A: «Ehi,
scusatemi. Ma dove diavolo sono? »
B: «Chi?? »
A: «Cassano?
Dov’è?? »
B: «Ehhh…fuori,
stiramento»
A: «Ah…ma
come? E Milito anche..fuori…Cambiasso? E gli altri?? Tutti via?!»
B (mezzo
ironico e mezzo rassegnato): «Ehhh…è così, davvero così»
Un dialogo reale, amici, vissuto in prima persona, proprio
domenica, intorno all’ora di pranzo, seduti in mezzo agli spalti di San Siro ad
assistere all’incontro tra Inter e Parma. Un dialogo reale, che vede come protagonisti ‘A’ (un gruppo di ragazzi svedesi, interisti, per
la prima volta in gita al Meazza per assistere dal vivo ad una gara interna
dell’Inter) e ‘B’ (un tifoso nerazzurro abbonato, perennemente presente allo
stadio una domenica sì ed una no). Un dialogo nato intorno al 25' della
ripresa, quando i tre giovani stranieri, evidentemente afflitti e scoraggiati
da uno spettacolo non proprio eccezionale, pensandoci bene si voltano verso un ragazzo
vicino, ponendogli il quesito che avete appena letto. Cassano, Milito,
Cambiasso? No, Schelotto, Rocchi e compagnia bella. Di certo non il massimo per
un tifoso straniero per la prima volta a San Siro.
Perché è questa l’immagine che si dà agli occhi degli altri. Ed è un episodio particolare questo, che deve comunque
far riflettere, che
evidenzia e rispecchia l’attuale realtà interista.
Una realtà non semplice, ma ben percepibile in questo
momento sia in campo che sugli spalti. In campo, innanzitutto, nell’ultimo
turno di campionato, se non altro gli uomini di Stramaccioni sono tornati a
fare punti e a vincere a San Siro dopo addirittura quattro sconfitte consecutive
(inclusa la gara di Coppa Italia con la Roma) tra le mura amiche. Una vittoria che
serve a ben poco, giusto al morale, ma che comunque riporta (inaspettatamente)
l’Inter al quinto posto in classifica, davanti ad entrambe le romane. Una buona
notizia, o forse no? Dipende dai punti di
vista: con questo piazzamento infatti l’Inter rischierebbe di essere proprio
dove in realtà non vorrebbe essere!
Ci spieghiamo meglio: se il campionato
finisse oggi, con la finale di Coppa Italia (decisiva per assegnare un posto in
Europa) tra Lazio (7^) e Roma (6^) e la Fiorentina al quarto posto, l’attuale quinta
piazza in classifica vorrebbe dire, per i nerazzurri, qualificazione all’Europa
League a partire dal terzo turno preliminare e cioè lo stesso dell’anno
scorso, disputato ad inizio agosto!
Tuttavia, soffermandoci per un attimo sull’aspetto tecnico,
fa piacere se non altro denotare un certo impegno da parte di molti giocatori
schierati in campo, nonostante la situazione sia chiaramente quella che è. C’è
da dire, comunque, che la vittoria è arrivata contro una delle peggiori squadre
del momento, quel Parma di Mr. Donadoni che, considerando solamente il girone
di ritorno, ha fatto più punti solamente del Pescara.
Tra i più positivi Jonathan e
Ricky Alvarez, due giocatori che qualche bella rivincita se la stanno decisamente
prendendo. Chissà, potrebbe essere ormai troppo tardi per loro, ma nell’ultimo
periodo bisogna dire che entrambi stanno dimostrando grossi miglioramenti,
dovuti probabilmente anche alla tranquillità e alla mancanza di pressione di
questo finale di stagione; tra i peggiori invece Schelotto, fischiato dallo stadio intero, in seguito ad una delle prestazioni
forse più brutte viste sul campo di San Siro (e ce ne sono state eh..).
Sugli spalti, invece - dicevamo - la non semplice realtà del
momento appare ancora più visibile.
E’ cominciato infatti il periodo delle
contestazioni, dirette tuttavia solamente alla
società, almeno fino ad ora. La Curva Nord, sede del tifo interista più caldo ed
appassionato, pur non facendo mai mancare il suo grande
appoggio a squadra e calciatori, ha iniziato a chiedere
qualche spiegazione ai piani alti del club: mercoledì sera contro la Roma è
stato il turno del d.g Marco Fassone, domenica pomeriggio invece è toccato a Marco Branca, Responsabile dell’area tecnica nerazzurra ormai da una
decina d’anni. E’ stato lui, infatti, il principale protagonista del messaggio
espresso ad inizio gara dalla Nord, attraverso uno striscione, accolto da un lungo e caloroso applauso di tutto San Siro (cosa non
molto frequente). Come detto tuttavia, le contestazioni non toccano né squadra né allenatore: la linea dei
tifosi assomiglia perciò molto a quella del Presidente
Moratti. Si può continuare con Stramaccioni, l’idea è quella ed è stata
confermata a gran voce da più organi societari (compreso lo
stesso Moratti).
Prepariamoci dunque, tutti
pronti per uno StramaBis.
Pronti e concentrati sul progetto, come chiedono i tifosi. Al di là di Stramaccioni, qualcos’altro comunque cambierà, sembra
evidente. Una scossa ci sarà, inevitabile, se si vuole tornare a pensare in
grande o a giocare quantomeno da Inter. Un’icona mondiale come può essere l’Inter non può permettersi
questa condizione, non sarebbe accettabile. Si può e si deve ripartire, con
impegno, bravura e talento. Cosicchè, qualora tornassero giovani
sostenitori stranieri a San Siro, non
si debbano rattristare e deprimere nel vedere un desolante spettacolo, con
interpreti non all’altezza dell’Inter. Perciò bisogna ripartire, per la gioia di tutti i tifosi. E per la felicità, anche, di A e B.
Dario Di Noi
@DarDinoRio on Twitter
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