Correva
l’anno 1999. Era il 21 marzo, quando Sampdoria e Inter si affrontarono allo
stadio Marassi: finì 4-0 per i blucerchiati.
Quella dèbacle costò la panchina
all’allora allenatore nerazzurro Mircea Lucescu, subentrato a Gigi Simoni
appena 4 mesi prima.
Alzi la mano chi, da quel giorno, avrebbe mai creduto a
una carriera da vincente per l’ex allenatore di Pisa, Reggiana e Dinamo
Bucarest tra le altre. Eppure, il tecnico rumeno è riuscito ad imporsi dapprima
nella duplice esperienza turca con Galatasaray (accoppiata Supercoppa
Europea-Campionato) e Besiktas (Campionato 2002/03) per poi giungere nel 2004
sulla panchina dello Shakhtar Donetsk.
Con ”la squadra dei minatori” Lucescu
raggiunge traguardi importantissimi, interrompendo il dominio incontrastato
della Dinamo Kiev grazie alla conquista di ben 6 campionati, 4 Coppe e 4
Supercoppe d’Ucraina. E non è finita qui. La ciliegina sulla torta arriva con
la vittoria della Coppa Uefa nel 2008 ai danni del Werder Brema di Diego, Özil e
Pizarro, squadra capace di eliminare il Milan di Ancelotti ai sedicesimi.
Lucescu ha
certamente riportato lo Shakhtar ai massimi livelli nel campionato ucraino, ma
ha avuto soprattutto una particolare abilità nel dare un’identità di gioco ben
precisa e una capacità di dire la propria anche in Europa ad una squadra che,
fino a quel momento, in competizioni come Coppa Uefa e Champions League appariva
come una semplice comparsa.
Società ed
allenatore sono stati in grado di allestire una rosa perfetta, con un mix di
esperienza(il capitano Srna, Tymoschuk, poi ceduto allo Zenit, Hubschman,
Pyatov, Ilsinho e Chygrynskiy, reduce dalla non esaltante esperienza al
Barcellona) e di talenti(il trio brasiliano Willian,Luiz Adriano,Alex Teixeira
e l’armeno Mkhitaryan) in grado di portare “i minatori” a costringere, nel
2009, il Barcellona degli invincibili a conquistare la Supercoppa Europea
solo dopo i tempi supplementari; nel poi 2011 ad ottenere una storica
qualificazione ai quarti di finale della Champions League con un doppio
successo sulla Roma di Ranieri e, di recente, a giocare un match strepitoso
allo Juventus Stadium, conclusosi con un pareggio che agli ucraini è andato decisamente stretto.
Come
dite? Bella squadra lo Shakhtar? Rendete merito al Demiurgo rumeno che l’ha
trasformata, plasmata e formata. Ha un nome e un cognome: Mircea Lucescu.
Simone
Nobilini
(@SimoNobilini)
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