Idee fresche. Idee nuove.

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Ciao a tutti siamo Davide Bernardi & Nicolò Smerilli, due studenti della Università Cattolica di Milano. Abbiamo deciso di creare questo blog perchè il nostro sogno è quello di diventare giornalisti professionisti e quindi vorremmo farvi sentire le nostre idee. In questo "portale" noi non ci proponiamo di offrirvi novità o notizie che altri non hanno, ma come già detto, darvi la nostra opinione riguardo i maggiori eventi calcistici. Il titolo "DiscoveryFootball" nasce dall'idea di analizzare, proprio come fa il più famoso Discovery Channel, il mondo del pallone. Quindi se vi va di sentire delle voci "nuove" e "fresche", seguiteci! D.B & N.S

giovedì 7 marzo 2013

(VIDEO) STANKOVIC : Il DRAGONE E' TORNATO A SPUTARE FUOCO!

NELLA FASE PIU' DELICATA DELLA STAGIONE INTERISTA, STRAMACCIONI POTRA' CONTARE SUL SERBO, PUNTO CARDINE DELL'INTER DEL TRIPLETE E CALAMITA PER I RECORD, AL RIENTRO DOPO UN GRAVE INFORTUNIO

L'Inter non è sicuramente nel periodo migliore della sua stagione, complici gli infortuni e scelte di mercato azzardate i nerazzurri non riescono a cambiare marcia e ad infilare una striscia di vittorie convincenti. Da circa un mese e mezzo però può contare sul rientro di un giocatore fondamentale per le sue capacità tecniche e soprattutto caratteriali, infatti Stankovic è uno dei punti di riferimento di questa giovane squadra.
A maggio 2012 l'ex capitano della nazionale serba ha subito un infortunio al tendine d'Achille che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco fino allo scorso febbraio, e lo ha costretto ad operarsi per ben due volte. Ora però il dragone è tornato.

Non si può certo sottovalutare la carta d'identità, a settembre saranno 35 anni, ma sicuramente chi ha coniato la definizione “professionista serio” pensava al centrocampista nerazzurro; difatti da quando ha subito l'infortunio non ha mai saltato un giorno di allenamento restando sempre vicino alla squadra e aiutando nell'ambientamento i giovani talenti arrivati alla Pinettina.
Da qui alla fine dell'anno non farà tutte le partite, probabilmente giocherà di rado titolare ma quando sarà chiamato in causa darà il 110% per aiutare i suoi compagni a raggiungere l'obiettivo, come ha sempre fatto nella sua carriera.
Una testimonianza di questo è stata data domenica scorsa a Catania quando a fine primo tempo è entrato in campo insieme al sempre più determinate Rodrigo Palacio. Quest'ultimo ha cambiato la partita realizzando due reti e fornendo l'assist per il momentaneo 2-1 a Ricky Alvarez, ma il problema riscontrato nel primo tempo dalla squadra meneghina è stata l'assenza totale del centrocampo, passivo nel proporre gioco e abulico nel pressing. Con l'ingresso di un uomo d'esperienza in un reparto delicato e fondamentale, la partita è cambiata radicalmente; la personalità e la grinta di un leader carismatico come Stankovic non hanno fatto altro che muovere l'orgoglio di calciatori che si erano dimenticati del loro talento fino a quel momento.

Il guerriero serbo è sempre riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano in qualsiasi squadra in cui ha giocato, ma soprattutto nell'Inter. Approda sotto la Madonnina nel gennaio del 2004, rifiutando un'offerta economica superiore propostagli dalla Juventus; qualche anno dopo svelò che fu proprio il suo allenatore alla Lazio dell'epoca Roberto Mancini a convincerlo a scegliere i colori nerazzurri perché vincere con una squadra che non trionfa da molto tempo è una cosa unica. L'anno successivo ritrovò proprio il suo grande amico come allenatore all'Inter, che gli diede in mano le chiavi del centrocampo. 
Nell'anno dell'ultimo scudetto vinto da Mancini invece le sue prestazioni non furono certamente esaltanti, tanto che qualche giornalista ipotizzò che il suo impiego derivasse solo dal suo essere “amico del mister”. 
La verità sulle sue condizioni si seppero solo a campionato finito, quando si operò e rientrò a tempi di record per convincere Mourinho a trattenerlo in nerazzurro. Il dragone giocò più di sei mesi con una frattura al piede, ma piuttosto di perdere l'occasione di vincere l'ennesimo campionato da protagonista, decise di non operarsi e di giocare con dolori lancinanti. 
Lo Special One rimase affascinato dalle qualità tecnico-tattiche di uno dei centrocampisti più completi del mondo: forza, grinta, buona tecnica e gran tiro dalla distanza gli fecero giocare quasi tutte le partite nonostante la grande concorrenza. I tifosi non dimenticano il fatto che Stankovic, ancora vicino alla Juventus, in quell'estate fece di tutto per arrivare già in forma nel ritiro, in modo da riconquistare la fisucia dei tifosi nerazzurri.

Proprio gli stessi tifosi che il 10 febbraio 2013 hanno potuto ammirare il rientro in campo di un giocatore commosso per l'ovazione nei suoi confronti e per aver vinto l'ennesima battaglia.
D'altronde Dejan è un uomo passionale: molti grandi campioni possono risultare talvolta indifferenti, ma non è il suo caso, i suoi occhi sono in grado di trasparire la tristezza di una sconfitta con la conseguente voglia di rivalsa e la gioia per la vittoria. Per questo probabilmente quella sera non fu l'unico a commuoversi...

Stankovic è una calamita per i record, oltre ad aver abbattuto qualsiasi record in patria, dal giocatore più giovane a esordire nella nazionale Jugoslava ad essere il capitano più giovane della Stella Rossa ad essere il serbo con più presenza in un mondiale. Già, perché "Deky" è l'unico giocatore ad aver giocato con le maglie di tre nazionali diverse (Jugoslavia, Serbia e Montenegro, Serbia). Anche in Italia detiene un record difficilmente battibile: vincere per sei volte la Supercoppa italiana.
Stankovic è tornato, anzi non è mai andato via..

Giammarco Bellotti
@Giambellotti on Twitter  

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