5 gol in 2
partite. Destino o no, è questo il bottino stagionale raccolto da Giampaolo Pazzini nei match giocati
contro il Bologna, vittima preferita
del serial killer con la maglia numero 11 rossonera.
La giornata,
a dire il vero, non sembrava essere delle più favorevoli per l’ex attaccante di
Atalanta, Fiorentina, Samp e Inter: troppi appoggi sbagliati e spesso in
ritardo sui palloni recapitatigli dai compagni. Il secondo tempo però ha
raccontato un’altra storia: dopo una colossale occasione sprecata, due gol (il secondo un capolavoro) che hanno deciso
il match e doppia cifra centrata in classifica cannonieri. Chissà che Pazzini
non si sia ricordato di quella sua prima partita da titolare in maglia
rossonera, giocata proprio a Bologna l’1 settembre scorso e vinta dal Milan
grazie ad una tripletta realizzata dal bomber di Pescia.
Discorso “Pazzo” a parte, il Milan visto ieri a
San Siro è parso in crescita rispetto alle due ultime prestazioni offerte
contro Siena e Sampdoria. La squadra di Allegri ha preso in mano il match da
subito, non concedendo nulla e creando buone chance con Pazzini e con il solito
El Shaarawy, a secco da 4 partite ma sempre autore di ottime prestazioni (match
di Marassi a parte). Un Milan capace, finalmente, di incidere sugli esterni: Constant, migliore in campo, è stato
sorprendentemente strepitoso mentre Abate,
dopo un primo tempo insufficiente che ha richiamato alla mente di molti tifosi
la mancata (e onerosa) cessione allo Zenit, ha disputato una buona ripresa,
proponendosi con continuità sul fondo. Ha stupito ancora Mbaye Niang, che con El
Shaarawy forma il pacchetto “Italo”
andata-ritorno a destra e sinistra senza sosta, aggiungendo pericolosità in
situazioni di uno contro uno: citofonare Cherubin
e Garics per testimoniare le
difficoltà in fase di chiusura per i due laterali bolognesi.
Il
centrocampo ha convinto parzialmente: bene Montolivo,
non altrettanto il redivivo Flamini e
Boateng, troppo altalenanti
nell’arco dei 90’. Il francese ha sbagliato troppi appoggi, mentre Prince si è
visto pochissimo, cross per il 2-0 di Pazzini (o meglio, per il 2-0 inventato
dal Pazzo) a parte. In fase difensiva Zapata
ha giocato una partita senza grosse sbavature, confermando la ottima
prestazione di Genova e approfittando della non giornata di grazia per Gilardino e soprattutto Diamanti, mentre un discorso a parte va
fatto per Mexès: l’ex Roma alterna
momenti di grande sicurezza a spezzoni di match da Shining, come i 10’ finali del match di ieri conditi da autorete e
disimpegni da brividi.
Tra mille
difficoltà, passo dopo passo, il Milan sta provando a risalire la china. Il
momento no di Roma e Fiorentina ha permesso alla squadra di Allegri di
scavalcare la Roma e portarsi a -2 dalla Viola. Il terzo posto, ora come ora,
resta un miraggio: 9 punti di ritardo da Lazio e Napoli sono tanti. Per provare
ad avvicinarsi sempre più all’Europa che conta, domenica prossima i rossoneri
affronteranno un’Atalanta ferita,
senza vittorie dall’8 dicembre (2-1 al Parma): con i giusti rinforzi e la
giusta mentalità, niente è impossibile. Kakà
è un obiettivo ormai dichiarato, Balotelli
piace e tenta Galliani, ma
l’impressione è che questa squadra necessiti di maggiori rinforzi in difesa e a
centrocampo: nella notte in cui un vecchio pallino della dirigenza rossonera
come Yanga-Mbiwa si accasa al Newcastle, i tifosi rossoneri si
augurano che Galliani sogni poco e concretizzi tanto. Comprare e vincere: la
ricetta per non diventare pazzi. Come
lo è diventato il Bologna, in questa stagione, quando ha incrociato il numero
11 rossonero…
Simone Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter)
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