Poteva
sembrare un match dall’esito scontato. E lo è stato a tutti gli effetti. Nonostante
talvolta certe partite, apparentemente senza storia, possano recare insidie, il
Milan è passato come un rullo compressore sui resti di un Pescara che ormai
porta solo il nome dello splendido giocattolo marchiato Zeman visto nella
passata stagione in Serie Bwin.
Una volta
ceduti gli artefici della promozione in A (il trio Insigne-Immobile-Verratti) sullo stadio Adriatico è calato il buio più totale. 20 punti nel girone d’andata,
solamente 2 in quello di ritorno, a dimostrazione di una campagna acquisti
rivelatasi fallimentare sin da subito e inadeguata per sostenere una più che
impegnativa stagione nella massima serie italiana.
Sul match,
obiettivamente, ben poco da dire: 0- 4, 2 gol per tempo e dominio totale sin
dall’inizio per squadra di Allegri, partita con il piglio giusto e
brava a non sottovalutare l’impegno da affrontare. Bene Muntari davanti a una
difesa, mai realmente impegnata, e Robinho, autore di due assist. Buona anche
la prova di Flamini, ancora a segno (4° centro stagionale per il francese). Impeccabile,
invece, Mario Balotelli, ottimo anche in fase di ripiego e autore di una
doppietta che gli consente di arrivare a 11 gol siglati in 11 partite. A dir
poco decisivo.
Poche,
obiettivamente e ovviamente, le negatività da segnalare in casa rossonera.
Solita imprecisione nel rifinire l’azione a parte, firmata Ignazio Abate, non
ha convinto ancora Mbaye Niang, in netto calo rispetto alle ottime prestazioni
fornite sino a qualche mese fa. Il francese è apparso macchinoso e spesso
confusionario: il match di oggi gli offriva la possibilità di esprimersi senza
grosse pressioni sulle spalle, ma il numero 19 rossonero ha decisamente deluso
le aspettative. Il tempo per crescere, tuttavia, è abbondante.
Considerazione
a parte: sarebbe stato interessante vedere impiegati nel match dell’Adriatico Cristante
e Salamon, giovani dalle più che belle speranze, che avrebbero potuto respirare
aria di Serie A anche solo per uno spezzone di gara. Idea non condivisa, purtroppo,
da Massimiliano Allegri, che ha preferito invece dare minuti all’oggetto
misterioso della stagione rossonera, Bakaye Traorè.
Relativa
difficoltà dell’impegno a parte, i 3 punti guadagnati dal Milan permettono ai
rossoneri di andare ad un passo dalla qualificazione matematica in Champions League.
Il matrimonio tra la squadra di Allegri ed il terzo posto assume sempre più
concretezza: restano da stabilire data e luogo. A San Siro o al Franchi di
Siena. Per poter finalmente dire, al termine di una travagliata ed avventurosa stagione:
E vissero tutti felici e contenti…
Simone Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter)
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