Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

lunedì 15 aprile 2013

EDITORIALE DERBY: GENOA, "A L'È ANÆTA' BEN CUSCÌ!" (È ANDATA BENE COSÌ!)

I NOVE CARTELLINI E LA CAVIGLIA DI KRSTICIC RACCONTANO MEGLIO DEI TIRI IN PORTA CHE TIPO DI DERBY SIA STATO

Al Grifone è andata bene così. Doveva essere un derby di rilancio. Dovevano essere tre punti dal valore doppio: vendicare la sconfitta dell'andata e al contempo rilanciare la rincorsa alla salvezza.
Doveva, perchè dopo la partita di ieri, di tutto quello che abbiamo appena detto, è rimasto il proposito.

Un primo tempo a tratti davvero imbarazzante, un secondo giocato con più cuore che razionalità, sospinto dal grido della Nord (e non solo). Del Genoa che aveva coquistato 8 punti nelle prime quattro partite dal ritorno di Ballardini, non sembra essere rimasto granchè.
Squadra solida, compatta, che basava il proprio gioco su un pressing aggressivo e sulle geometrie di Kucka e Matuzalem quella che aveva pareggiato allo Juventus Stadium e vinto in casa con l'Udinese. Sfilacciata e poco dinamica quella che nelle ultime sei partite ha totalizzato due punti.

Che il momento non sia facile lo dimostra la formazione che parte dal primo minuto: un 3-5-2 sì con due punte (Immobile e Borriello), ma comunque con Moretti e Pisano sulle fasce, che chiaramente non offrono la spinta che invece avrebbero garantito, ipoteticamente, Vargas piuttosto che Jankovic.
Chiaramente la partita era delicata, i derby hanno sempre un sapore particolare e la situazione in classifica di entrambe le squadre non ha certamente aiutato il bel gioco, ma la partita vista soprattutto nel primo tempo ha "lasciato molto a desiderare" (non vogliamo essere volgari!).

Per quanto riguarda il Grifone, il fattore più preoccupante è stata sicuramente la condizione e quindi prestazione del centrocampo. Sempre fuori posizione e con poca lucidità, la coppia Kucka-Matuzalem, soprattutto nel primo tempo, non è mai riuscita ad aiutare gli altri due reparti, anzi. Abbassandosi troppo hanno spaccato in due tronconi la squadra, lasciando completamente isolati Borriello e Immobile.
Per intenderci, la mediana della Sampdoria al contrario, si è mossa molto bene, accompagnando le ripartenze e raddoppiando le marcature in fase difensiva.
Tutte queste cose fanno capire perchè i blucerchiati a fine primo tempo sia in vantaggio e perchè il primo tiro in porta (e non è un tiro!) del Genoa arrivi a 11 minuti dalla fine.

Che derby sia stato, più che le tre conclusioni nello specchio in 90 minuti o il gioco poco piacevole, lo dicono gli otto cartellini gialli, lo dice la caviglia di Krsticic, lo dice l'espulsione di Costa al 78'. Quest'ultimi due episodi sono stati sicuramente le "sliding doors" della partita: nel primo caso, l'autore del fallo è lo stesso Matuzalem che 75 minuti dopo crosserà in porta il pallone dell'1-1. Nel secondo caso invece, facendosi cacciare, il difensore blucerchiato ha costretto la Samp a chiudersi nella propria trequarti senza uscire praticamente più, favorendo così il forcing di un Genoa spinto più dalla necessità di non perdere, che non dalla lucidità.

Per quanto riguarda la squadra di Delio Rossi, quello di ieri è un punto che significa un piccolo miglioramento dopo la sconfitta interna col Palermo e che la porta a sette lunghezze dal Siena quartultimo.
Per quanto riguarda invece gli uomini di Ballardini, come sempre in questi casi, il bicchiere rossoblu lo si può vedere mezzo vuoto, per il gioco (quale?!), per non aver fatto un vero tiro in porta, per la condizione fisica e soprattutto per i mancati tre punti. Oppure mezzo pieno, per la reazione e per un punto conquistato che a quindici minuti dal fischio finale sembrava piuttosto lontano. A sei turni dalla fine del campionato, cosa pesi di più, decidetelo voi.

Davide Bernardi
@DavideBernardi6 on Twitter

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