I BIANCONERI CADONO PER LA QUARTA VOLTA IN STAGIONE, LA SECONDA ALL'OLIMPICO DOPO LA SEMIFINALE DI COPPA ITALIA
La Juve e Conte ci ricascano. Dopo il 3-0 al Chelsea seguito dalla sconfitta col Milan, i bianconeri dopo la conquista di Glasgow, cadono nell'Olimpico giallorosso. Quarta sconfitta stagionale, la terza in un cosiddetto scontro diretto.
La prestazione questa volta è stata forse migliore di quella di San Siro, ma l'involuzione rispetto alle gare con Fiorentina e Celtic, per quanto comprensibile, è stata davvero notevole.
Conte ancora una volta ha scelto di riproporre grossomodo la stessa formazione vincitrice in Europa e ancora una volta il campo gli ha dato torto.
Pogba al posto di Marchisio squalificato, non ha garantito lo stesso dinamismo del "principino". La Roma si è chiusa tutta dietro, non facendo il fuorigioco, ha invece preferito aspettare i bianconeri al limite dell'area. La chiave sarebbero stati appunto gli inserimenti dei centrocampisti, ma Pogba non l'ha fatto e per Vidal non è stata una delle sue serate migliori.
Lichtsteiner ha provato a spingere come al solito, ma le fatiche di coppa non gli hanno permesso di fare al meglio entrambe le fasi, creando qualche problema a Barzagli sulle ripartenze della Roma.
Davanti Matri si è mosso bene e, prova dell'ottimo periodo, non ha sbagliato una sponda; Vucinic al contrario è parso in una di quelle serate che non indossa nemmeno le ciabatte, palloni gestiti male, appoggi imprecisi, a tratti quasi indisponente.
In difesa molto bene Caceres, all'ennesima prova positiva. Il difensore ex Barcellona prende sempre più confidenza ogni volta che scende in campo. Preciso in fase di impostazione, puntuale e decisivo nelle chiusure.
L'aspetto più importante, che ha caratterizzato anche la sconfitta a San Siro col Milan, è stato la mancanza di reazione dei bianconeri. Gli uomini di Conte, in entrambe le partite, non hanno praticamente mai cercato di rimettere in piedi la situazione. La pressione c'è stata, ma occasioni concrete nemmeno una.
Nel secondo tempo, quando occorreva riversarsi nella metà campo
giallorossa, la Juve è apparsa invece poco compatta, poco aggressiva e
con troppa distanza tra un reparto e l'altro.
La Roma al contrario ha rischiato il raddoppio più volte, con un Lamela straripante, un Osvaldo indiavolato e, sorpresa di serata, un Torosidis incontenibile sulla fascia destra.
Per farvi capire meglio, Anelka è stato forse quello che ci ha provato di più, il che è tutto un dire..
Davide Bernardi
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