VI PARLIAMO DELL'ATTACCANTE ANGLO-NIGERIANO, PROTAGONISTA DELLA RIMONTA DEI VILLANS
Il gol di Agbonlahor, attaccante dell’Aston Villa, contro
il Sunderland è solo il quarto in venti partite di Premier (1502 minuti di
utilizzo, un gol ogni 375 minuti).
Per il centravanti inglese cresciuto nelle
giovanili degli stessi Villans, questa poteva essere la stagione del rilancio.
A parte una stagione in prestito infatti (il 2005/06, in cui ha giocato 2 partite col
Watford e 8 con lo Sheffield), l’anglo-nigeriano ha sempre vestito la maglia claret and blue della squadra di
Birmingham.
Il bottino di gol è sempre cresciuto negli anni: un gol il primo
anno, nove il secondo, due stagioni da undici e una da tredici gol. Arriva
anche la chiamata in nazionale per volere di Fabio Capello, che gli concede tre
apparizioni.
Il 2011 è costellato di problemi muscolari (bicipite femorale),
che gli fanno saltare 12 partite e non lo lasciano giocare al meglio neanche
quando è in campo. A questo si aggiungono le incomprensioni tattiche con
l’allenatore Gerard Houllier e chiude l’annata con 3 gol totali. In estate
l’Aston Villa cambia allenatore, e con Alex McLeish ritorna la vena
realizzativa di Agbonlahor, che in sole cinque partite realizza gli stessi gol
di tutto l’anno precedente. Sembra tornato tutto a posto, ma la brutta notizia
della leucemia del capitano Stilijan Petrov si abbatte sulla squadra, che perde
un giocatore simbolo sia in spogliatoio che in campo. La mancanza di un
raccordo tra centrocampo e attacco come il bulgaro grava sulle capacità
offensive della squadra, e i gol saranno i grandi assenti del girone di ritorno
dei Villans.
Agbonlahor viene insignito della fascia da capitano in assenza di
Petrov, chiude l’anno con 5 gol e 7 assist e si prepara a un 2012-13 da
protagonista.
Nella preparazione estiva, però, si stira il legamento
collaterale mediale e il suo debutto slitta di un mese. Perde anche la fascia
di capitano, ovviamente, e al ritorno in campo, il nuovo allenatore Paul
Lambert lo vede come ala più che come centravanti (è infatti dotato di uno
scatto devastante e in situazioni di partita è stato calcolato che ha più volte
fatto i 100 metri in meno di 10 secondi). Agbonlahor a malincuore accetta. Le
medie realizzative si abbassano notevolmente. Per il primo gol bisogna
aspettare il 19 novembre e resterà l’unico in tutto il girone d’andata. La
stagione va male per la squadra di Birmingham e tra dicembre e gennaio si
infortuna di nuovo Agbonlahor. In sua assenza la squadra crolla: arrivano lo
0-8 col Chelsea, lo 0-4 col Tottenham e lo 0-3 col modesto Wigan e viene
risucchiata in relegation zone.
A gennaio torna in campo da titolare, da
centravanti, e trova subito il gol contro il West Bromwich: è l’inizio della
rinascita, per Gabriel e per la squadra. Arrivano 9 punti nelle successive 8
partite (con due sconfitte di misura contro Arsenal e Manchester City) e
Agbonlahor contribuisce con 3 gol e 1 assist a questo sprint-salvezza. Con la
vittoria di sabato sul Reading, i Villans si portano a +3 sul Wigan terzultimo.
Con una certezza: quando Agbonlahor ha segnato, quest’anno l’Aston Villa non ha
mai perso.
Valerio Brutti
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