Detto, fatto.
Prima o poi, qualcuno la decima sinfonia di Beethoven avrebbe dovuto
completarla, pubblicarla, suonarla. E così è stato. Destino ha voluto che fosse
proprio il Milan, reduce da nove sinfonie (pardon, risultati utili) consecutive
a finalizzare l’opera: Genoa battuto, Marassi espugnato, terzo posto
consolidato.
Nonostante
una prestazione tutt’altro che scintillante, resa ancor più complicata da un
terreno di gioco in condizioni ben lontane dalla decenza, la squadra di Allegri
è comunque riuscita a portare a casa 3 punti di fondamentale importanza. Spesso
troppo passivi, anche precedentemente all’inferiorità numerica causata
dall’espulsione di Constant, i rossoneri hanno lasciato per lunghi tratti il
pallino del gioco nelle mani della squadra di Ballardini, incapace tuttavia di
recare grandi pericoli alla porta difesa da un Abbiati sicuro nelle uscite e
nelle due uniche occasioni in cui è stato impegnato.
Nel
complesso, è stato un match nervoso, infiammatosi a partire da un intervento
tanto gratuito quanto dannoso di Portanova ai danni di Pazzini: il Pazzo, tuttavia, non ha dimenticato il
suo particolare feeling con l’ex difensore del Bologna, rispondendo ai colpi
del numero 90 rossoblu e infilzando la retroguardia genoano con un bolide che
vale il 13° centro in campionato all’ex Inter e Samp. Nervosismo che cresce
dopo due rigori negati al Genoa, con Niang protagonista in negativo in entrambe
le occasioni; e che esplode, nella ripresa, con lo scontro faccia a faccia tra
Constant e Bovo, che costa al franco-guineano (ingenuo nell’occasione, ma anche colpito da una ditata in un occhio tutt'altro che involontaria) un
cartellino rosso meritato ma non assegnato, qualche minuto prima, per falli
duri e reiterati a Portanova, Granqvist e forse Bertolacci. Caos arbitrale. DAmatoriale.
Sugli scudi,
su tutti, Cristian Zapata: il colombiano, perfetto in fase difensiva, si è
concesso anche il lusso di servire un assist al bacio per il raddoppio di
Balotelli, al 5° gol in altrettante partite giocate. Bene anche Flamini, vicino
al gol in un paio di occasioni e utilissimo in fase di interdizione.
Ciò che
tuttavia preoccupa, in una serata positiva come quella di Marassi, sono le
condizioni di Pazzini e Mexès in vista del delicatissimo impegno di Champions
contro il Barcellona: il Pazzo
lamenta una contusione al ginocchio, per lui si teme addirittura una microfrattura e quasi certamente salterà l'impegno del Camp Nou; il francese, invece accusa un indurimento al
polpaccio. Infortuni che non ci volevano e con i quali lo staff medico del
Milan dovrà fare i conti in breve tempo, sperando di poter recuperare almeno l'ex Roma, parte dell'undici titolare che all’andata ha schiantato i blaugrana a San Siro.
Da domani,
testa al Camp Nou. All’Europa del presente. Per quella del futuro e per la
ripartenza del volo verso la qualificazione in Champions, l’occasione giusta
per parlarne sarà il prossimo impegno casalingo con il Palermo. Il Barcellona
grida vendetta, il Milan vuole aggiungere prestigio alla sua collezione d’arte:
dopo la decima di Beethoven, un
doppio Picasso. Come quello dipinto da Allegri in occasione della gara d’andata.
Simone Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter)
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