ENNESIMA SCONFITTA PER IL MILAN. CON LO ZENIT SARA' CRUCIALE
“What goes around comes around”, canta Justin
Timberlake. Probabilmente
è questa la colonna sonora più adatta a fare da sfondo all’annata dell’AC Milan 2012/13, con particolare
dedica al sig.Adriano Galliani (con
la compartecipazione di Ariedo Braida),
al presidente Silvio Berlusconi e a
mister Massimiliano Allegri.
Tradotto e detto
in parole povere, “chi la fa, l’aspetti”: alzi la mano chi, dopo il totale
smantellamento della vecchia guardia rossonera (unici sopravvissuti da Atene
2007 Ambrosini e Bonera) e le illustri cessioni di Thiago Silva, Van Bommel,
Ibrahimovic (nient’altro che la spina dorsale del Milan) e Cassano, era
convinto di vedere un Milan competitivo (o “UltraCompetitivo”, come spesso
sottolinea l’AD rossonero) in questa stagione.
Che dire..
sognare è bello e non costa nulla, ma è decisamente necessario guardare in
faccia la realtà. Con un ridimensionamento simile pensare di poter vincere o
disputare una grande annata era ed è una folle utopia.
L’avvio di stagione
della squadra di Allegri è stato a dir poco imbarazzante, frutto di una
campagna acquisti al risparmio, basata sull’arrivo di giocatori scaricati da
altri club (Pazzini-De Jong) e sulla
solita corsa Gallianiana all’accaparramento di parametri zero senza un minimo
di criterio (Traorè), con l’ingaggio
di Constant a mettere l’ombrellino
nel long drink. Un Milan completamente privo di motivazioni e di una propria
identità che “casualmente”, dopo la partenza dei big, l’allenatore livornese
non è più riuscito a conferire alla squadra.
Ma arriviamo
al match di ieri. La sconfitta contro il Malaga non ha fatto altro che
ribadire un semplice concetto: senza una squadra organizzata, ben messa in
campo e soprattutto con i giusti interpreti per il modulo utilizzato, non si va
da nessuna parte. Diciamoci la verità: i ragazzi di Pellegrini non hanno disputato la partita del secolo, giocando un
calcio semplice, ordinato, tutt’altro che spettacolare, ma a conti fatti
assolutamente efficace rispetto al gioco prevedibile di un Milan sempre poco
incisivo in zona gol. Difesa solida da zero reti subiti in tre gare di
Champions, con Iturra a spezzare e
costruire gioco in modo eccellente davanti alla difesa e con il grande talento
di Isco e la velocità di Joaquìn, match winner, in avanti.
Allegri ha
tentato la carta della difesa a 3 anche per dare più spinta sugli esterni:De Sciglio è stato nuovamente una delle
poche note liete, proponendosi bene anche in avanti. Su Constant invece meglio
sorvolare (tralasciando il fallo da rigore, inesistente peraltro, perde Joaquìn
in occasione del gol partita): per quel ruolo il giocatore adatto sarebbe senza
dubbio Emanuelson, ma il tecnico
rossonero non vuole proprio riportarlo alla posizione che occupava (con ottimi
risultati) all’Ajax.
Il resto è
poco e nulla: Montolivo ed El Shaarawy si impegnano parecchio
senza però grandi risultati, Pazzini là
davanti è isolato, gode di rari cross decenti e anche con qualche palla
giocabile, conclude malamente.
Allegri ha meno colpe rispetto alla società, ma credo che il tempo
a sua disposizione sia ormai giunto alla fine. Troppi esperimenti, troppi cambi
di modulo e di interpreti, soprattutto in difesa, senza mai giungere ad un
assetto definitivo. In questo momento il Milan ha bisogno di una scossa: la
situazione comincia ad essere critica, soprattutto in campionato e a Gennaio
urgono interventi sul mercato.
Chiudendo,
ribadiamo lo stesso concetto: la verità fa male, vero Berlusconi e Galliani? “What
goes around comes around”. Persino
Justin Timberlake ci aveva visto lungo, da tempo, sulla presunta
“UltraCompetitività” del Milan di quest’anno.
Senza Ibra e Thiago Silva e con
sostituti non all’altezza non si va da nessuna parte. Ci auguriamo non diventi
una stagione da horror. Altrimenti, via ai contatti per portare a Milanello Dario Argento: perfetto condottiero per
un Milan da “Sprofondo RossoNero”…….
Simone Nobilini
@SimoNobilini
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