QUI MONACO
Il Bayern Monaco si presenta alla sfida contro il Barcellona in un momento stellare, infatti la Bundesliga è già stata archiviata da qualche settimane e la finale di coppa di Germania già prenotata. L'attacco bavarese coniuga alla perfezione potenza e agilità, velocità e tecnica, giocate eccezionali e pragmatismo degno di una squadra tra le più forti al mondo, ma il vero punto di forza è la difesa.
Affermare ciò sembra un'eresia, ma se si vanno a guardare le statische si scoprirà che il Munchen ha subito solamente 14 gol in tutto il campionato, ancor più sorprendene è notare che le reti subite in trasferta sono solo 3. Sarebbe riduttivo attribuire il merito ad un solo giocatore o solo alla difesa, ma non si piò dire non dire che c'è un giocatore che spicca su tutti: Dante.
Il difensore brasiliano classe '83 è stato acquistato la scorsa estate dal Borussia Monchengladbach dove ha disputo tre stagioni di altissimo livello. Il suo acquisto è passato in secondo piano perchè non era considerato un giocatore che poteva fare la differenza, ma solo un buon ripiego. Dante però ha stupito tutti ed ha pian piano preso in mano le redini del reparto difensivo tedesco, sopperendo in molti casi alle carenze individuali di Badstuber e Van Buyten, che partivano nettamente favoriti a inizio anno per ricoprire un posto da titolare al fianco di Boateng.
L'ex Borussia ha già superato le venti presenze stagionali, segnando anche un gol in campionato e annullando sul piano fisico attaccanti del calibro di Huntelaar e Lewandoski e sul piano atletico giocatori come Reus e Farfan. Con ogni probabilità stasera sarà lui a marcare il giocatore più forte del mondo, e anche se Messi è acciaccato creerà certamente problemi sia sul piano tecnico che psicologico.
Molti tra i difensori più blasonati sono stati letteralmente ridicolizzati dalla pulce argentina che sarebbe in grado di far perdere autostima a chiunque con le sue caratteristiche che lo rendono imprendibile. Dante dovrà far valere i suoi 188 cm per il gioco fisico e la sua intelligenza tattica per leggere prima le mosse del suo avversario. Sarebbe troppo facile dire che Muller o Robben sono i giocatori che possono decidere l'incontro, noi di Discovery Football invece azzardiamo Dante come "man of the match", velocità e tecnica brasiliana unita alla concretezza tipicamente europea.
QUI BARCELLONA
Ottobre 1999, allo stadio Zorilla di Valladolid la squadra di casa sfida il Barcellona di Rivaldo e Luis Figo. L’allenatore di allora, Luis Van Gaal, decide di affidare la fascia destra ad un giovane capelluto che da un paio d’anni si stava imponendo con la squadra B: Carles Puyol. Quel ragazzo diventerà presto un perno difensivo della squadra catalana e della nazionale spagnola, aiutandola a vincere qualsiasi trofeo.
Questa sera, proprio a causa della contemporanee assenza di Puyol e Mascherano e di un Abidal ancora non al massimo, Tito Vilanova potrebbe schierare al fianco di Piquè Marc Bartra, quello che da molti è considerato l’erede del capitano blaugrana.
Assemblato anche lui nella fabbrica de “La Masia”, Bartra entra nelle giovanili blaugrana nel 2002 ad appena 11 anni. Fa tutta la trafila, passa per la squadra B (allenata dall’ex allenatore della Roma Luis Enrique), fino ad esordire il 14 febbraio 2010 nella “macchina perfetta” di Guardiola. Da quel giorno è rimasto sempre nella rosa della prima squadra, aspettando il momento giusto per far notare le sue qualità.
Qualità che in Catalunya dicono siano veramente importanti. Dotato di un fisico imponente che gli permette però di conciliare velocità e potenza, è il prototipo del difensore moderno. Ma la sua caratteristica più importante è la sua capacità tecnica, perfetta per cominciare l’azione nel tiki-taka blaugrana. Oltre al carattere forte e determinato la cosa che più lo avvicina a Puyol è la sua grande duttilità tattica. Bartra infatti, proprio come il suo capitano, può occupare al meglio ogni ruolo della difesa seppur preferendo il settore centrale.
Stasera il ragazzo di Saint Jaume si troverà di fronte alcuni dei migliori giocatori del mondo come Robben, Ribery e Mario Gomez. Ma se veramente assomiglia a Puyol siamo certi che non avrà paura di nessuno.
Giammarco Bellotti (@GiamBellotti on Twitter)
Nicolò Smerilli (@NiSmerilli on Twitter)
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