Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

giovedì 7 marzo 2013

SHINE BRIGHT LIKE… DIAMANTI: DOPO DI VAIO, IL BOLOGNA HA IL SUO NUOVO CAPITANO LEADER

MANCINO FATATO, GRINTA DA VENDERE: DOPO UNA CARRIERA SULL'OTTOVOLANTE, ALINO HA TROVATO CASA E CONQUISTATO TUTTI. BIG COMPRESE…

Shine bright like a diamond. Trovereste un pezzo migliore per descrivere la carriera di Alessandro Diamanti? Non credo: l’analogia tra il cognome del giocatore e il titolo della celebre canzone di Rihanna, oltretutto, la rende ancor più perfetta.

La storia travagliata di Alino, in effetti, ricorda un po’ quella di un diamante grezzo: al principio, apparentemente, un ciottolo qualsiasi, che nessuno degnerebbe di uno sguardo. E che per svelare tutto il suo valore, necessita dell’abilità di un tagliatore capace di renderlo perfetto.

Il ciottolo Diamanti viene raccolto 14 anni fa a Prato, sua città natale, nella quale comincia a muovere i primi passi a livello professionistico. L’opera di lavorazione inizia con le stagioni spese in prestito tra Florentia Viola e Fucecchio per poi continuare con il ritorno a casa, dove Alessandro inizia a giocare con più continuità. Nel 2004 Diamanti passa, in comproprietà per due stagioni, nelle mani dell’Albinoleffe, senza lasciare segni tangibili del suo valore: torna nuovamente a Prato, città che finirà per essere il suo trampolino di lancio addirittura verso la serie A. In una stagione da 36 presenze e 14 reti viene notato da Fabio Galante e suggerito, proprio dal difensore ex Inter, al Livorno.

La Toscana, terra d’origine per quanto concerne la lavorazione dei diamanti, non può che essere il luogo adatto per cominciare definitivamente a splendere: dopo Prato, Alino ha un’occasione ancor più ghiotta da non perdere e, nonostante la retrocessione in B, diventa il leader dei labronici, riportando Tavano e compagni in A la stagione successiva.

Qualcuno però, da Londra, se ne innamora: Gianfranco Zola. Impossibile rifiutare. L’allora allenatore del West Ham riesce a strappare Diamanti al Livorno: 7 gol in Premier in una stagione, ma la nostalgia dell’Italia è troppa. L’estate successiva viene riportato in Serie A dal Brescia neopromosso: con le rondinelle incanta, guadagna la prima convocazione in nazionale e segna gol stupendi, come l’esterno sinistro vincente nell’1-1 casalingo contro la Juve. Come già accaduto nella prima stagione a Livorno, tuttavia, un Diamanti non è sufficiente per far splendere un’intera squadra: il club del presidente Corioni retrocede e a fine stagione il numero 23 viene acquistato in comproprietà dal Bologna.

Sotto le due Torri, Diamanti trova la sua consacrazione e il suo splendore definitivo: con Ramírez e Di Vaio forma un tridente devastante, conducendo i felsinei ad una salvezza senza affanni a quota 51 punti e rientrando stabilmente nel giro della nazionale italiana, prendendo parte alla spedizione azzurra di Euro 2012. A fine stagione, tuttavia, il magico trio si scompone: Di Vaio tenta l’avventura in Canada, mentre Ramírez viene ceduto al Southampton. Diamanti, invece, riscattato a titolo definitivo e affiancato a Gilardino. Grazie alla cessione di Portanova, diventa capitano del Bologna: la fascia, tuttavia, non sembra pesargli affatto. 

Perché Alino è fatto così. Leader nato, genio (soprattutto) e sregolatezza: diamante ormai sgrezzato grazie alla bella intuizione di Galante e all’ottimo lavoro di Pioli, ma soprattutto liberatosi autonomamente di quella materia superflua che nascondeva un talento (o diamante, se preferite) cristallino. Mancino magico (probabilmente il migliore in Italia) e tecnica invidiabile condita da una voglia di lottare e svariare per il campo che non manca mai: l’interesse di club come Inter, Juve e Zenit è ormai cosa nota. Ma ad uno come lui, concentrato sul presente e abituato a stare con i piedi per terra, le voci di mercato non interessano: “Non penso al futuro. Penso a correre per il Bologna”.

E a sostituire al meglio l’eredità lasciata dal suo grande amico Di Vaio. Prima, chissà, di essere messo all’asta: le pretendenti ci sono, il valore è indiscusso. A meno che lo stesso Alino non decida di dichiararsi romanticamente, alla Curva Bulgarelli. Con un classico: Un Diamanti è per sempre”.

Simone Nobilini
(@SimoNobilini on Twitter)

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