andava in scena la stracittadina
numero duecentodiciassette tra Liverpool ed Everton. Risultato finale un
pareggio 2-2, con tutti i gol realizzati nei primi quarantacinque minuti di
gioco. Protagonista assoluto, come tra l’altro è spesso capitato in questo
match da quando è sbarcato in Inghilterra, l’attaccante dei Reds e della
nazionale uruguaiana Luis Suarez, autore di una rete e mezzo (la prima,
infatti, viene considerata autogol di Leighton Baines), più una terza marcatura
ingiustamente annullatagli nel finale, per un fuorigioco inesistente.
Una grande
prestazione dunque per “El Pistolero”, che però, come al solito, non si è
limitato a dare spettacolo solo con la palla tra i piedi, ma è riuscito a
diventare il personaggio principale della gara per l’ennesimo gesto controverso ed irriverente
della sua carriera.
Ne ha combinata un’altra delle sue insomma, ma
conoscendolo, sarebbe sembrato quasi strano il contrario. Dopo altri episodi
clamorosi, quali tra gli altri, gli insulti razzisti rivolti a Patrice
Evra, terzino del Manchester United lo scorso anno, costatigli otto giornate
di squalifica o il morso rifilato ad Otman
Bakkal, nella sfida di campionato contro il PSV Eindhoven, quando era ancora un
giocatore dell’Ajax (novembre 2010,
saltò sette partite in quel caso), ieri il centravanti uruguaiano ha scritto un
nuovo capitolo di questa saga, con un gesto certamente più leggero rispetto a
quelli appena citati, un gesto al limite
tra lo sfottò ironico e divertente ed un
comportamento stupido e non esemplare.
Minuto quattordici del primo tempo, uno a zero Reds, segna
lui, Suarez, lui che alla vigilia era stato accusato dall’allenatore dei
Toffies, David Moyes, di essere un tuffatore. Il Pistolero, appena messa la
palla in rete, prende la rincorsa e corre sotto la panchina degli acerrimi
rivali, esultando così! Totalmente alla sua maniera… GUARDA VIDEO PER CREDERE!
@DavideBernardi / @DarDinoRio
VIDEO - FINISCE 2-2 IL "SUPERCLASICO": L'UNICO SPETTACOLO PERO' SONO I TIFOSI
POCO SPETTACOLO E TANTI ERRORI, UN PUNTO A TESTA PER RIVER E BOCA
Finisce 2-2 uno dei superclàsico più insipidi che si ricordi.
Eppure gli ingredienti per sfornare un piatto bello completo c'erano tutti: la partita tornava dopo 17 mesi causa retrocessione del River in Secunda Division; città paralizzata (come ogni volta), Monumental stracolmo (90 mila spettatori), ben 5 mila xeneizes presenti e gara importante per la classifica di entrambi.
E invece in cucina hanno buttato la pasta senza aggiungere il sale e senza condirla. Un pareggio che lla fine sa di mezza sconfitta per il River e di mezza vittoria per il Boca.
I Millonarios, in vantaggio già dopo 2 minuti grazie ad una punizione di Leo Ponzio, causa la pochezza offensiva (Trezeguet apparso molto sottotono) solo al '70 hanno trovato il raddoppio con Rodrigo Mora.
Quando la partita sembrava chiusa, il Boca prima accorcia grazie al rigore di Santiago Silva, poi pareggia in pieno revupero con Erviti che approfitta di un'uscita incerta di Barovero.
Il River, spinto anche dal pubblico, è partito forte aggredendo alto e avrebbe meritato i tre punti contro un Boca davvero di basso spessore. Gli uomini di Falcioni nono hanno gioco e hanno strappato un punto grazie al calo fisico-mentale dei Millonarios.
Il pareggio alla fine non serve a nessuno: Boca a 19 punti e River a 16, rispettivamente a 7 e 10 punti dal Newell's capolista, ieri vincitore in casa con l'Arsenàl.
Quello di ieri sarà ricordato come uno dei big match d'Argentina, tecnicamente più basso di sempre.
Sono lontani i tempi in cui a giocarsi la supremazia su Buenos Aires c'erano i vari Ortega, Riquelme (osannato anche ieri dai tifosi gialloblu), Falcao Garcia e Tevez.
Davide Bernardi
@DavideBernardi
Finisce 2-2 uno dei superclàsico più insipidi che si ricordi.
Eppure gli ingredienti per sfornare un piatto bello completo c'erano tutti: la partita tornava dopo 17 mesi causa retrocessione del River in Secunda Division; città paralizzata (come ogni volta), Monumental stracolmo (90 mila spettatori), ben 5 mila xeneizes presenti e gara importante per la classifica di entrambi.
E invece in cucina hanno buttato la pasta senza aggiungere il sale e senza condirla. Un pareggio che lla fine sa di mezza sconfitta per il River e di mezza vittoria per il Boca.
I Millonarios, in vantaggio già dopo 2 minuti grazie ad una punizione di Leo Ponzio, causa la pochezza offensiva (Trezeguet apparso molto sottotono) solo al '70 hanno trovato il raddoppio con Rodrigo Mora.
Quando la partita sembrava chiusa, il Boca prima accorcia grazie al rigore di Santiago Silva, poi pareggia in pieno revupero con Erviti che approfitta di un'uscita incerta di Barovero.
Il River, spinto anche dal pubblico, è partito forte aggredendo alto e avrebbe meritato i tre punti contro un Boca davvero di basso spessore. Gli uomini di Falcioni nono hanno gioco e hanno strappato un punto grazie al calo fisico-mentale dei Millonarios.
Il pareggio alla fine non serve a nessuno: Boca a 19 punti e River a 16, rispettivamente a 7 e 10 punti dal Newell's capolista, ieri vincitore in casa con l'Arsenàl.
Quello di ieri sarà ricordato come uno dei big match d'Argentina, tecnicamente più basso di sempre.
Sono lontani i tempi in cui a giocarsi la supremazia su Buenos Aires c'erano i vari Ortega, Riquelme (osannato anche ieri dai tifosi gialloblu), Falcao Garcia e Tevez.
Davide Bernardi
@DavideBernardi
EDITORIALE -ROMA: COSI' NON SEI BELLA
I GIALLOROSSI SCIVOLANO IN CASA CONTRO L'UDINESE DOPO ESSERE STATI IN VANTAGGIO PER DUE A ZERO
E' una squadra in crisi d'identità, a volte troppo spettacolare a volte ingenua come poche. Nelle otto partite disputate finora (contro il Cagliari hanno vinto a tavolino) è sempre stata, almeno per una mezz'ora, completamente in balia degli avversari. L'esempio perfetto è la gara giocata contro la Juventus: tre gol subiti in meno di venti minuti con il passivo che sarebbe potuto aumentare se solo Matri e Vucinic fossero stati più precisi. Ma se allo Stadium si affrontava la squadra più forte del campionato di certo non si può dire lo stesso di Udinese e Genoa. Contro quest' ultima il risultato è stato favorevole ma anche a Marassi la banda Zeman ha gentilmente regalato buona parte del primo tempo agli avversari.
In media due reti subite a partita: sono infatti 16 i gol incassati da Stekelemburg in appena otto turni di campionato, insieme al Chievo quella giallorossa è la peggiore difesa del campionato. Osvaldo e soci hanno realizzato fino ad ora 17 gol ma per ambire ai primi posti con una retroguardia del genere devi avere contemporaneamente lì davanti Messi, Ronaldo e Falcao.
Per il momento Zeman non sembra essere in discussione, gode ancora della stima di Totti e sopratutto, a differenza di Luis Enrique, ha un "nome" che gli permette si sbagliare qualche partita così. Nessuno mette in dubbio che guardando la Roma ci si diverta ma se poi non si vince il bel gioco è fine a se stesso e per quanto i tifosi giallorossi apprezzino il boemo, siamo sicuri che non tarderanno a criticarlo anche loro in caso di altri risultati negativi. Ad agosto si parlava di scudetto, oggi un posto in Europa sembra un risultato più che ottimo per una squadra ancora in cerca di una precisa identità e spaccata in due tronconi opposti e non complementari.
Nicolò Smerilli
@NiSmerilli
Siamo sicuri che anche stanotte Zdenek Zeman abbia riempito il suo posacenere rimanendo sveglio a riflettere su come, e sopratutto perchè, sia maturata la sconfitta di ieri sera, la terza in questo campionato. Raccapriccianti sono le analogie con la partita contro il Bologna del 16 settmbre: doppio vantaggio dilapidato in due gare in cui si stava dando spettacolo e tutto faceva presagire una goleada romanista. Ma anche stasera, come contro i felsinei, all'improvvisto si è spenta la luce e Domizzi e Di Natale hanno distrutto in pochi minuti ciò che Lamela, ispirato da Totti ed Osvaldo, aveva costruito.
E' una squadra in crisi d'identità, a volte troppo spettacolare a volte ingenua come poche. Nelle otto partite disputate finora (contro il Cagliari hanno vinto a tavolino) è sempre stata, almeno per una mezz'ora, completamente in balia degli avversari. L'esempio perfetto è la gara giocata contro la Juventus: tre gol subiti in meno di venti minuti con il passivo che sarebbe potuto aumentare se solo Matri e Vucinic fossero stati più precisi. Ma se allo Stadium si affrontava la squadra più forte del campionato di certo non si può dire lo stesso di Udinese e Genoa. Contro quest' ultima il risultato è stato favorevole ma anche a Marassi la banda Zeman ha gentilmente regalato buona parte del primo tempo agli avversari.
In media due reti subite a partita: sono infatti 16 i gol incassati da Stekelemburg in appena otto turni di campionato, insieme al Chievo quella giallorossa è la peggiore difesa del campionato. Osvaldo e soci hanno realizzato fino ad ora 17 gol ma per ambire ai primi posti con una retroguardia del genere devi avere contemporaneamente lì davanti Messi, Ronaldo e Falcao.
Per il momento Zeman non sembra essere in discussione, gode ancora della stima di Totti e sopratutto, a differenza di Luis Enrique, ha un "nome" che gli permette si sbagliare qualche partita così. Nessuno mette in dubbio che guardando la Roma ci si diverta ma se poi non si vince il bel gioco è fine a se stesso e per quanto i tifosi giallorossi apprezzino il boemo, siamo sicuri che non tarderanno a criticarlo anche loro in caso di altri risultati negativi. Ad agosto si parlava di scudetto, oggi un posto in Europa sembra un risultato più che ottimo per una squadra ancora in cerca di una precisa identità e spaccata in due tronconi opposti e non complementari.
Nicolò Smerilli
@NiSmerilli
domenica 28 ottobre 2012
VIDEO: CATANIA-JUVE, GOL & HIGHLIGHTS TRA LE POLEMICHE
GOL & HIGHLIGHTS DI CATANIA-JUVE 28/10/12
Ancora una volta i bianconeri portano a casa i tre punti. Oggi più che mai però la vittoria degli uomini di Conte è stata viziata dalle polemiche.
Un gol clamorosamente annullato a Bergessio nel primo tempo e quello di Vidal, nato da una posizione di fuorigioco di Bendner.
Il presidente del Catania Pulvirenti non si è risparmiato a fine gara, dichiarando "annullato dalla panchina della Juve" la rete di Bergessio.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
Ancora una volta i bianconeri portano a casa i tre punti. Oggi più che mai però la vittoria degli uomini di Conte è stata viziata dalle polemiche.
Un gol clamorosamente annullato a Bergessio nel primo tempo e quello di Vidal, nato da una posizione di fuorigioco di Bendner.
Il presidente del Catania Pulvirenti non si è risparmiato a fine gara, dichiarando "annullato dalla panchina della Juve" la rete di Bergessio.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
EDITORIALE JUVE: 50 TIRI IN DUE PARTITE E DUE SOLI GOL! HOUST ABBIAMO UN PROBLEMA..
COME NELLA SCORSA STAGIONE L'ATTACCO BIANCONERO NON RIESCE A TROVARE IL GOL CON CONTINUITA'
Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Che sia il Napoli, il Siena o il Catania, la Juve, pur non brillando, continua a non perdere. Che sia il Napoli, il Siena o il Catania, gli attaccanti bianconeri continuano a non decollare.
Con il gol di Arturo Vidal oggi a Catania, le reti degli uomini di Conte in queste prime nove giornate sono 20. Addirittura dodici i giocatori diversi andati a segno.
Analizzando le statistiche però, si nota chiaramente come l’attacco bianconeri stenti in zona gol, proprio come nella passata stagione. Di questi venti gol, solo otto sono state segnate dagli avanti juventini, ben dieci invece dal centrocampo. L’ultima marcatura di un centravanti di Conte risale alla sesta giornata, quando i bianconeri umiliarono la Roma di Zeman anche grazie alle reti di Matri e Giovinco. Guardando i migliori marcatori stagionali juventini, si scopre che Pirlo, Vidal e Giovinco hanno le stesse reti: 3, uno in più di Vucinic e Quagliarella e due in più di Matri, andato a segno solo una volta, come Marchisio, Asamoah , Giaccherini e Pogba.
Va bene la Juve continua ad inanellare risultati positivi e chi se ne importa chi segna. I problemi però verranno a galla quando i bianconeri avranno quell’inevitabile calo fisico, che anche nella passata stagione per poco non costrinse i bianconeri a salutare il sogno scudetto, a causa di sei pareggi consecutivi.
Col Nordjaelland i tiri di Pirlo e compagni sono stati 30, oggi a Catania 20, ma in entrambe le partite, solo una è stata l’occasione capitalizzata al meglio.
E’ anche per questo che Marotta e Paratici stanno lavorando sotto traccia per portare a Torino già a gennaio una punta capace di sfruttare al meglio l’intensa mole di gioco prodotta dalla squadra di Conte.
Non si riuscirà sempre a fare 20 tiri per vincere 1-0.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Che sia il Napoli, il Siena o il Catania, la Juve, pur non brillando, continua a non perdere. Che sia il Napoli, il Siena o il Catania, gli attaccanti bianconeri continuano a non decollare.
Con il gol di Arturo Vidal oggi a Catania, le reti degli uomini di Conte in queste prime nove giornate sono 20. Addirittura dodici i giocatori diversi andati a segno.
Analizzando le statistiche però, si nota chiaramente come l’attacco bianconeri stenti in zona gol, proprio come nella passata stagione. Di questi venti gol, solo otto sono state segnate dagli avanti juventini, ben dieci invece dal centrocampo. L’ultima marcatura di un centravanti di Conte risale alla sesta giornata, quando i bianconeri umiliarono la Roma di Zeman anche grazie alle reti di Matri e Giovinco. Guardando i migliori marcatori stagionali juventini, si scopre che Pirlo, Vidal e Giovinco hanno le stesse reti: 3, uno in più di Vucinic e Quagliarella e due in più di Matri, andato a segno solo una volta, come Marchisio, Asamoah , Giaccherini e Pogba.
Va bene la Juve continua ad inanellare risultati positivi e chi se ne importa chi segna. I problemi però verranno a galla quando i bianconeri avranno quell’inevitabile calo fisico, che anche nella passata stagione per poco non costrinse i bianconeri a salutare il sogno scudetto, a causa di sei pareggi consecutivi.
Col Nordjaelland i tiri di Pirlo e compagni sono stati 30, oggi a Catania 20, ma in entrambe le partite, solo una è stata l’occasione capitalizzata al meglio.
E’ anche per questo che Marotta e Paratici stanno lavorando sotto traccia per portare a Torino già a gennaio una punta capace di sfruttare al meglio l’intensa mole di gioco prodotta dalla squadra di Conte.
Non si riuscirà sempre a fare 20 tiri per vincere 1-0.
Davide Bernardi
@DavideBernardi6
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