LA SQUADRA DI
ALLEGRI CROLLA NELLA PRIMA MEZZ’ORA DI GIOCO SENZA RIUSCIRE PIU’ A RIALZARSI,
CONCLUDENDO UN TRAVAGLIATO 2012 CON UN
PESANTE K.O.
One, Two,
Three, Four. Uno, Dos, Tres, Cuatro. Ballava al ritmo di “Pitbull” Lamela la Roma vista ieri sera
all’Olimpico. Giusto però sottolineare un aspetto fondamentale: come nel caso
degli ultimi successi del cantautore di Miami, la formazione giallorossa si è
avvalsa di un featuring, ovvero di
una collaborazione. E il nome è di quelli importanti, un pezzo da 90: stiamo
ovviamente parlando del Milan.
La squadra di
Allegri ha preso in mano da subito il pallino del gioco ed è andata in pressing
sull’avversario con continuità: contro la Roma di Zeman, però, non è
necessariamente la migliore delle idee, data l’enorme pericolosità dei
giallorossi nei ribaltamenti di fronte.
Arriviamo
così al punto chiave, citando una massima che ci giunge dal lontano mondo NBA-NFL:
“L’attacco vende i biglietti, la difesa
vince le partite”. Istintivamente potremmo collegare questa frase
all’allenatore boemo, da sempre fautore di un calcio prettamente offensivo.
Razionalmente, invece, il riferimento è ben altro: la Roma di ieri è stata in
grado di difendersi bene, rischiando qualcosa solo nella seconda frazione di
gioco a partita ormai chiusa (eccezion fatta per l’occasione fallita nel primo
tempo da El Shaarawy, ipnotizzato da
Goicoechea), ripartendo ancor meglio
e insidiando con puntualità la retroguardia rossonera.
Chi in realtà
non si è difeso a dovere, senza pungere troppo in attacco, è stato il Milan, e un dato su tutti fa riflettere: il
gol di Burdisso è il quattordicesimo
centro subito da palla inattiva. Impensabile credere all’indifferenza di Allegri nei confronti di un problema
tanto evidente quanto dannoso. Mario
Yepes ha sfoderato probabilmente la peggior prestazione da quando veste la
casacca rossonera, opponendosi troppo fragilmente a Osvaldo in occasione del
raddoppio giallorosso: condimento di una frittata che, complice l’intera
retroguardia rossonera, è stata completata, cucinata e impiattata al 30’ del
primo tempo dal tris di Erik Lamela, abile a sfruttare la doppia indecisione di
Constant e De Sciglio.
Le reti nella
ripresa di Pazzini su rigore e di Bojan, anticipate dal poker del “Coco” ex River Plate, servono solo a
rendere meno amara una punizione molto severa per i rossoneri, che dopo il
filotto di successi contro Juve, Catania, Torino e Pescara si schiantano contro
il muro giallorosso senza riuscire a mettere la quinta. Boateng ha
sicuramente disputato partite peggiori, ma è la soluzione falso nueve adottata da Allegri a non convincere ancora: Pazzini contro il Pescara non aveva
brillato, ma funge pur sempre da punto di riferimento in avanti e in area di
rigore. Ergo: giocare con un attaccante di ruolo conviene, Barcellona escluso…
Con la
sconfitta di Roma si chiude così un burrascoso 2012 per il Milan, riassumibile
in una sola frase, forte ma inequivocabile: dalle
stelle alle stalle. Dalla vetta della classifica con Ibrahimovic, Thiago
Silva, Nesta, Van Bommel, Gattuso, Seedorf
ecc. al crollo in campionato a favore della Juventus. Dalle false
promesse di Berlusconi sulla permanenza del duo Ibra-Thiago alla cessione di entrambi al PSG, con conseguente
smantellamento della vecchia guardia che ha visto la sola permanenza di Bonera
e Ambrosini dalla vittoriosa finale di Atene 2007. Dalla vana speranza dei
tifosi di vedere i propri campioni partenti sostituiti da giocatori all’altezza,
all’acquisto di giocatori fuori rosa addirittura strapagati(Pazzini e 7mln per
Cassano ne è l’esempio principale). Da squadra favorita per il campionato ai
falsi ultracompetitivi dell’Europa
come obiettivo massimo(quante volte nei nostri editoriali abbiamo parlato di Nessuna illusione, nessuna esaltazione relativamente alla stagione rossonera...), passando per mille partite gettate al vento. Senza
contare gli ultimi episodi da telenovela Berlusconiana (la vicenda Guardiola su
tutte), con il presidente milanista palesemente sfiduciato nei confronti di un
Allegri al quale è già stato virtualmente dato il benservito a fine stagione.
Con l’infortunio
di De Jong e la saudade do Brasil di Pato
e Robinho, il cui apporto in campo è
diventato direttamente proporzionale alla voglia di restare a Milano,
potrebbero aprirsi nuovi scenari nel mercato di Gennaio per il Milan: nomi
tanti, trattative effettive poche. El
Shaarawy è stato finora un fantastico leader, ma non può reggere quasi da
solo il peso di un intero attacco: più in generale, urge un rinforzo per
reparto. Berlusconi pare intenzionato a mettere mano al portafogli: il Natale è
ormai alle porte, qualche dono sarebbe più che gradito. Per chi dovrebbe
davvero avere Il Milan nel cuore, nel
profondo dell’anima, questo ed altro.
Simone
Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter - Si
ringrazia @CaiazzoMartina per la
collaborazione)
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