Gianni Brera, il più
grande giornalista sportivo italiano di tutti i tempi, che per decenni si
dedicò a scrivere stupendamente di calcio, lo definiva il più bel gioco del
mondo . Per il suo fascino straordinario, la sua spettacolarità, per il suo essere tanto semplice e
tanto difficile allo stesso tempo, per la sua storia, i suoi protagonisti, le
sue leggende, il tifo che lo circonda, le gioie ma anche i dispiaceri che è capace di dare. E’ uno sport magico, reso talvolta
ancora più ammirevole da certi particolari, talvolta rari e occasionali, come
possono essere alcuni dribbling, o colpi di genio, dei suoi maggiori interpreti.
Ed ecco che, a proposito di magie, risulta subito facile
ricollegarsi ad un fatto accaduto nello scorso weekend in Sud America,
precisamente in Uruguay, nella sfida tra due club di Montevideo, il
Liverpool ed il National del grande ex interista Alvaro Recoba: protagonista
proprio “El Chino”, capace di realizzare un colpo da fuoriclasse vero, segnando
direttamente da calcio d’angolo, in quello che, forse non tutti sanno, è
definito in gergo calcistico il “gol olimpico”, termine di origine spagnola
(America Latina). Andiamo a scoprire perché.
Anno 1924, anno delle Olimpiadi di Parigi, ricordate come la
prima manifestazione nella quale fosse possibile segnare liberamente da calcio d'angolo,
grazie alla modifica apportata al regolamento, qualche mese prima, dall’International
Board.
L’Olimpiade vide trionfare l’Uruguay, senza, però, che nessuno si
dimostrasse capace di mettere a segno quel tipo di gol. Si sarebbe dovuto aspettare ancora un paio di
mesi, infatti, per osservare tale magia su un campo di calcio; il 2 ottobre Cesàreo Onzari, ala
argentina dell’Huracan, riuscì a realizzarla , con la maglia della sua
nazionale, proprio nella sfida con gli uruguagi da poco medagliati. E’ questa
la coincidenza da cui nasce la definizione “gol olimpico”. In realtà, per essere precisi, il primo a
realizzare questo genere di marcatura, fu, due mesi prima, Billy Aston, in una
partita di seconda divisione scozzese.
Da qui inizia la storia di questo gesto, che in tutto il
panorama calcistico continua a rimanere un’occorrenza piuttosto rara e
particolare, spesso compiuta per un colpo di fortuna (come, ad esempio, il
forte vento, o una deviazione fortuita, un errore del portiere) piuttosto che
intenzionalmente.
E proprio per questa sua particolarità, sono vari e diversi
gli aneddoti che lo circondano. Si passa da notizie puramente statistiche a
pillole decisamente più curiose. Non si può non ricordare il
detentore del record mondiale di gol diretti dalla bandierina, che, con otto
reti all’attivo, è Dejan Petkovic, ex giocatore serbo, con militanze in Spagna,
Italia (a Venezia nel’99-2000), ma soprattutto Sud America. Oppure, altro dato interessante riguarda il
primo e finora unico gol olimpico realizzato in una competizione mondiale:
autore fu il colombiano Marcos Coll, ai mondiali di Cile 1962, contro
l’Unione Sovietica.
Analizzando invece i fatti più bizzarri, a destare
particolare attrazione sono due storie. La prima vede come protagonista Charlie
Tully, centrocampista del Celtic degli anni ’50 : tiro dalla bandierina, Tully
segna, ma l’arbitro annulla e fa ribattere. Tully ricalcia e segna di nuovo.
Manco fosse un calcio di rigore. La seconda invece ci porta dritti in Germania,
anni ’70-’80, dove acquistava fama di gran tiratore un attaccante
dell’Eintracht di Francoforte, Bernd Nickel, capace di battere uno strano record: quello di aver
segnato da tutti e quattro gli angoli del suo stadio, il Waldstadion.
Casi curiosi dunque, che vengono per questo ricordati a
fianco di altri personaggi storici, autori di uno o più gol olimpici, quali,
tra gli altri, George Best, Ronaldinho, David Beckham, Fabrizio Miccoli, Roberto
Carlos (con un gol fantastico, tra l’altro, d’esterno sinistro) e, naturalmente,
Alvaro Recoba. Il cui gesto, però, si distingue dagli altri per un importante
particolare, che lo rende un gol olimpico per eccellenza: l’ex interista, infatti, calciando di sinistro
a rientrare, supera con la sua parabola tutti i giocatori, compreso il
portiere, ed insacca sul secondo palo dopo aver colpito il legno al suo
interno. Il fattore rilevante e sensazionale del colpo del Chino consiste nel
non aver fatto toccare la palla a nessuno prima che finisse in rete. Non un gol
frutto di buona sorte ed erroracci altrui quindi, ma dovuto principalmente alla
sua grandiosa qualità tecnica, e al suo mancino favoloso,
paragonabile ai migliori della storia. Guardare per credere…
Dario Di Noi
@Dardinorio
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