Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

lunedì 29 aprile 2013

IL MILAN HA UNA VOGLIA DI CHAMPIONS DA “PAZZO”: CATANIA PIEGATO 4-2

I ROSSONERI VANNO IN SVANTAGGIO DUE VOLTE PER POI RECUPERARE E VINCERE UN MATCH FONDAMENTALE IN CHIAVE TERZO POSTO. DECISIVO L’INGRESSO DI PAZZINI, AUTORE DI UNA DOPPIETTA

Andava a 100 all’ora per trovar la bimba sua. E parliamo sempre di qualificazione Champions, ovviamente. Si è presentato così dal primo minuto il Milan visto ieri sera a San Siro contro il Catania: partenza a razzo, costante presenza nella metacampo rossazzurra e quantità enorme di palle gol create, sprecate o neutralizzate dalla Muraglia Catanese (per l’occasione, degna del paragone con quella cinese) e da un Frison (al debutto a San Siro) che per un’ora abbondante ha deciso di volere tutti i riflettori puntati su di lui.

Andava sì a 100 all’ora, il Milan. Ma ha anche rischiato di schiantarsi in due occasioni, trasformate in gol da Legrottaglie e Bergessio e, sostanzialmente, le uniche due chance create da un Catania tanto cinico quanto efficace nel difendersi il più possibile dagli attacchi rossoneri.

Incredulità, sconforto, preoccupazione. La palla, fino al liberatorio gol del pareggio di Flamini, sembrava non volesse davvero saperne di entrare. La più classica delle partite da Dura legge del gol: “Fai un gran bel gioco però, se non hai difesa, gli altri segnano”. Sembrava troppo utopistico poter dimenticare tutti i gol subiti dai rossoneri su palla inattiva, in effetti: e Legrottaglie, memore della rete siglata all’andata, decide di rispolverare il revival in occasione della gara di ritorno, facendo salire il numero delle reti subite da calcio piazzato a quota 14.

Statistiche e dati negativi a parte, ci ha pensato Giampaolo Pazzini a risolvere una situazione tutt’altro che semplice. Entrato al posto di uno spento e sempre più irriconoscibile Nocerino, in 3 minuti ha ribaltato una partita che rischiava di allontanare sempre più i rossoneri dal 3° posto momentaneamente occupato dalla Fiorentina. Unione perfetta tra senso del gol e professionismo: il Pazzo è stato capace di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, come spesso è accaduto quest’anno, arrivando a quota 15 gol in campionato. Non male per uno che era abituato a scaldare la panchina sull’altra sponda del Naviglio nella passata stagione…

Difficile giudicare negativamente la prestazione della squadra di Allegri. Il rischio di perdere punti, causato dall’impreciso piazzamento difensivo in occasione delle due reti, è stato più che concreto; ma è altrettanto giusto sottolineare come i rossoneri siano stati sfortunati in più di un’occasione, tra batti e ribatti e traverse colpite, prima di girare la partita a loro favore con merito.


Qualche considerazione sparsa: due parole su Nocerino, Abate ed El Shaarawy valgono la pena di essere spese. Sul primo, come già detto, pesa l’incredibile involuzione rispetto all’annata precedente nella quale, influenza fondamentale di Ibrahimovic a parte, l’ex giocatore del Palermo aveva mostrato ben altra consistenza in campo. La minor grinta, l’impoverimento a livello tecnico e lo scarso utilizzo nell’arco della stagione sembrano poter allontanare il numero 8 dalla maglia rossonera in estate, viste soprattutto le ultime convincenti prestazioni di Mathieu Flamini (tra i migliori ieri) che potrebbero portare il francese al rinnovo in rossonero.


Capitolo Abate: tanto fumo e poco arrosto? Probabilmente sì. Fa spesso tutto bene, grandi percussioni e accelerazioni, ma al momento della rifinitura pecca sempre di precisione. E sbaglia valutazione sul posizionamento, come in occasione dell’errore commesso contro la Juve , al momento del gol del nuovo vantaggio catanese di Bergessio. Tanti tifosi milanisti rimpiangono i 12 mln offerti dallo Zenit e rifiutati dal Milan a Gennaio: davanti a una serie di prestazioni poco positive il rammarico sembra essere più che comprensibile.

E su Stephan El Shaarawy? Vorrei ripetermi per l’ennesima volta, a costo di diventare noioso. Che dire: da salvatore della patria sembra essere diventato un comprimario qualsiasi. Guai a pensarla così, tuttavia: il rendimento del Faraone sottoporta è calato terribilmente (appena 2 le reti siglate nel girone di ritorno) e anche contro il Catania il numero 92 si è dimostrato poco lucido davanti a Frison. Ma l’incredibile lavoro di sacrificio sulla fascia sinistra, con quei rientri tempestivi e sempre puntuali tanto amati e applauditi dal pubblico di San Siro, non va dimenticato. Così come i 16 gol stagionali realizzati, con i quali ha tenuto in piedi il Milan nel girone di andata. La squadra rossonera ha assolutamente bisogno di ritrovarlo anche in fase offensiva: attendendo la sua ripresa Allegri può comunque contare su un Balotelli in ottima forma e sempre pronto a timbrare il cartellino.

Superato un ostacolo più ostico del previsto chiamato Catania, il prossimo avversario si chiama Torino. I granata, reduci da 3 sconfitte consecutive e dalla sconfitta nel derby della Mole, rischiano ora di essere risucchiati nella lotta per non retrocedere. E arriveranno a San Siro con un obiettivo comune a quello rossonero: fare punti per consolidare le proprie posizioni in classifica.

Il primo livello con SuperMario è stato completato. Via al secondo e alla corrida, dunque: domenica prossima sapremo chi, tra il Milan matador e il Toro, l’avrà vinta.

Simone Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter)

Nessun commento:

Posta un commento