Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

venerdì 8 marzo 2013

IN THE BOX: MOUSSA DEMBÉLÉ, IL TUTTOFARE DEL CENTROCAMPO TARGATO SPURS

CHIUSURA, CORSA, PRECISIONE: NEL MATCH DI EUROPA LEAGUE CONTRO L’INTER HA SEMPLICEMENTE IMPRESSIONATO. CONOSCIAMOLO MEGLIO…

Giovedì 7 marzo 2013. Tottenham-Inter, andata degli ottavi di finale di Europa League. Minuto numero 64: a White Hart Lane, i tifosi degli Spurs sono tutti in piedi per regalare una standing ovation. La logica porterebbe a pensare che il destinatario di questa valanga di applausi sia il solito Gareth Bale. Oops: better luck next time. Non stiamo parlando né del gallese, né di Lennon e neppure di Defoe: il protagonista di giornata si chiama Moussa Dembélé.

Dembélé, nato 25 anni fa ad Antwerpen in Belgio, inizia a muovere i primi passi a livello professionistico nel Germinal Beerschot, piccolo club della divisione superiore della Belgacom League: il ruolo è quello di trequartista. Veste la maglia viola per due stagioni, segnando una sola rete: nonostante ciò, il Willem II nota il suo talento e lo strappa agli orsi polari per 300 mila euro.

In Eredivisie, Moussa comincia a far alzare l’asticella del suo rendimento: gioca con costanza e inizia a segnare con più continuità. Le sue 9 reti stagionali convincono l’AZ Alkmaar a sborsare poco meno di 2 milioni di euro per portarlo a vestire biancorosso: si rivelerà il più classico dei colpacci. In 5 stagioni, sotto la guida iniziale di Louis Van Gaal (poi passato al Bayern Monaco), l’allora 18enne belga incanta e diventa in breve tempo titolare fisso, vincendo un campionato e una supercoppa d’Olanda nel 2009 ed entrando stabilmente nel giro della nazionale dei diavoli rossi.

L’Europa inizia a puntare i riflettori su di lui. Genoa, Bayern, Siviglia e Chelsea sono sulle sue tracce, ma il più rapido a strappare Dembélé alla concorrenza è Mark Hughes: nel 2010, il manager del Fulham lo porta a Craven Cottage. 

Nel biennio bianconero, nel quale fu gestito anche da Martin Jol, Moussa viene spesso arretrato a centrocampo: il fisico imponente (185 cm per 82kg) e la buona corsa gli consentono di poter fungere anche da elastico tra trequarti e mediana, effettuando un utile lavoro di contenimento. Il belga dimostra di adattarsi con grande capacità anche ad un campionato più impegnativo e competitivo come la Premier, alternandosi tra rifinitura offensiva e copertura a centrocampo. Qualità che non passa inosservata dalle parti di White Hart Lane, a qualche km proprio da Craven Cottage: impossibile, per il Fulham, rifiutare i 15mln di £ offerti dal Tottenham. Deal done.

Gli Spurs: club nel quale Dembélé, ora , fa la differenza, giustificando al meglio i tanti soldi investiti su di lui. Corsa, tenacia, esplosività e piedi buoni: il ragazzo, ieri sera, ha semplicemente deMbellato il centrocampo dell’Inter. La sua prestazione è stata a dir poco impressionante: pochi spazi concessi, recuperi rapidi e mai un pallone buttato al vento: il tutto dopo essere stato acciaccato e in dubbio fino all’ultimo.

Chapeau, Moussa, chapeau. E non dimenticatevi di lui: come un abito non fa il monaco, una standing ovation a White Hart Lane non fa (sempre) Gareth Bale. Citofonare Dembélé.

Simone Nobilini
@SimoNobilini on Twitter



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