FINALMENTE CINICA E SPIETATA. VIOLATO L'INFERNO DEL CELTIC PARK
Sicuramente non la Juve più brillante della stagione. Certamente la più cinica.
Se nell'analizzare l'ultima prestazione interista il nostro Di Noi aveva usato la parola chiave ritorno, quella dei bianconeri dopo l'avventura al Celtic Park è sicuramente "cinismo".
Gli uomini di Conte infatti hanno capitalizzato al massimo, trasformando di fatto tutte le occasioni che hanno costruito.
Metà della stampa italiana ha esaltato una prestazione bianconera, che per noi francamente non c'è stata. Il punteggio finale è eccessivo nei confronti di un Celtic, che solo a causa della propria imprecisione non è riuscito a trovare (almeno) un gol. Detto ciò, indiscussi i meriti della Juve, che finalmente ha dimostrato la maturità della Grande squadra, quella che colpisce ogni volta che può, ma che sa anche soffrire se necessario.
L'atmosfera a Glasgow è stata incredibile. La tana degli scozzesi sembrava (questa si!) un inferno. Le squadre sono scese in campo, l'inno della Champions suonava, ma nessuno se ne accorgeva, il boato del Celtic Park è stato davvero incontenibile.
Gli uomini di Conte sono stati bravi a cambiare pelle rispetto alla sfida di campionato con la Fiorentina. Difficile contrastare il clima e il dinamismo degli uomini di Neil Lennon, anche piuttosto provocatori, meglio lascairli sfogare e poi ripartire. Il problema è che gli scozzesi a sfogarsi non ci hanno pensato nemeno per un attimo e la Juve ha sofferto il pressing altissimo, trovando molte difficoltà in fase di costruzione.
Nonostante ciò i bianconeri hanno mostrato un'organizzazione tattica ai limiti della perfezione, che già a Donetsk gli permise di non incassare imbarcate eccessive.
Per quanto riguarda il Celtic invece, la squadra di Lennon ha sorpreso per
l'organizzazione a centrocampo, il dinamismo infatti lo conoscevamo già! Gli
unici due difetti di squadra mostrati ieri sera però sono stati
macroscopici.
Innanzitutto le sbandate difensive sulle
verticalizzazioni bianconere. Di fatto i tre gol sono arrivatiquando la Juve è riuscita ad andare bene in profondità. E infine il paradosso nel
gioco: buona circolazione e movimento fino alla trequarti, poi cross a non finire per cercare Samaras. Piccolo particolare, il greco ieri
in campo non è sceso e il torello Hooper, stretto tra Barzagli, Bonucci e
Caceres non ne ha incornata una.
Si temeva i bianconeri potessero soffrire qualcosa a sinistra, complici le assenze di Chiellini ed Asamoah. Prontamente smentiti: Caceres e Peluso tra i migliori in campo.
L'uruguayo ha vinto quasi tutti i confronti aerei, puntale e preciso negli appoggi e senza remore quando la palla era da allontanare il più possibile. Ancora meglio Peluso. L'ex atalantino, al debutto in Champions, ha fatto per distacco la migliore prestazione da quando veste bianconero. Più libero da marcature rispetto a quando viene schierato centrale, ha saputo mettere in mostra le proprie qualità atletiche lungo la fascia. Benissimo Matri, al terzo gol in nove giorni, condito anche dall'assist davvero perfetto per Marchisio in occasione del raddoppio. Troppe volte criticato, l'ex Cagliari per trovare continuità di rendimento ha bisogno di giocare. Dopo tre partite consecutive da titolare, i risultati si vedono.
Meno brillante del solito invece Bonucci, non precisissimo negli appoggi, tanto da guadagnarsi, dopo un lancio poco preciso, un "fallo ancora e ti ammazzo" da Conte.
I bianconeri escono dunque dal Celtic Park con qualche consapevolezza in più, dei propri limiti e soprattutto dei propri mezzi: mai un inferno fu tanto celestiale.
Davide Bernardi
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