“El segna semper lu”. Tanti appassionati di calcio probabilmente
ripenseranno, leggendo questa frase, a Maurizio
Ganz, ex centravanti di Milan e Inter tra le altre. Ma non è il bomber di
Tolmezzo il soggetto di cui vogliamo parlare. “El segna semper lu” sta diventando in realtà un soprannome sempre
più adatto (grazie anche all’analogia con il cognome) al Freddie Mercury
rossonero (per chi si fosse perso questo paragone, consiglio la lettura
dell’editoriale precedente --> http://discoveryfootball.blogspot.it/2012/11/editoriale-milan-volli-sempre-volli.html),
ovvero Stephan El Shaarawy.
Il Faraone da
Savona prosegue nel suo momento magico: con la doppietta rifilata ieri al
Catania ha raggiunto quota 12 gol in campionato, rafforzando la propria
posizione in testa alla classifica cannonieri e riportando il Milan al successo
in trasferta.
A dire il vero il match non
si era messo benissimo per i rossoneri, che pur tenendo in mano il pallino del
gioco nei primi 10 minuti e rendendosi pericolosi con un sinistro di Boateng, si sono fatti trafiggere dal decimo gol stagionale subìto da palla
inattiva, firmato dall’ex Nicola
Legrottaglie con la collaborazione di Acerbi e De Sciglio. Prestare maggior
attenzione alle marcature su palle inattive nelle sedute d’allenamento non
sarebbe una cattiva idea, per usare un eufemismo: mister Allegri dovrebbe lavorarci su, e parecchio.
Il primo tempo risulta
abbastanza soporifero, e non è la prima volta in stagione. Constant e soprattutto De
Sciglio si propongono con continuità sulle fasce, ma i cross dei due
laterali sono sempre preda della difesa catanese: senza prime punte, come per
esempio Pazzini, difficile rendersi
pericolosi in area di rigore, a maggior ragione sulle palle alte.
Boateng e Robinho sono spettatori non paganti nei
primi 45 minuti: l’esperimento del “falso
nueve” con il ghanese non sembra funzionare, il brasiliano invece corre a
vuoto e non riesce mai a rendersi utile.
Dopo 4’ della ripresa, però, a
mettere in partita il Milan ci pensa uno sciagurato Pablo Barrientos: già ammonito nella prima frazione di gioco per
una simulazione degna della miglior Tania Cagnotto, l’argentino scalcia da
dietro ingenuamente Nocerino:
secondo giallo e squadra di Maran costretta
a giocare in 10 per i restanti 40’ .
In 10’ il match cambia padrone:
cross di De Sciglio spizzato da Robinho, El Shaarawy da due passi (ma in netta
posizione di fuorigioco) mette dentro e fa 1-1. Il pubblico catanese,
giustamente imbufalito, viene però zittito una seconda volta da uno splendido
gol del redivivo Kevin-Prince Boateng, che liberatosi ottimamente al limite
dell’area disegna un destro a giro imparabile per Andujar.
Il Catania non riesce più a
riprendersi e il contraccolpo si fa sentire: il Milan sfiora ripetutamente il
3° gol in contropiede, divorando occasioni clamorose con Emanuelson, El
Shaarawy e con un Robinho in stile Egidio
Calloni. I rossoneri reclamano anche per due rigori: l’intervento falloso
di Pablo Alvarez su Nocerino lanciato a rete sembra evidente, come dubbioso è
il contatto all’altezza del dischetto su Boateng, che nel finale verrà espulso
per un fallo da dietro ingenuo e irruento, ma più probabilmente da ammonizione.
A chiudere definitivamente
la partita ci pensa ancora una volta lui, El Shaarawy, che al 92’ firma con un bellissimo
destro a giro la rete dell’1-3 finale. Ennesimo Chapeau a un ragazzo che sta sempre più assumendo la forma di un
campione.
Dopo il match vinto contro la Juventus , serviva un
segnale di crescita. Il Milan l’ha mostrato parzialmente: fino all’espulsione
di Barrientos la squadra di Allegri ha creato
poco e nulla, dimostrando che un uomo al centro dell’area di rigore serve
(Pazzini per Boateng nonostante il gran gol, unico lampo della sua partita) e
che Bojan, con le sue accelerazioni, è nettamente più utile e pericoloso
rispetto a un Robinho davvero inguardabile ieri al “Massimino”.
In fase difensiva, la
retroguardia rossonera ha sofferto raramente, concedendo però gol in occasione
dell’unica chance creata dal Catania: come già detto in precedenza,
obbligatorio rivedere le marcature sui calci piazzati.
Vietato rilassarsi ora. E
“Freddie Mercury” El Shaarawy ce lo ricorda nuovamente:”The show must go on…”.
Simone Nobilini
(@SimoNobilini)
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