Idee fresche. Idee nuove.

Idee fresche. Idee nuove.
Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

sabato 23 marzo 2013

L'ARGENTINA SI CANDIDA PER UN NUOVO "MARACANAZO"

A POCO PIU' DI UN ANNO DAI MONDIALI BRASILIANI LA SQUADRA DI SABELLA SI PREPARA PER FARE LO SGARBO PEGGIORE AGLI ODIATI RIVALI: VINCERE IN CASA LORO


“Solo tre persone sono riuscite a zzittire il Maracanà: Frank Sinatra, il Papa e io”. Parole di Alcides Edgardo Ghiggia, l’uruguayo che nel 1950 fece scendere un silenzio tombale sullo stadio di Rio De Janeiro segnando il gol che valse un mondiale agli ospiti e tante lacrime ai padroni di casa. Più di sessant’anni dopo ci proverà l’Argentina a far vivere ai verde-oro un altro “Maracanazo” (questo è il nome con cui l’inaspettata vittoria dell’ Uruguay è passata agli annali) vincendo il terzo mondiale della loro storia in casa dei rivali brasiliani e proprio nel “nuovo” Maracanà, sede della finale e ristrutturato per l’occasione. 

L’albiceleste si presenterà in Brasile come una delle squadre favorite al titolo, questa volta più di altre, vuoi per una tradizione favorevole quando il Mondiale si gioca nelle Americhe, vuoi perché possono contare nel giocatore più forte del mondo e in una delle rose potenzialmente più talentuose. Proprio da Messi, il Commissario Tecnico Alejandro Sabella, subentrato a Bautista dopo la disastrosa Coppa America del 2011, sta provando a costruire una nazionale che da sempre può vantare in rosa grandi nomi, ma troppo spesso si riduce a una lista di campioni incapace di trovare la quadratura del cerchio e diventare una Squadra con la esse maiuscola.

Sabella nelle dieci gare di qualificazione giocate fin qui ha fatto scendere in campo 34 giocatori: 2 portieri, 9 difensori, 16 centrocampisti e 7 attaccanti. Il modulo usato è stato quasi sempre lo stesso, 4-4-2 con squadra praticamente spaccata in due tronconi: 6 uomini (4 difensori più i due mediani) a difendere e “portare l’acqua” e gli altri 4 ad occuparsi della fase offensiva. E’ appunto l’attacco il reparto d’elite argentino con Aguero, Di Maria e Messi che girano intorno a Higuain, unico uomo stabile in area di rigore. Per il resto Sabella concede autonomia assoluta ai propri fuoriclasse, liberi e a volte obbligati, ad andare a prendere il pallone sulla mediana per cominciare l’azione. Linea di centrocampo occupata solitamente da Mascherano e Gago ideali collanti tra un attacco tanto forte e una difesa composta da Zabaleta sulla destra, Rojo dall’altra parte e Garay affiancato da Federico Fernandez come ultimo baluardo prima del doriano Romero, praticamente certo del posto tra i pali.

La qualità offensiva è veramente impressionante, soprattutto se si pensa che Sabella può permettersi di far partire dalla panchina Lavezzi e Palacio e tenere a casa Pastore (convocato solo due volte nelle gare ufficiali con in panchina Sabella). I problemi sono dalla linea mediana in giù. Josè Sosa, meteora in Serie A con la maglia napoletana, e Clemente Rodriguez, non garantiscono un degno ricambio a Di Maria e Mascherano, e difatti l’alto numero di centrocampisti convocati e utilizzati come subentranti da Sabella, stanno a dimostrare che il commissario tecnico non ha ancora le idee chiare su chi portare in Brasile apparte di due titolari. Dietro invece il problema non è di scelta ma di qualità. I soli nove difensori impiegati nelle uscite di qualificazione manifestano chiarezza (o forse mancanza di alternative) nella testa di Sabella ma nessuno di questi ha la caratura internazionale né un’ esperienza  tale da riuscire a guidare una difesa in una competizione del genere. Per spiegarci meglio: servirebbe un Samuel o uno Zanetti di qualche anno fa ma per il momento il panorama calcistico argentino non offre niente degno di nota.

Se nell’anno che manca all’appuntamento mondiale il C.T. sarà bravo a perfezionare i meccanismi difensivi così da superare con la tattica e l’affiatamento i limiti individuali, l’Argentina sarebbe insieme a Spagna e Germania la favorita della competizione. Magari sperando in un altro “Maracanazo” con Messi o Aguero nei panni di Ghiggia.

Nicolò Smerilli
@NiSmerilli on Twitter

Nessun commento:

Posta un commento