Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

martedì 12 febbraio 2013

EDITORIALE INTER: LA SERATA DEI "RITORNI"

BUONA VITTORIA CASALINGA DEI NERAZZURRI CONTRO IL CHIEVO (3-1), ORA IL TERZO POSTO E' AD UNA SOLA LUNGHEZZA

Parola chiave: RITORNO. Se l’Inter può tornare a credere, con buoni argomenti, in quel terzo posto che significa accesso ai preliminari di Champions League, la parola d’ordine, dopo la vittoria contro il Chievo, è ritorno

Innanzitutto, è bene sottolineare i cambiamenti apportati dal punto di vista tattico da Mr. Stramaccioni . Due i “ritorni”, due gli accorgimenti di maggior evidenza: la difesa a quattro e, soprattutto, il tridente offensivo, soluzioni, cioè, che da tempo non venivano più riproposte dalle parti di Appiano Gentile. Diciamo “soprattutto” il tridente offensivo, poichè è sicuramente una delle note più liete della serata nerazzurra, una di quelle note che il tifoso interista non vedeva l’ora di riabbracciare, mentre qualche (grosso) dubbio relativo alla fase difensiva continua a rimanere (vedi l’incredibile disattenzione sul gol dei clivensi, e non solo).

Ma analizziamo la squadra reparto per reparto.
Difesa: sicuramente il settore più sventurato e problematico non solo di questa gara, ma un po’ di tutto l’ultimo periodo. I gol incassati iniziano a diventare davvero troppi, e talvolta risultano anche abbastanza inspiegabili, lasciano quasi di stucco: la rete di Rigoni e l’occasione concessa ad Acerbi nel primo tempo appaiono tanto clamorose quanto incomprensibili, e rappresentano quindi chiarissime prove per avvalorare questa tesi; soprattutto se si osserva come entrambi siano riusciti a colpire di testa in mezzo all’area totalmente indisturbati (Rigoni addirittura su un’azione di rimessa laterale). Nella prima frazione di gioco in particolare, la linea dei quattro ha sostenuto ben poco il resto dei compagni, rimanendo spesso troppo indietro ed allungando terribilmente l’intera squadra. Nel secondo tempo la situazione è leggermente cambiata, grazie ad una retroguardia decisamente più attenta e capace di non concedere più alcuna occasione agli avversari. L’impressione, tuttavia, rimane quella di una reale difficoltà in questa zona del campo, probabilmente dovuta anche all’assenza di una pedina evidentemente troppo importante per l’undici nerazzurro: Walter Samuel. Da quando manca lui, infatti, dietro si soffre tantissimo, la difesa “balla”, concede tanti spazi e sembra aver perso tutte le sue sicurezze. Troppi buchi insomma senza the Wall, o almeno questo appare. Ecco quindi che risulta fondamentale un suo rapido ed immediato ritorno.

Centrocampo: qui la situazione migliora visibilmente. Due le novità principali: partiamo dal primo, il ritorno di un “regista”. O  almeno, di un giocatore capace di svolgere a pieno quel tipo di ruolo, capace di dargli un senso, grazie ad una qualità tecnica che mancava (e tanto) all’Inter prima d’ora: già qualche settimana fa parlavamo della necessità di un innesto dai piedi buoni al centro del campo, abile nel dare ritmo, geometrie e soprattutto idee ad un settore davvero povero di qualità. Un giocatore alla Thiago Motta insomma. E forse l’Inter è riuscita a trovare questo tipo di calciatore in Zdravko Kuzmanovic, l’ ex Fiorentina (prossimo avversario, tra le altre cose, dei nerazzurri in campionato) che, dopo l’esperienza tedesca allo Stoccarda, è tornato nel Bel Paese notevolmente trasformato rispetto alla precedente avventura con la casacca viola. Molto più fisico rispetto al passato, Kuzmanovic rappresenta un’importante fonte di gioco per l’intera squadra: bravo nel gestire il pallone, testa sempre alta, buona capacità di posizionamento, tanta proposizione ed anche precisione nei passaggi, raramente errati. Tutte qualità adatte per diventare un uomo in più per l’Inter, in grado di dare i giusti tempi di gioco ai compagni.* 
Al fianco dell’ex Stoccarda, l’altro grande ritorno: quello di Walter Gargano nel suo ruolo originale, l’unico ruolo che riesce ad esaltare le sue doti principali. Come a Napoli, quando nel trio di centrali affiancava Inler sulla stessa linea di Behrami, ecco che, finalmente, anche con i nerazzurri è tornato ad occupare quella zona di campo, affiancando Kuzmanovic sulla stessa linea di Cambiasso. L’unica cosa certa, infatti, è che non si possa proprio chiedere a Gargano di fare il regista o di impostare l’azione. Il suo ruolo è e dev’essere un altro: aiutare la fase difensiva ed allo stesso tempo sostenere quella offensiva, sfruttando le sue enormi capacità di corridore instancabile che gli permettono di correre incessantemente dal primo all’ultimo minuto, facendosi trovare sempre presente, recuperando tanti palloni e risultando utilissimo all’intera causa.
*[Per intenderci, consideriamo per un attimo la sfida tra Cagliari e Milan. Ai rossoneri mancava un solo uomo a centrocampo, il regista, Riccardo Montolivo. Data la sua assenza, Allegri è stato costretto a schierare il trio Muntari-Ambrosini-Flamini. Uguale=zero qualità in mezzo al campo. E infatti il Milan ha clamorosamente sofferto ad Is Arenas. Bene, l’Inter è ormai da un paio di mesi che presenta la stessa identica situazione, vista la mancanza di quel benedetto uomo di qualità a metà campo. Ecco perché Kuzmanovic può risultare una pedina fondamentale per il futuro.]
Attacco: ed eccoci arrivati al tridente offensivo, un tridente inedito per il 2013, complice soprattutto la lunga assenza di Diego Milito. Il ritorno del Principe risulta, infatti, davvero fondamentale sia per tutto il lavoro che esegue là davanti, sia perché rappresenta il punto di riferimento vero in attacco, il giocatore che più di tutti sa interpretare ed incidere in quel ruolo. Il suo recupero dunque, associato al ritorno di un Cassano ispirato e differente rispetto alla versione affaticata ed inconcludente delle ultime apparizioni, ha dato di sicuro quel qualcosa in più che mancava come il pane alla compagine meneghina.

Per chiudere, nella giornata in cui la parola d’ordine estratta dal vocabolario Zanichelli è “ritorno”, è impossibile non parlare del vero rientro della serata, quello più emozionante, atteso per più di nove mesi: il ritorno di Dejan Stankovic, idolo del popolo interista, acclamato a gran voce e con una standing-ovation da tutto San Siro. L’Infortunio al tendine d’Achille lo ha fatto soffrire per troppo tempo, troppi giorni in cui, per sua stessa ammissione, per 3/4 volte ha pensato di smettere con il calcio. E invece è tornato, è finito il suo calvario. E, chissà, magari anche quello di tutta l’Inter…

Dario Di Noi
@DarDinoRio on Twitter 


 

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