Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

martedì 23 aprile 2013

INTER - LA DURA VERITA'

NONOSTANTE IL RITORNO ALLA VITTORIA (1-0 SUL PARMA), LA REALTA’ DEL MOMENTO NON CAMBIA; RAGGIUNTO TUTTAVIA IL QUINTO POSTO (E CHISSA’ SE NE SARANNO COSI’ CONTENTI…)

A: «Ehi, scusatemi. Ma dove diavolo sono? »
B: «Chi?? »
A: «Cassano? Dov’è?? »
B: «Ehhh…fuori, stiramento»
A: «Ah…ma come? E Milito anche..fuori…Cambiasso? E gli altri?? Tutti via?!»
B (mezzo ironico e mezzo rassegnato): «Ehhh…è così, davvero così»

Un dialogo reale, amici, vissuto in prima persona, proprio domenica, intorno all’ora di pranzo, seduti in mezzo agli spalti di San Siro ad assistere all’incontro tra Inter e Parma. Un dialogo reale, che vede come protagonisti ‘A’ (un gruppo di ragazzi svedesi, interisti, per la prima volta in gita al Meazza per assistere dal vivo ad una gara interna dell’Inter) e ‘B’ (un tifoso nerazzurro abbonato, perennemente presente allo stadio una domenica sì ed una no). Un dialogo nato intorno al 25' della ripresa, quando i tre giovani stranieri, evidentemente afflitti e scoraggiati da uno spettacolo non proprio eccezionale, pensandoci bene si voltano verso un ragazzo vicino, ponendogli il quesito che avete appena letto. Cassano, Milito, Cambiasso? No, Schelotto, Rocchi e compagnia bella. Di certo non il massimo per un tifoso straniero per la prima volta a San Siro.

Perché è questa l’immagine che si dà agli occhi degli altri. Ed è un episodio particolare questo, che deve comunque far riflettere, che evidenzia e rispecchia l’attuale realtà interista.
Una realtà non semplice, ma ben percepibile in questo momento sia in campo che sugli spalti. In campo, innanzitutto, nell’ultimo turno di campionato, se non altro gli uomini di Stramaccioni sono tornati a fare punti e a vincere a San Siro dopo addirittura quattro sconfitte consecutive (inclusa la gara di Coppa Italia con la Roma) tra le mura amiche. Una vittoria che serve a ben poco, giusto al morale, ma che comunque riporta (inaspettatamente) l’Inter al quinto posto in classifica, davanti ad entrambe le romane. Una buona notizia, o forse no? Dipende dai punti di vista: con questo piazzamento infatti l’Inter rischierebbe di essere proprio dove in realtà non vorrebbe essere! 
Ci spieghiamo meglio: se il campionato finisse oggi, con la finale di Coppa Italia (decisiva per assegnare un posto in Europa) tra Lazio (7^) e Roma (6^) e la Fiorentina al quarto posto, l’attuale quinta piazza in classifica vorrebbe dire, per i nerazzurri, qualificazione all’Europa League a partire dal terzo turno preliminare e cioè lo stesso dell’anno scorso, disputato ad inizio agosto!

Tuttavia, soffermandoci per un attimo sull’aspetto tecnico, fa piacere se non altro denotare un certo impegno da parte di molti giocatori schierati in campo, nonostante la situazione sia chiaramente quella che è. C’è da dire, comunque, che la vittoria è arrivata contro una delle peggiori squadre del momento, quel Parma di Mr. Donadoni che, considerando solamente il girone di ritorno, ha fatto più punti solamente del Pescara. 
Tra i più positivi Jonathan e Ricky Alvarez, due giocatori che qualche bella rivincita se la stanno decisamente prendendo. Chissà, potrebbe essere ormai troppo tardi per loro, ma nell’ultimo periodo bisogna dire che entrambi stanno dimostrando grossi miglioramenti, dovuti probabilmente anche alla tranquillità e alla mancanza di pressione di questo finale di stagione; tra i peggiori invece Schelotto, fischiato dallo stadio intero, in seguito ad una delle prestazioni forse più brutte viste sul campo di San Siro (e ce ne sono state eh..).
Sugli spalti, invece - dicevamo - la non semplice realtà del momento appare ancora più visibile.
E’ cominciato infatti il periodo delle contestazioni, dirette tuttavia solamente alla società, almeno fino ad ora. La Curva Nord, sede del tifo interista più caldo ed appassionato, pur non facendo mai mancare il suo grande appoggio a squadra e calciatori, ha iniziato a chiedere qualche spiegazione ai piani alti del club: mercoledì sera contro la Roma è stato il turno del d.g Marco Fassone, domenica pomeriggio invece è toccato a Marco Branca, Responsabile dell’area tecnica nerazzurra ormai da una decina d’anni. E’ stato lui, infatti, il principale protagonista del messaggio espresso ad inizio gara dalla Nord, attraverso uno striscione, accolto da un lungo e caloroso applauso di tutto San Siro (cosa non molto frequente). Come detto tuttavia, le contestazioni non toccano né squadra né allenatore: la linea dei tifosi assomiglia perciò molto a quella del Presidente Moratti. Si può continuare con Stramaccioni, l’idea è quella ed è stata confermata a gran voce da più organi societari (compreso lo stesso Moratti).
Prepariamoci dunque, tutti pronti per uno StramaBis.
Pronti e concentrati sul progetto, come chiedono i tifosi. Al di là di Stramaccioni, qualcos’altro comunque cambierà, sembra evidente. Una scossa ci sarà, inevitabile, se si vuole tornare a pensare in grande o a giocare quantomeno da Inter. Un’icona mondiale come può essere l’Inter non può permettersi questa condizione, non sarebbe accettabile. Si può e si deve ripartire, con impegno, bravura e talento. Cosicchè, qualora tornassero giovani sostenitori stranieri a San Siro, non si debbano rattristare e deprimere nel vedere un desolante spettacolo, con interpreti non all’altezza dell’Inter. Perciò bisogna ripartire, per la gioia di tutti i tifosi. E per la felicità, anche, di A e B.  

Dario Di Noi
@DarDinoRio on Twitter

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